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Quando manca la voglia di lavorare e ti trasformi in YouTuber

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Fai lo YouTuber perché non hai voglia di lavorare e pensi sia un modo semplice per guadagni facili e per diventare famoso in breve tempo e senza un apparente talento in niente?

In fondo la “professione YouTuber”, non richiede molta fatica, basta accendere una fotocamera in cameretta e far vedere a tutti come fare trecce alla Kim Kardashian, come utilizzare il rossetto nero, come superare l’ultimo livello di un videogioco, come cucinare al meglio la pasta alla Norma o quali sono le tue impressioni in merito all’ultimo pezzo di un cantante. Sembra tutto molto semplice, improvvisato e se vogliamo casereccio, in effetti che ci vuole? Premi Rec, dici due cazzate, due insulti, due bestemmie e il gioco è fatto, ma appunto, sembra..

E’ inutile negarlo, gli YouTubers sono le vere web star del momento. Da un po’ di anni YouTube è diventato il trampolino di lancio per la nuova generazione di celebrità che accumulano milioni di iscritti e che hanno legami diretti con i loro fan. Dai gamers, ai comici, alle beauty vlogger, ai tutorial di qualsiasi tipo, fino ad arrivare alla musica e al rap, gli YouTubers hanno costruito il proprio seguito fuori dal controllo dei giganti media, anche se poi in molti firmano contratti con queste stesse compagnie. Molti YouTubers, o comunque i più forti, hanno una fan base talmente immensa che li rende potenti nel loro settore, indipendenti e autorevoli.

Parlando di rap, negli Stati Uniti sono famosissime le Epic Rap Battles di NicePeter e EpicLloyd che vantano più di 14 milioni di iscritti al loro canale. Le ERB sono iniziate come una serie di sketch divertenti e improvvisati da parte di due amici fino a diventare con il tempo una delle serie YouTube più famose di sempre.

In Italia, uno degli YouTuber più popolari è sicuramente Manuel Aski che vanta più di 400mila iscritti. Anche Manuel fa parte della categoria delle Battaglie Rap Epiche, ovvero delle sfide immaginarie che mettono in scena scontri impossibili nella vita vera, come quello di Salmo vs Sfera Ebbasta, o di Ghali vs Guè Pequeno, gli sfidanti, però, non sono necessariamente rapper, spesso sono personaggi immaginari, YouTuber, o entità astratte come squadre di calcio. Le strofe sono scritte e interpretate da Manuel stesso che cerca di imitare il flow e il metodo di scrittura degli sfidanti.

Nell’ultimo anno hanno decisamente spopolato sul tubo le Rap Reaction, i video in diretta degli YouTuber che ascoltano e commentano un pezzo hip-hop sentito per la prima volta. Le Rap Reaction sono molto famose negli altri paesi europei e in America e sono ormai entrate prepotentemente anche in Italia. C’è chi le ama alla follia e chi le odia, molti sono stati i commenti e le polemiche su questo genere di contenuto e sui loro ideatori, c’è chi li addita di aver reso il rap un genere musicale usa e getta, chi li incolpa di ridicolizzare la musica, chi ancora li accusa di non capire e non sapere niente di rap e di non poter pertanto esprimere la loro opinione al riguardo. Addetti ai lavori e artisti si sono schierati in questi mesi pro e contro questo genere di video e in modo più allargato verso gli YouTubers, scatenando sui social un caos, del resto molto italiano. Da una parte alcuni artisti, con un evidente scarso senso dell’umorismo, non accettano di buon grado le Rap Reactions sui loro brani, dall’altra parte chi scrive per i magazine online di settore si reputa troppo colto e superiore agli YouTubers e li accusa velatamente o meno di non essere in grado di creare alcun contenuto e a loro volta gli YouTubers creano altri sketch nei quali prendono in giro questi addetti ai lavori con la puzza sotto al naso e la spocchia di sapere tutto. Il tutto a me personalmente fa molto ridere, perché entriamo nel solito circuito molto italiano e se vogliamo anche molto rap, del far vedere chi ce l’ha più lungo denigrando a vicenda il lavoro altrui.

