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Quattro chiacchiere con Deva, tra Aldebaran Records, musica e vinili!

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Quattro chiacchiere con Deva, tra Aldebaran Records, musica e vinili!

Oggi facciamo 4 chiacchiere con Micheal “Deva” Converso, rapper, produttore, turntablist calabrese di Corigliano, che qualche anno fa ha deciso di fondare la Aldebaran Records, etichetta indipendente che spinge il Rap, quello vero, ed ha già pubblicato più di un prodotto interessante.

Veniamo a noi, innanzitutto: chi è Deva come rapper, come produttore e come turntablist. Da dove nasce la tua passione per il Rap, confluita poi qualche anno fa (è uscito a fine 2014) l’ottimo disco “Musicaptura 2.0” e quali sono le tue origini artistiche.

Calabria, Corigliano. Luogo anonimo dove era difficilissimo captare qualcosa da fuori. Entrai a contatto radiofonicamente con il genere tra fine ’90 e primi ’00, non ero neanche un ragazzino. Grazie alla prima diffusione di internet, riuscii a procurarmi un sacco di dischi storici dei tempi. Ciò mi spinse a voler fare musica, più di 15 anni fa. In realtà fui abbagliato dall’intero movimento, perché era qualcosa che era mio, lo sentivo mio ed era contro tutto quello che schifavo, a differenza di ora. Ho praticato tutte le discipline; il ballo fu cosa di passaggio, fu immediato fare rap o writing, dato che i mezzi che ti serivano erano a portata di mano. Il secondo lo lasciai per dedicarmi completamente alla musica, perché ho poi espanso l’interesse alla produzione e alla fonia, mio attuale campo di lavoro, ma l’amore che provo per i pezzi sui muri è rimasto invariato. Sul turntabilism è stata più sofferta come cosa perché per iniziare ti serviva un mixer e un giradischi. Ci misi non so quanto per potermi permettere le prime cose, infatti solo negli ultimi anni sto progredendo seriamente su questa materia. L’insieme di tutto questo ha generato nel 2014 il mio primo disco. “Musicaptura 2.0” contiene tutto quello che c’è stato fino a quel momento: un disco noir cinematico metà rap e metà trip hop con influenze diverse di generi, atmosfere e luoghi, forme e colori.


Come nasce l’idea di fondare una etichetta indipendente come Aldebaran Records, soprattutto al giorno d’oggi dove le Major sono padrone del mercato musicale?

Stavo terminando il disco, la versione 1.0 e iniziai a proporlo in giro perché sapevo che era un progetto particolare, non proprio immediato e godibile. Anzi, spaziale. Ricevetti proposte ma alla fine feci tutto da solo. Fui il primo a fare un crowdfunding privato per farne il vinile. Feci 100 copie, doppio, con la grafica rinnovata. Fui estasiato e compresi le potenzialità del mezzo, che in questo campo specifico, dal sottosuolo puoi veramente fronteggiare le major, tant’è che arrivai a fondare io stesso un’etichetta: “All’opera per l’Algebra, stellare più di Aldebaran”.

Quindi cos’è Aldebaran e quali obiettivi si pone? Abbiamo visto che oltre ad aver pubblicato il tuo disco, hai una collaborazione con C.U.B.A. Cabbal, con gli Almamegretta, con FFiume e soprattutto hai omaggiato David con la release del singolo “Lo Spirito che Suona”. Direi che per una piccola realtà i nomi sono importanti.

Qualcosa di diverso e di insolito. Voglio riuscire a dar spazio a quella musica valida che non trova spazio e voglio farlo con il vinile. Non mi interessa solo rap, guardo un sacco verso l’elettronica in generale, il trip hop, il dark jazz… Ho un piccolo catalogo ma con progetti grossi, è vero, e ne sono fiero. Ma non basta. I miei piani vanno ben oltre l’Italia. E sì, la stampa di “A Pieno Titolo” è stato un onore. David era un amico e gli volevo un gran bene. E ora mi porterò dietro una soddisfazione immensa.

Parliamo di questa “moda” (perché ultimamente si tratta di questo) del collezionismo di vinili. C’è chi lo fa per farsi bello sui social, chi non li scarta nemmeno lasciandoli sullo scaffale e chi come me e te li consuma. Qual’è stato il primo vinile che hai comprato e come pensi si svilupperà questo fenomeno?

Comprai in contemporanea “Il Mondo Che Non C’è” di Chief & Soci e “Novecinquanta” di Fritz Da Cat. Credo che sia un fenomeno ciclico, così come tutti. E come tutti ha diverse categorie, che avranno diversi esiti. Chi lo fa come una sorta di “febbre passeggera”, una volta passata, farà altro. Chi invece ha un approccio più di cuore a tutto ciò, resterà. Credo che ci saranno ribassi in ambito del mercato, ma non so dirti fino a che punto e quanto rilevanti. Fare appassionare i giovani al vinile, nell’era del digitale, resta comunque la chiave per gli esiti positivi di domani.

