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Intervista a Brenno Itani: “Bisogna ricordarsi da dove si viene, sempre.”

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Fino a prova contraria” è il titolo del nuovo album di Brenno Itani, un progetto che arriva a tre anni di distanza dall’ultimo album “La promessa non mantenuta” e che consacra il rapper come pilastro dell’underground bolognese e non solo.

In “Fino a prova contrariaBrenno dà veramente prova delle sue capacità di adattarsi ad ogni tipo di sound e trovarsi a proprio agio su ogni beat, allontanadosi anche dalla sua comfort-zone, come ci dirà in questa intervista. Anche i featuring, alcuni inaspettati, concorrono a completare l’album e dargli un valore aggiunto, prima fra tutte la hit realizzata con Noyz Narcos “Mamma mia”, uscita come anticipazione dell’album.

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Una particolarità di questo album è la varietà di producer che hanno realizzato le basi, come hai scelto il sound che doveva accompagnare le tue rime? Tra questi, quale tipo di beat giudichi come la tua comfort-zone?

Ho iniziato da una base solida, lavorativamente parlando. Con Mucho Dolores collaboro da quando ero un ragazzino, coi ragazzi di Brixton Bass Mafia da qualche anno, quindi è stato tutto super naturale.
Menzione speciale per Sine, producer clamoroso, per me è un onore ogni volta che mi lascia un beat; lo stesso vale per Junior K, che ha dato un apporto fondamentale a tutto il lavoro!
Sicuramente la mia zona di comfort è il rap classico bello lento, in stile “Bolo Safari“, che non a caso è stato il primo estratto.

Spesso nelle tue canzoni citi il tuo quartiere “Mascarella”, è chiaro che è molto importante per te… Parlaci di come sei cresciuto in questo posto e quali atmosfere ti hanno influenzato nel tuo percorso musicale.

Parlare del quartiere per me è naturale. È sempre stata fonte di ispirazione, da quando è nato il rap: rappresentare la tua zona e la tua gente penso sia davvero fondamentale per avere una credibilità, e di conseguenza anche una spinta reale dalle persone della tua comunità. Bisogna ricordarsi da dove si viene, sempre.
Mascarella è stata un fulcro dell’hip hop italiano in tempi non sospetti: voglio citare Blu, il Livello 57, Frank Siciliano, Kool Wyze, Word, Claver Gold e un’infinità di personaggi che negli anni hanno abitato/orbitato qua in zona.
C’è un meltin pot di culture miste che si vanno a incontrare con la realtà più classica bolognese, non riuscirei mai a spostarmi da qua!

Mi ha incuriosito il pezzo con Drefgold perchè pensavo foste due mondi distanti, poi ho scoperto che vi conoscete bene… Parlaci del pezzo che avete fatto insieme.

Sì, siamo sicuramente due mondi diversi, ma non per forza due cose così agli antipodi non possono funzionare, anzi; il pezzo secondo me è una bomba e sono mega felice di come sia uscito.

Da alcuni questo viene considerato come l’album della “maturità”, ma dal tuo punto di vista quando pensi che un rapper, ad un certo punto del suo percorso, si possa definire “maturo”?

Io penso che per un rapper ogni lavoro nuovo sia il disco della maturità, anche perché, se così non fosse, ci troveremmo a parlare di involuzione e quindi… no buono eheh.
Secondo me un rapper è maturo quando trova un equilibrio tra liriche, delivery e produzioni su cui rappa.

In un pezzo dell’album citi Lou-X, a tal proposito quali sono i rapper “old school” che più apprezzi, quelli che ascoltavi da ragazzino e da cui hai tratto ispirazione?

Oltre Lou X ,ti direi tutta la scuola bolognese: Deda, Inoki e Joe Cassano per me sono sempre stati i top.

Il tuo album precedente (2020) era “La promessa non mantenuta”. Possiamo invece dire adesso che la promessa è stata mantenuta?

Se la promessa è stata mantenuta me lo dovete dire voi, altrimenti passo per mitomane!
Sicuramente da parte mia c’è un approccio più costante e la fotta di un bambino con le nuove Nike.

Bologna ha alle spalle una storia importante nell’ambito dell’hip hop, in questo momento percepisci un pò la sensazione di esserti preso sulle spalle la responsabilità di continuare il percorso iniziato dai tuoi predecessori?

Sarei un ipocrita a dirti che questa cosa non la sento. La sento eccome, e ne sono molto orgoglioso: da parte mia posso assicurare che cercherò di fare del mio meglio per onorare tutto questo. Per me è una benedizione e sono davvero troppo fiero.

Sono passati un pò di anni dall’album realizzato insieme a Brain, altro esponente di spicco della scena bolognese. Pensi ci sia la possibilità che voi due possiate realizzare un altro progetto simile insieme?

Mai dire mai, abbiamo fatto questo pazzo joint album quando ancora non era cosi cool farne. Sto vedendo che ora sta andando di brutto questa cosa, quindi chissà! Ciao Brain!

Hai iniziato a fare rap circa 15 anni fa… che differenze noti rispetto all’ambiente che trovano ora i ragazzi dell’età che avevi tu allora, quando si approciano alla mondo della musica rap?

È cambiato tutto, delle volte mi rendo conto di essere di un’altra generazione. I social, le piazze, il sound: bisogna stare al passo coi tempi e non vedere il cambiamento come un nemico.

Brenno Itani

Andrea Bastia
Appassionato di cultura hip hop da ormai troppi anni e writer fallito, dopo qualche esperienza in proprio sul web approda definitivamente su Hano. Si occupa della rubrica dedicata agli artisti emergenti e a quella sui Graffiti.

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