Sta di fatto che alcuni YouTubers sono oggi delle vere web star anche in Italia, sono seguiti, idolatrati da un pubblico sempre più vasto che, diciamoci la verità, si diverte molto di più a guardare un video satirico sul rap, che a leggersi un lunghissimo articolo sulla storia dell’hip-hop, o, ancora peggio, a leggere 50 comunicati stampa rigorosamente copiati e incollati sulla maggior parte dei magazine di settore. Siamo onesti, noi, o molti di noi, che scriviamo di rap e ci riteniamo così tanto superiori rispetto agli YouTubers e alle loro Rap Reaction, spesso e volentieri riceviamo comunicati stampa dagli uffici stampa e molti di noi li copiamo e incolliamo sui nostri siti così come sono, senza neanche preoccuparci di dare all’utente un’opinione o un contenuto diverso, quindi non sarebbe forse il caso a questo punto di fare tutti un bel passo indietro?

Magazine online e YouTubers sono due mondi apparentemente molto diversi, accumunati dalla stessa passione per il rap, siamo tutti ragazzi cresciuti con questa musica nelle orecchie, c’è chi c’era da prima, chi è arrivato dopo, chi è molto giovane e chi lo è meno, ma tutti amiamo il rap e ognuno di noi esprime semplicemente la propria opinione al riguardo utilizzando i mezzi di comunicazione e i modi che preferisce. E’ indubbio che in un video su YouTube non possano esserci tutti i contenuti che ci sono in un sito o gli stessi contenuti, sono semplicemente contenuti diversi, raccontati da persone diverse con modalità diverse. Nessuno di noi addetti ai lavori e credo anche nessuno YouTuber si è mai professato esperto di rap, o vuole essere un esperto di rap, siamo tutti solo degli appassionati di questa musica che hanno la voglia e l’opportunità di parlarne. Del resto il rap e la trap stanno veramente spopolando in questi ultimi anni, è aumentato esponenzialmente sia il numero degli artisti, sia il bacino di utenza e questo ha fatto sì che crescessero anche il numero dei siti di settore e i canali YouTube con annessi YouTubers, perché oggi il rap è il piatto ricco dal quale tutti vogliono mangiare.

All’inizio non capivo la forza e la popolarità degli YouTubers e la ritenevo assolutamente immotivata e ingiustificata, poi ho guardato alcune Rap Reaction di diversi YouTubers e alcune mi hanno fatta ridere e pensare “finalmente qualcuno che dice quello che pensa e che pensiamo in molti ma che in pochi hanno il coraggio di dire”. Questa è forse la loro forza, il fatto di essere schietti, satirici e divertenti, di prendere in giro i rapper, che, diciamoci la verità, sono per natura noiosi e permalosi, sempre troppo concentrati sulla loro musica, con addosso le mille pressioni da parte dei management e delle major e sempre pronti a prendersi troppo sul serio. In fondo alcune Rap Reaction non sono poi così lontane dalle rubriche di Hano.it “Striscia l’Hanotizia” o “Le parole sono importanti” (Guè Pequeno, Dark Polo Gang, Ghali) , articoli assolutamente satirici e divertenti nei quali prendiamo bonariamente in giro gli artisti, che nella maggior parte dei casi se la prendono a morte.

Qualche settimana fa sono stata ospite di Wad a Hip Hop Tv, in quell’occasione ho avuto modo di conoscere un giovane YouTuber di Genova, Victor Hugo e sono rimasta molto colpita dalla sua figura, da quello che fa e dal mondo degli YouTubers al punto da volergli fare qualche domanda per poter conoscere meglio tutto questo universo che finora conoscevo davvero poco e che per mia ignoranza denigravo.

Quando hai iniziato a fare lo YouTuber?

“Ho iniziato a fine gennaio del 2014, perché avevo amici che facevano video su YouTube, più che altro di videogiochi e ho voluto seguirli nel fare anche io video di quel tipo all’inizio. Non ho mai pensato di scrivere per qualche magazine, anche perchè questa cosa dello YuoTuber è nata davvero a caso, dalla noia e dal voler fare la stessa cosa che facevano i miei amici e anche da quello che vedevo io su YouTube, perché ai tempi seguivo Godz Dread, Fraks e tantissimi altri YouTuber che facevano solamente gaming”.

