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Fare figli è già una bella sfiga, se poi ti invitano ai concerti di Sfera…

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Ok, solitamente non scrivo mai due articoli consecutivi sulla stessa persona ma visto il grande successo del pezzo su Sfera di settimana scorsa, ho colto la palla al balzo decidendo di far partire anche la riflessione di questa settimana da una notizia riguardante il menestrello “sciroppato” di Cinisello. 

Titola Repubblica: “Al concerto di Sfera Ebbasta con mamma o papà, biglietti gratis per i genitori”. Ah, ok. Già su questo titolo e sulla notizia nel complesso, si potrebbero fare i salti carpiati dalle risate. 

Stando alle dichiarazioni dell’artista, proprio questa settimana intervistato dal famoso quotidiano, sarebbe un’iniziativa volta a rassicurare i genitori in apprensione per la partecipazione dei propri pargoli a concerti che, stando ad alcuni articoli letti in giro, sarebbero un mix tra la festa annuale delle bestie di Satana e i ragazzi dello Zoo di Berlino. 

Ho pensato di coinvolgere i genitori in modo che possano vedere che nello show tutto è positivo, è un posto dove ci si diverte. Mi sono messo nei loro panni che hanno visto l’idolo dei loro figli, che sono ancora dei ragazzini, additato dai giornali e dalle tv come se fosse un mostro”. Povero cucciolo. 

Una bella e “super esaustiva” risposta a tutti quei cattivoni malpensanti che si permettono di insinuare che questo altro non sia che un modo per rendere Sold-out le date di un tour che forse, proprio complice la tragedia Corinaldo, non sta vendendo quanto sperato. Forse, non lo sapremo mai.

In un certo senso le dichiarazioni di Sfera mi hanno però aiutato a riflettere. Sì, lo so che sono stato molto critico nei confronti del suo ultimo singolo “Mademoiselle” e sebbene continui a ritenerla una litania insopportabile, la questione “genitori” mi ha aperto gli occhi spingendomi ad analizzare l’argomento da un’altra prospettiva. 

Della caccia alle streghe inaugurata dai mass media, sarebbe davvero fregato a qualcuno se la trap avesse una fan base con un’età media degna di un genere che è, a tutti gli effetti, un figlio balordo del rap? 16 anni? 17?

In fin dei conti, chi cazzo li guarda più i telegiornali? I genitori. Ecco appunto. 

Vi ricordate quanto il TG5 aveva annunciato l’arresto della “band dei Noyz Narcos”? Io sì, avevo 17 anni. Ha cambiato qualcosa? C’era meno gente ai concerti? No, anzi. Questo perché ai tempi la sua fan base aveva un’età media che tra motorini e macchine degli amici più grandi, era in grado di andare ai concerti a prescindere da quello che i genitori potessero pensare. 

Sfera Ebbasta, invece, ha un pubblico largamente composto da ragazzini in sindrome pre-adolescenziale, gente che non ha l’età manco per guidare un booster e ordinarsi un Bacardi breezer. Come cazzo fanno ad andare ai concerti senza il permesso dei genitori? Corinaldo e il conseguente sciacallaggio dei vari telegiornali e programmi da salotto, è quanto di peggio potesse capitare a qualcuno che basa il proprio successo su una miriade sterminata di ragazzini che fino a settimana scorsa guardava la Melevisione. 

Una cosa però ho trovato estremamente positiva nel leggere le dichiarazioni di Sfera Ebbasta: è finita la farsa. Vi ricordate quando i rapper si innervosivano nelle interviste se anche solo ti permettevi di fargli notare come il loro pubblico fosse ancora in pubertà? Con l’invito di Sfera si è finalmente deciso di sdoganare il fatto che la trap sia sostanzialmente un genere per bimbi, hanno fatto outing. Evviva l’onestà, sempre e comunque. 

Un pensiero a tutti quei papà, specie nella settimana della loro festa, che verranno trascinati a sentire Sfera Ebbasta. Siamo convinti rimpiangerete molto presto quando il vostro figlio maggiore vi trascinava a vedere il Wrestling. Era più credibile.

Diego Carluccio
Diego Carluccio
Diego Carluccio nasce, in tutta la sua presunzione, il 26 ottobre del 1990. Ora di pranzo. Essendo la modestia il marchio di fabbrica della casa, pare abbia dato suggerimenti e consigli su come affrontare il parto allo stesso medico primario. Volendo affossare l’insopportabile luogo comune secondo il quale “dai licei esce la futura classe dirigente”, si iscrive al liceo classico e, sebbene provi a farsi espellere e/o bocciare ripetutamente, consegue l’impareggiabile successo di diplomarsi in 5 anni con un sensazionale 60/100. Da segnalarsi la tesina di laurea: un mix di Ramstein, Marilyn Manson e Neonazismo. Iscrittosi per sbaglio alla facoltà di legge alla statale di Milano, rimane ripetutamente intrappolato all’interno di quel subdolo e tentatore tragitto che connette la fermata “Missori” e l’aula di Diritto Privato. Ritiratosi dai corsi a metà anno, dedica il resto della stagione 2009-2010 al fancazzismo professionistico. Desideroso di ottenere una laurea però, scegli la carriera universitaria che ha il maggior numero di punti di contatto con la disoccupazione perenne: nel 2011 si iscrive al Dams. Laureatosi con il voto di 99/110, in onore dei kg e del numero di maglia dell’idolo di infanzia Antonio Cassano, conclude la propria esperienza universitaria con un tesi dedicata a “Fabri Fibra” e al rap italiano. Prima tesina nazionale a contenere un numero di parolacce superiore a quello dei segni di punteggiatura. Come ogni buon “critico” giornalista che si rispetti, non manca, tra le esperienze del giovane Carluccio, un fallimento artistico. Firma nel 2015 un contratto discografico con una label minore sotto lo pseudonimo di D-EGO MANIA. Il disco “Non è un paese per rapper” riesce nell’ardua impresa di vendere meno copie dell’esordio discografico dei Gazosa. Ora vive a Londra, frequenta un Master in Digital Journalism e lavora nell’organizzazione eventi per uno degli hotel più lussuosi della capitale britannica, ma non preoccupatevi: la sua vera passione è dirvi quanto fate schifo. ALTRE COLLABORAZIONI: Rolling Stone, Noisey, Il Milanese Imbruttito

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