Ho sempre pensato che la musica sia una delle più alte forme d’arte, che sia una cosa seria e che vada presa sul serio pur mantenendo presente l’aspetto d’intrattenimento che da sempre per sua natura la contraddistingue. Ho altresì sempre pensato che è live su un palco davanti alla gente che un artista dimostra la sua bravura e il suo essere un Artista, perché è solo in quel momento che un cantante si spoglia completamente mettendosi a nudo e mostrandosi così com’è davanti al suo pubblico. Capacità, pregi, difetti, personalità, in quelle ore di live l artista è solo, non ci sono tastiere, social network, classifiche, non c’è niente, se non lui e i suoi fan. Mi sono sempre piaciuti quei live che ti danno un’emozione in più, che ti lasciano qualcosa dentro, che non siano la semplice esecuzione di un cd che potrei comodamente ascoltarmi a casa, ma che diano un valore aggiunto e che ti facciano entrare nel mondo dell’artista che hai di fronte.
Ho assistito a tantissimi concerti quest’anno, molti mi sono rimasti dentro, molti altri invece li ho guardati con aria un po’ annoiata al punto da non vedere l’ora che finissero. Molti artisti mi hanno lasciata a bocca aperta per il loro talento, molti altri mi hanno fatta emozionare, altri ancora ballare e cantare come una ragazzina, altri mi hanno fatto tornare ragazzina e rivivere il rap di 10 anni fa, altri invece sono passati così, senza infamia e senza lode.
Essendo giunti ormai alla fine di questo 2017 e considerando che le classifiche in questo periodo dell’anno vanno via come il pane, ho deciso di stilare una classifica dei Best Live di quest’anno, o meglio dei sei concerti TOP del 2017:
- Il primo posto va sicuramente a Fabri Fibra e alla sua performance live all’Alcatraz di Milano. Un Fibra maturo, consapevole, che in due ore ci ha fatto rivivere, anche grazie al maxi schermo alle sue spalle, più di 10 anni del Fibroga nazionale dimostrando senza spocchia ma con la sola voce e con le sue storiche rime che è il numero uno, l’unico e vero RAP italiano.

2. Al secondo posto sicuramente la performance della Machete Crew e del 333 Mob al completo tenutasi all’Aero Gravity in occasione della Design Week. Ancora una volta, quella sera, tutti i membri delle due etichette ci hanno dimostrato che sul palco non hanno nessuna pietà e che dal 2012 sono i King’s Supreme della scena.

3. Al terzo posto Vegas Jones. Un animale da palcoscenico fatto e finito. Ho avuto modo di vederlo diverse volte live e non mi hai mai delusa, la sua tecnica è perfetta in ogni circostanza e sa tenere il palco come un veterano. Più che un live, il suo concerto ai Magazzini Generali di Milano, sembrava un raduno di ultras.

4. Al quarto posto Achille Lauro e i suoi Ragazzi Madre. In questi mesi, insieme a Boss Doms e Dj Pitch8, Lauro ci ha fatto vedere un nuovo modo di fare live, ha cambiato più volte le regole del gioco creando di fatto per chiunque abbia avuto modo di vederli dal vivo, una nuova forma di concerti e un nuovo modo di stare sul palco e fare show. Quelli di Lauro non sono mai concerti, sono raduni, sono block party, sono tutto quello che il rap non è.

5. Al quinto posto Marra e Guè e il loro Santeria. Perché Santeria non è solo un disco, è un progetto che coinvolge la scrittura, l’ispirazione presa in varie parti del mondo, per arrivare all’interpretazione dei brani scritti insieme dai due artisti, con le scene recitate da loro sul palco completate dalla parte video mandata in onda durante i live. Tutto questo ha fatto sì che i loro concerti fossero solo la punta dell’iceberg dell’intero progetto e ha nettamente alzato il livello del rap italiano.

6. Al sesto posto Lazza. Il suo show ai Magazzini Generali di Milano è stato uno dei più completi ai quali abbia mai assistito, non è mancato nulla, come del resto non manca nulla in “Zzala”, è riuscito a trovare anche live il giusto compromesso tra stile e contenuto, tra pezzi più ignoranti e crudi e altri più introspettivi, in più il freestyle con Ensi e Nerone e l’apertura con lui al piano hanno reso il suo show uno dei migliori degli ultimi tempi.

Fuori classifica Sfera Ebbasta, non perché non mi piaccia, anzi, mi piace molto, ma al suo live a Milano l’ho visto sottotono, non dal punto di vista canoro, quello era impeccabile, quanto dal saper tenere il palco, forse era fuori forma quella sera o forse deve ancora impratichirsi da quel punto di vista.

Delusione fortissima è stata sicuramente aver sentito Rkomi live al Red Bull Culture Clash, decisamente inascoltabile.
Altra delusione Nerone, premesso che mi piace la sua musica, ma sia live a Radio Deejay, sia sul palco con Lazza, l’ho trovato fuori forma, aspetto di rivederlo live per potermi ricredere.
Punti positivi invece per i giovanissimi Cromo, Dani Faiv, Samuel Heron e Quentin 40, quattro grandi rivelazioni di quest’anno che live non mi hanno mai delusa e che spero continuino su questa strada per alzare il livello del rap italiano. Indimenticabile è stato sicuramente vedere Bassi Maestro cantare con Vegas Jones, vedere come il nuovo e il vecchio si sposino e si mixino in un modo così perfetto, ma anche il Red Bull Culture Clash e lo Stage Hip Hop al Nemeless Music Festival sono stati sicuramente due palchi e due show di altissimo livello, molto diversi tra loro ma entrambi di forte impatto.

Spettacolare anche il Concert in The Sky con Marracash a 40 metri di altezza, del resto il Principe di Barona é sempre e da sempre una conferma sia sopra che sotto il palco.

Nota super positiva e medaglia d’oro per i live va sempre a Salmo. Il suo concerto non è stato inserito nella classifica perché era dicembre 2016, ma Salmo live non lo batte proprio nessuno, che sia un concerto tutto suo, che sia ospite di altri artisti, che sia il Red Bull Culture Clash, quando Salmo sale su un palco non ce n’è per nessuno.

Aspetto con ansia di vedere il live di Ensi a febbraio, perché lui in passato non mi ha mai delusa e finalmente porterà su un palco un po’ di sano rap fatto come si deve e di assistere al concerto della DPG, sì proprio loro, perché sono curiosa di vederli su un palco.