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Un proiettile di lavanda tra Snoop Dogg e Donald Trump scatena le reazioni di rapper e politici

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Una distopica realtà fatta di clown

Il genio ribelle Snoop Dogg ne ha combinata un’altra delle sue. Pochi giorni fa è uscito il video di “Lavender (Nightfall remix)” in collaborazione con Kaytranada e i BadBadNotGood che ha dato il via a una serie di polemiche che hanno come protagonisti lo stesso Snoop e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Il video rappresenta una società distopica fatta di clown in cui il padre clown di una famiglia di clown fuma marijuana nel tragitto casa-lavoro per allentare lo stress della quotidianità. Sale in auto, accende la jolla e viene seguìto da un poliziotto che lo ferma. Alla vista di una pistola giocattolo, sequestrata al proprio figlio di buon mattino, l’agente spara all’uomo dal cui corpo fuoriescono coriandoli anziché sangue. La scena viene ripresa da un ragazzino che corre subito a casa per uploadare il filmato su ClownTube mentre in tv il Presidente Ronald Klump, dalla sua Clown House, prima di essere colpito alla testa, annuncia di voler deportare tutti i Doggs. Si fa sera, il Presidente e i suoi uomini arrivano sotto casa di Snoop che, pistola alla mano, si appresta a scendere. Giusto il tempo si spegnere il sigaro sotto le sue suole che il clown biondo si ritrova con l’arma alla tempia, Snoop spara e… Dalla canna della pistola esce una bandierina con su scritto “BANG”. Il Presidente viene incatenato e gli viene soffiato del fumo in faccia da Snoop e soci. Il video termina con uno spot televisivo in cui uno Snoop Dogg versione cartoon spara a dei clown e pubblicizza gli stessi cereali (ma con la sua faccia) con cui, all’inizio del videoclip, faceva colazione il figlio dell’uomo-clown assassinato dal poliziotto.

Le reazioni dei politici U.S.A.

Le reazioni dal mondo della politica non si sono fatte attendere. Infatti, il senatore Marco Rubio, in un’intervista a TMZ, ha mostrato il suo disappunto verso Snoop affermando che non avrebbe dovuto fare un videoclip del genere poiché l’America ha già avuto Presidenti assassinati e perché la gente in disaccordo sull’attuale politica potrebbe farsi un’idea sbagliata andando a causare un reale problema.
Chi ha fortemente criticato, invece, è stato il portavoce di Donald Trump, l’avvocato Michael Cohen che, anch’egli in un’intervista a TMZ, ha preteso le scuse da parte di Snoop Dogg affermando di vedere un disappunto politico celato dalla libertà artistica in un videoclip che di artistico non ha nulla.
In tutto ciò, non poteva certo mancare il commento di Mr. Donald Trump e, infatti, il suo pensiero è stato affidato al cinguettio di Twitter:

Snoop, che l’hip hop sia con te

La vicenda ha suscitato le reazioni della comunità hip hop. Mentre Snoop stesso affermava su Instagram: “Got nothing to say“, in suo supporto sono arrivati diversi suoi colleghi.

Un post condiviso da snoopdogg (@snoopdogg) in data:


Il primo, in ordine di tempo, è stato Bow Wow in un tweet, poi cancellato, in cui suggeriva a The Donald di non parlare del rapper della West Coast e di pensare al suo lavoro prima di “pimpare” sua moglie.

Looks like #ShadMoss has a few words for #Donnie ? What did Melania do ?

Un post condiviso da The Shade Room (@theshaderoom) in data:

Un altro rapper che ha preso parte alla faida è stato T.I. che su Instagram si è lasciato andare con diversi appellativi.

In un’intervista a TMZ, i rapper Ice-T e Treach, invece, si sono soffermati sul lato creativo del video trovandolo artistico e senza alcun accenno a qualcosa di minaccioso.

Sempre a TMZ, il rapper nonché attivista Common ha parlato della libertà di espressione propria dell’hip hop che è presente dai tempi dei Public Enemy fino ad oggi con artisti come Kendrick Lamar. Inoltre, ha sottolineato che, in quanto persone, si è in diritto di parlare in merito a dei personaggi politici che non piacciono.

Gli ultimi, in ordine di tempo, a esprimere i propri pensieri sulla vicenda sono stati JidennaRick RossDesiigner che, raggiunti da Billboard in occasione del festival South by Southwest, hanno avuto parole di elogio per Snoop Dogg definendolo coraggioso, saggio e portavoce degli emarginati.

Amici amici e poi ti rubano la bici

Eppure c’è stato un tempo in cui il magnate americano e il rapper della West Coast furono amici. Un decennio fa, durante la sesta stagione di The Apprentice su NBC, l’attuale Presidente degli U.S.A. definiva il suo amico Snoop Dogg come un uomo d’affari molto intelligente e tenace, un grande musicista nonché il più grande artista hip hop.

Nel 2011 al Comedy Central, uno spiritoso Snoop Dogg voleva essere come Donald Trump, tuttavia sottolineava che a lui mancavano delle amanti ventenni e un avvocato divorzista, ma la stoccata più grande, seppure ironica, è stata la frase: “Non sarebbe la prima volta che hai spinto una famiglia nera fuori della loro casa” in merito al desiderio del magnate di volersi candidare alle elezioni.

Il loro rapporto si è incrinato proprio in merito alle vicende politiche americane. Infatti, l’elezione di Trump non ha trovato il favore di Snoop Dogg che su Instagram si lasciava andare in dichiarazioni poco piacevoli e chiedeva a Drake se in Canada ci fosse posto anche per lui in modo da evitare la presidenza Trump.

Un post condiviso da snoopdogg (@snoopdogg) in data:

My new home. @champagnepapi I need the hookup on some property. Nefew fuck this shit I’m going to the. 6ix

Un post condiviso da snoopdogg (@snoopdogg) in data:

Tutto ciò ci ha portato a oggi, periodo in cui Snoop presenta il Presidente Trump come un pagliaccio che guida un Paese di pagliacci.

Donato Cerone
Donato Cerone
Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.

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