Ho notato che molti dei progetti che Aldebaran porta avanti sono supportati da campagne di crowfunding (il disco di FFiume, la ristampa de “Alla Corte De Lo Governatore” di C.U.B.A.). Penso che se utilizzata bene, questa risorsa sia fondamentale per gli artisti indipendenti. Raccontaci qualcosa a riguardo:

Assolutamente. Questo mezzo offre potenzialità davvero prestigiose, se ben sfruttato. Ho iniziato ad utilizzarlo per mancanza di fondi, ora lo sto un po’ mettendo da parte perché fa slittare i tempi di tanto (considerando già la produzione del vinile, cosa lunga, oltre ai tempi della campagna, della peparazione di questa ecc…), ma ho visto realizzare all’estero cose davvero maestose. La cosa che mi dispiace profondamente è che molti in Italia lo vedono come un chiedere la carità. E questa forma di ignoranza l’ho vista solo qui.

Di etichette indipendenti e i distributori se ne vedono parecchi ultimamente. Com’è il tuo rapporto con la concorrenza?

Domanda molto interessante… e forse ti spiazzerà la mia risposta: la vivo benissimo. Devi inquadrare le etichette in che campo operano. Ad esempio, vedi quello delle colonne sonore dei vecchi film italiani, c’è una concorrenza spaventosa dietro. Certo, altri hanno stampato molti dischi che avrei voluto stampare io, ciò nonostante mi sento di operare in territori quasi inesplorati o comunque poco considerati. Non dovrei dirlo, ma da una parte sono contento nel vedere molti produttori perché è un gran sbattimento tenere su tutto questo. Quello che mi spiace è che molti di loro pensano solo al guadagno, sono improvvisati e sfornano prodotti qualitativamente bassi; siamo nel 2018 e in giro ci sono dischi imbarazzanti, aldilà della musica bella che possono contenere. Io studio meticolosamente tutti i processi e punto un sacco nel creare qualcosa che resti. E se ne sono accorte persone rispettate in questi campi, anche internazionali, e questo mi rende molto felice. Considero Aldebaran un progetto ancora in crescita e non affermato, sappilo, ma prendi il 7″ che ho fatto con DJ Stile: ne abbiamo avuto ottimi responsi in America. Quanti possono dire lo stesso?

Dacci qualche anticipazione su progetti futuri, sia tuoi personali che di Aldebaran Records.

Come Aldebaran siamo fuori ora con il nuovo LP di FFiume, il nuovo di C.U.B.A. Cabbal e sto aiutando a spingere l’ultimo disco di Menti Criminali. Di progetti futuri Aldebaran ce ne sono una miriade, ma finché non ho certezze, evito di esplicarli. Anticipo comunque un 10″ EP come sampler, il secondo volume del “The 7inch Series”. Sopratutto l’LP d’esordio di Dramatic Vitro di Verona (già presente in “Musicaptura 2.0”) completamente prodotto da me. Per fine anno forse sarò fuoi con un ep strumentale e scratch mio, e sto iniziando a lavorare anche ad un EP rap, seguito del mio disco.

I 5 dischi che non possono mancare nella collezione di Deva:

Queste domande sono impossibili per un collezionista di vinili. Non risponderei, ma do cinque titoli sperando di poter far conoscere a qualcuno della buona musica. In ordine sparso: Cannibal Ox “The Cold Vein; Massive Attack “100th Window”; Ricci Rucker “Fuga”; The Cinematic Orchestra “Every Day”; The Mount Fuji Doomjazz Corporation “Succubus”.

In questo ultimo spazio hai modo di fare pubblicità alla tua etichetta: sfruttalo al meglio.

Dietro quest’etichetta, folle, ambiziosa, c’è un folle amante della musica. E anche un sognatore. Mi piace pensare che chi possa avere uno dei miei dischi in mano, riesca a percepire tutto questo. Se supporti Aldebaran, supporti l’artista che c’è dietro e permetti di creare altri dischi. È un meccanismo meraviglioso, e ne fai parte anche tu.


Un grazie speciale a Deva per il tempo che ci ha dedicato e per la bella chiacchierata piena di spunti interessanti. A lui ed ad Aldebaran Records va il nostro più grande in bocca al lupo per l’avventura “indipendente”.

E ricordatevi di supportare la musica.

 

The Golden Edge
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Classe '82, seguo tutto ciò che riguarda l'Hip-Hop da più di 20 anni, ma non preoccupatevi: ho iniziato a capirci davvero qualcosa da pochissimo tempo. Per vivere provo ad occuparmi di architettura, design e soprattutto faccio il marito ed il papà. Mentre cerco di collezionare più dischi possibili, vi racconto quello che mi passa per la mente sulle pagine del nuovo hano.it e sulla pagina The Golden Edge.

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