Due giorni fa ho avuto il piacere di ritrovarmi all’Alcatraz in modo quasi fortuito per il concerto di Emis Killa. Era da circa tre anni che mancava da quel palco. E non partecipare ad un evento del genere avrebbe significato perdersi una delle cosiddette date “anteprima” della tournèe prevista per Terza Stagione.
Per la grazia divina di avere colleghe puntuali riesco ad essere in Via Valtellina alle 20:45. Un po’ in anticipo rispetto al main show di Emis, ma giusto in tempo per ascoltare qualche barra del giovane Mida, accompagnate dal sound di Drillegittimo e seguite da un breve djset di Nu Cat.
Alle 21.30 spaccate vedo salire sul palco una ragazza con un cartello rosso siglato EK, felice di preannunciare l’inizio del match: Emis Killa è il primo a salire sul ring in veste da boxeur e subito dietro arriva Giso della Blocco Recordz, che lo affiancherà per tutto il concerto.
Parlare di match non è solo voler fare parallelismi metaforici tra la boxe e la sua carriera artistica o riferimenti alla copertina di Terza Stagione, si tratta di vera e propria scelta scenografica allestita sul palco. D’altronde, appena pubblicato il suo 4° disco, Emis aveva promesso che la tournèe sarebbe stata molto cinematografica e avrebbe mantenuto “un concept dall’inizio alla fine del concerto, quasi come andare al cinema”. Parole più che mantenute. La scenotecnica della riproduzione di un ring è stata infatti rafforzata dalla presenza – non eccessivamente invasiva – di visuals incredibili proiettate sul background, che si diversificavano ad ogni brano.
Allestimenti e professionalità generale degni di nota e plauso a parte, la vera protagonista della serata è stata solo la sua musica: un flusso di coscienza e nostalgia lungo 27 brani e rinvigorito dalla presenza di ospiti eccezionali, amici di vecchia e nuova data. Si sono susseguiti una quindicina di pezzi estrapolati da Terza Stagione tra cui i featuring: Vecchia Maniera con Jamil, Buonanotte con Maruego, Sopravvissuto con Laioung, All’alba delle 06:00 con Coez e Non è facile con Jake La Furia, tutti presenti sul palco. Non solo, anche Vegas Jones è stato uno special guest con il quale ha condiviso – oltre che l’esaltazione della comune attitude zarra – il brano Gucci Benz presente in Chic Nisello.
Ha inoltre voluto accontentare ogni sfumatura del target del suo pubblico con la scelta di cantare qualche brano melodico e pop-oriented da Mercurio – tra cui la (s)hit (scusa Emis! ndr) Maracanà – ed altri da L’erba Cattiva – come Parole di ghiaccio dalle solo 38 milioni di views –, facendo anche un piccolo regalo ai Keta Music-addicted con Superman.
Insomma, un tributo commosso alla sua carriera tra pezzi ad hoc per le fighe e tracce ignoranti, volendo citare le sue stesse parole. Tutto il concerto è stato un continuo dialogo con il suo gasatissimo pubblico, tra ricordi di quando ha iniziato ad ascoltare hip-hop 10 anni fa, gli schiaffi educativi che non gli sono mancati dalla madre e dalla vita e le riflessioni sui momenti di contaminazione artistica tra musica e attività mainstream televisiva che hanno determinato la lunga assenza dai palchi.
Purtroppo “non è facile fermare la giostra e scendere una volta che ci si sale con l’intento di farsi girare la testa”. Emis fa portare a Terza Stagione il messaggio che l’incubo è finalmente finito e che il rap senza filtri e censure è tornato. Sente di aver ritrovato se stesso, il ragazzino dei freestyle che nella sua testa è sempre stato. Certamente non mancano sfumature radiofoniche perché “diciamocelo, a nessuno piace passare dai dischi di platino a quelli che non vendi”, ma la coerenza con se stesso, nel bene e nel male, è qualcosa a cui non intende più rinunciare.
Il futuro della sua carriera lo lascia tutto in mano ai suoi fan che ringrazia a cuore aperto per la fedeltà nonostante il suo carattere dichiaratamente “di merda ma vero”, invitandoli senza troppi giri di parole a mandare a fanculo chiunque non creda in loro.