Quando e con chi ti sei avvicinato al rap?

“Come ascoltatore nel 2009 circa con Fabri Fibra, quando per le prime volte lo passavano in radio. All’inizio ascoltavo soltanto lui, poi su MTV ho visto Tinie Tempah, Flo Rida, Eminem, li passavano sempre, io li ascoltavo e mi piacevano perché erano molto diversi da ciò che ero abituato ascoltare. Ai tempi ascoltavo soltanto quello che mi facevano sentire i miei, non avevo ancora gusti musicali miei, perché ero un bambino, però grazie a Eminem e Fabri Fibra ho iniziato ad avvicinarmi al rap e da Fibra poi ho iniziato ad ascoltare Marracash, Fedez che è stato uno dei miei più grandi idoli, poi i Dogo e Guè Pequeno”.

Perché c’è così tanta competizione tra voi YouTubers?

“Sì, competizione ce n’è, ma neanche troppa alla fine, dipende, io quantomeno non la sento, magari c’è chi la sente di più. Magari tra noi che parliamo di rap, c’è competizione perché quello che fa uscire la reaction prima ha più visibilità, ma alla fine non c’è tanta competizione, anzi, ci vogliamo quasi tutti molto bene”.

C’è qualcuno a cui ti ispiri per i tuoi video?

“Non in particolare, sono sempre me stesso, magari per qualche video un po’ più informativo prendo spunto da altri video, non da YouTuber, ma da video americani che mi piacciono e che vorrei riproporre in Italia, però non c’è nessuno in particolare a cui mi ispiro”.

Chi sono il migliore e il peggiore YouTuber italiani?

“Il peggiore sicuramente Andrea Santin, il migliore, o meglio, quello che stimo di più, Dread, ma se devo dire il migliore FaviJ”.

Cosa rispondi a chi dice che gli YouTubers hanno rovinato la credibilità del rap?

“Che non capiscono niente”.

E a chi dice che non ne sapete niente di rap o della storia del rap?

Chi dice che noi non sappiamo niente di rap è perché crede di sapere tutto, ma alla fine non sa niente. Io non ho mai detto di essere un esperto di rap, sono soltanto un ascoltatore come tanti con la differenza magari che io lo ascolto da molti più anni di altra gente, perché comunque l’ascoltatore medio del rap di adesso è giovanissimo e io lo ascolto da quando avevo 10/11 anni e sicuramente, rispetto ai ragazzini di adesso, qualcosina in più l’ho sentito. Per quanto riguarda la storia del rap, io so com’è nato, so chi sono i pilastri, alcuni mi piacciono, altri no, alcuni li ho ascoltati, altri no, però non sono qua a vantarmi di quanto ne so, io sono qua per fare intrattenimento, per dare magari qualche informazione su quello che succede adesso e dare il mio parere sulle canzoni di adesso, niente di più, non ho mai detto di essere il profeta del rap italiano”.

Perché secondo te è così amata la vostra figura?

“Bella domanda ahaha, sinceramente non lo so, forse dai video. Secondo me dipende da come ti vede lo spettatore, va molto a simpatia, se risulti simpatico o meno, perché anche io Dread lo stimo tantissimo perché è anche simpatico e riesce a intrattenere facilmente, facendo poco”.

Cosa faresti se un domani ti oscurassero YouTube?

“Probabilmente o cinema o radio perché sono le mie grandi passioni, più il cinema, quindi penso che farei cinema, però questi sono i miei piani B”.

Victor Hugo

Grazie alle parole di Victor Hugo ho capito che denigrare le Rap Reaction e gli YouTubers sarebbe come denigrare Striscia la Notizia o lo storico Drive In.

Valeria
Valeria
Classe '81, ascolto il rap da quando nell'89 ho abbandonato Cristina D'Avena per la prima cassetta di Jovanotti "La mia moto" e da lì non ho più smesso.

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