Cosa abbiamo imparato da “Kamikaze”, il decimo album di Eminem
1. Anche ai rappers di “un certo livello” rode il culo quando un album non ottiene il successo sperato.
Ormai è chiaro: “Revival“, il nono album di Eminem, non è stato un enorme successo di critica (nonostante abbia acquisito la certificazione Gold da parte della RIAA negli Stati Uniti e svariate certificazioni, tra l’oro ed il platino in giro per il mondo).
Eminem non ha mai nascosto la delusione a riguardo, specie per le critiche ricevute dal mondo “social”, dagli addetti al settore ed anche (e soprattutto) dai colleghi. Ne è chiaro esempio il video di “Fall“, dove nell’intro Em rilegge i commenti e le critiche ricevute dal suo penultimo album.
Ma già nel pezzo “The Ringer” Eminem ammette il risultato ed incassa una L (“Lose”, in gergo americano una sconfitta).
2. Eminem si trasforma in Slim Shady quando è davvero arrabbiato.
Chi ha avuto modo di ascoltare attentamente “Kamikaze” e di leggerne le lyrics, ha sicuramente notato una somiglianza (chiamatela anche cattiveria) con il “real” Slim Shady. La vera notizia del disco è la quantità di dissing che sono contenuti in essa: Eminem si toglie qualche sassolino dalle scarpe, prendendo a male parole Benzino, Ja Rule, Tyler The Creator, Lord Jamar, Machine Gun Kelly, Earl The Sweatshirt, Dj Akademiks, i Die Antwoord ed in generale tutti i mumble rappers o coloro che – in un modo o nell’altro – hanno avuto da ridire sulla sua carriera o su “Revival”.
Eminem ha deciso di rispondere alle critiche utilizzando come mezzo la cosa che meglio sa fare: il Rap. Che possa essere andato un po’ troppo oltre con qualcuno, è un punto di vista, ma che abbia centrato il punto sulla maggior parte delle cose dette, quello è innegabile.
3. Molti dei rappers dissati da Eminem, hanno ignorato la provocazione o semplicemente hanno timore di rispondere.
Ad oggi, si contano sulle dita di una mano quegli emcees che hanno avuto il coraggio di rispondere al “Rap God”. Prima Ninja dei Die Antwoord con un brevissimo video freestyle, e poi Machine Gun Kelly che ha pubblicato “Rap Devil”. Obiettivamente il brano di MGK non era niente male (e molto probabilmente la migliore performance “rap” del rapper): purtroppo però questo pezzo ha scatenato le ire di Em, che ha registrato “Killshot“, chiudendo la partita.
Allora ci chiediamo: rispondere ad Eminem fa davvero così paura, o i “leoni da tastiera” esistono anche tra i rapper moderni? Tirate fuori le palle, suvvia.
4. Anche in “Kamikaze”, Eminem ha fatto degli errori.
Ok, Eminem ha criticato un sacco di rappers della “nuova scuola” ed allo stesso tempo ha propsato (che termine giovane!) i vari J.Cole, Kendrick Lamar, Big Sean e Joyner Lucas.
Personalmente abbiamo goduto del fatto che su questo disco mancassero i featuring di Ed Sheeran e di quelle voci “pop” che poco si addicono ad un album Rap, ma con “Kamikaze” Eminem avrebbe avuto la possibilità di mostrare al mondo i VERI talenti del Rap moderno e mi spiego meglio: Joyner Lucas e Royce sono stati gli unici featuring sul disco, ma avremmo apprezzato anche la partecipazione dei nuovi talenti affiliati alla Shady Records.
Vi ricordiamo che Eminem ha recentemente firmato fenomeni come Westside Gunn, Conway The Machine e Boogie: ecco, la partecipazione di questo genere di artisti sarebbe stato un messaggio forte verso tutti i “wack rappers” in circolazione.
5. Eminem è ancora uno dei rapper “tecnicamente” più potenti di tutta la scena attuale.
Non importa che il beat sia Trap o Boom-Bap. Non importa che lo produca Dj Premier, Dr. Dre o Mike Will Made It. Eminem dimostra di essere ad oggi uno dei rapper tecnicamente più potenti e versatili di tutto il panorama Hip-Hop Statunitense (e non).
La dimostrazione più lampante di questa affermazione è il flow di “Lucky You“, brano decisamente Trap prodotto da IllaDaProducer, Boi-1da & Jahaan Sweet.
6. Nonostante ci stia provando con tutte le sue forze, Eminem NON salverà l’Hip-Hop.
Questo è ormai innegabile e sotto gli occhi di tutti: Eminem è stato uno dei più grandi rapper di tutti i tempi, ma a 46 anni e dopo 10 album alle spalle, non sarà di certo la star che salverà l’Hip-Hop.
Ho letto un sacco di commenti sui social e sulle riviste di settore: chi cercava di far valere la propria idea sul fatto che Eminem sia “rinato” con questo album, chi invece è convinto che sia caduto ancora più in basso per colpa dei dissing.
Quello che possiamo dirvi noi, è che musicalmente “Kamikaze” è un album potente e le liriche sono taglienti in perfetto stile Slim Shady. Non è sicuramente un capolavoro come poteva essere “The Marshall Mathers LP“, ma ricordiamoci che erano altri tempi, dato che uscì nel 2000.
Ovviamente noi saremo ben contenti di ascoltare le nuove release del rapper di Detroit, con la consapevolezza di non aspettarsi mai un capolavoro assoluto, ma sperando sempre di essere smentiti.