Il “Grandeur” ritorno di Apollo Brown – Recensione
“Grandeur” è il ritorno di Apollo Brown sul beat. Esce oggi, 25 Settembre per Mello Music Group il nuovo LP del produttore di Detroit: 19 tracce con tantissimi featuring. L’impronta del disco è molto classica, campione, cassa, rullante e gli emcee che sputano le rime alternandosi al microfono. Nulla di innovativo nel panorama rap del momento, ma per gli amanti del boom-bap e dell’underground (o pseudo tale) potrebbe essere un prodotto interessante.
Nel complesso, “Grandeur” non è un disco pesante come l’ultimo “Blasphemy” con Ras Kass (che tra l’altro ritroviamo qui sulla traccia “Enemies with Benefits”): i suoni riescono a variare maggiormente tra un brano e l’altro, sempre mantenendo lo stile di Apollo.
I campioni vocali, i fiati e le batterie sincopate tornano prepotenti come in tutte le passate produzioni: il disco parte con il featuring dei Barrell Brothers (aka Skyzoo e Torae) sul pezzo “Neva Eva” per poi passare al compagno di etichetta Oddisee con “What You Where Lookin’ For”.
Come già anticipato dal primo singolo estratto, gli M.O.P. infiammano la traccia “Detonate”, dove un organetto Hammond ed un loop vocale trasformano la traccia in una malinconica ed aggressiva allo stesso tempo, in tipico stile Mash Out:
“Lil’ fella, respect your elders ‘fore I fuck around and kill ya / Stay in ya your place, don’t fuck around with gorillas / You ain’t running with killers or pushing paraphernalia”.
Il campione di “In The Winter” di Janis Ian la fa da padrona nel pezzo “There’s Always Radio” con Evidence, ed il campione di “Remember the Rain” dei 21st Century è sul pezzo “Still Standin'” con Rasheed Chappell al terzo ascolto, due dei miei brani preferiti di tutto il disco.
Saltando da una traccia all’altra vi sfido a tenere la testa ferma quando incontrerete il pezzo “The Hard Way” con Saga e Ty Ferris, fiati, beat potente e l’attitudine boom-bap che – ad essere sincero – un po’ mi mancava.
Penso che sia impossibile – in un disco di 19 tracce – soffermarsi su ognuna, ma per questo disco bisognerebbe farlo: lo stesso pezzo con Vinnie Paz e Blacastan “Walk With Me”, o “Checkered Flag” con i compari Ugly Heroes meriterebbero una nota di merito.
Verso la fine del disco troviamo anche un pezzo con Reks e con il compianto Sean Price “Yesman Shit” è probabilmente uno degli ultimi pezzi registrati dall’emcee di Brooklyn, scomparso lo scorso Agosto.
In definitiva – se avete orecchie allenate – e non vi fate scoraggiare dai suoni di un certo tipo “Grandeur” sono 63 minuti di buon rap e ottime strumentali. Come detto in apertura, Apollo Brown non si inventa nulla. Possiamo premiarlo per la ricerca dei campioni, che sono sempre azzeccati (pochi sono i beat non riusciti di questo disco, molto pochi) ma non per l’innovazione.
Al contrario dei dischi collaborativi di Apollo Brown usciti in precedenza (Guilty Simpson, OC, Ras Kass, Boog Brown) questo vede la presenza di diversi emcees ad alternarsi al microfono, e questo lo rende sicuramente più interessante all’ascolto prolungato.
“Yeah, 20/20 is hindsight / Experience will surely strengthen your eyesight / I’m in the crib with yo’ bitch playing Mindsweeps / Sipping pink premise listening to the Chi-Lites / I’m war ready, got my money and my mind right / When you move at God speed, He make sure that your time is right / My catalog is like the ’85 Slam Dunk Contest / Michael Jordan versus the Human Highlight / Banger after banger, bars and cliff hangers”.
E’ comunque un disco che va ascoltato – e fidatevi – non fermatevi al primo ascolto. Dopo 2 o 3 volte, imparerete ad apprezzare le sfaccettature nascoste, sia dei beats (trovate i campioni nascosti!) che delle liriche. Buon ascolto!