“Tutti cantano Sanremo”, tutti sì, o quasi, di certo tutti tranne i rapper, perchè si sa, da sempre rap italiano e Sanremo non hanno proprio un rapporto idilliaco.
“Lascia che ti dica i miei fantastici progetti musicali per il futuro, in questo paese ricco di opportunità per i giovani, noi ad esempio adesso…
Andiamo a Sanremo Sanremo che cosa??”
Diceva Fabri Fibra nel 2007 in “Andiamo a Sanremo“.
E nel 2009 aggiunge “Sanremo è il gala’ della musica leggera, io faccio musica pesante che si dispera” (Non è Andiamo a Sanremo).
Marracash, ospite a Radio Due nel febbraio 2015, ha detto apertamente con un freestyle quello che pensa sul Festival della canzone italiana “sembra un po’ la Champions dei talent show..sessantacinque lunghi anni di Sanremo, sessantacinque gli anni del pubblico medio“…
Storico fu anche il freestyle degli Articolo 31 del 1999 “come l’industria delle medicine, deve sopravvivere anche quella delle canzoncine“..
Articolo 31 a Barracuda – 1999 – Freestyle su… di tore63
I rapper italiani e Sanremo hanno da sempre avuto un rapporto burrascoso, c’è chi lo “schifa” e lo ritiene un festival vecchio, in un paese per vecchi dedicato solo alla canzone italiana dalla quale la maggior parte degli esponenti della scena rap si discosta e dissocia, come Marracash e Guè Pequeno in “Cantante italiana” o Salmo “potrei fare come il Volo, iscrivermi al coro, essere vecchio a 20 anni e morire solo“, o ancora i Club Dogo in “Erba al diavolo” “Fanculo al Gf, a Sanremo e pure a te…l’unica Ps che mi piace è la PS3” e chi, invece, a Sanremo ci va proprio per portare e far conoscere questo genere musicale al grande pubblico, pur restando sempre fedele alle proprie origini e alla musica hip hop, come Clementino, che, nonostante quest’anno salga sul palco dell’Ariston per la seconda volta, del Festival dice “Sanremo non è una vetrina, anche perché le vetrine noi le spacchiamo“.
Se Fabri Fibra gli ha “dedicato” una canzone ma poi a Sanremo si è ben guardato dall’andarci, molti sono i suoi colleghi che negli anni hanno partecipato alla kermesse ligure.
A iniziare da Jovanotti, che nell’ 89 ha portato la sua “Vasco”, Caparezza (Mikimix) nel ’97 con “E la notte se ne va”, Irene La Medica nel ’98 “Quando lei non c’è”, i Sottotono nel 2001 con “Mezze Verità”, Piotta “ladro di te” nel 2004, Frankie Hi Energy “Rivoluzione” nel 2008.
C’è poi chi a Sanremo c’è stato, ma nessuno se lo ricorda o sa quale fosse esattamente il suo ruolo sul palco dell’Ariston, è il caso di Bassi Maestro che 2003 ha accompagnato Syria in “L’Amore è”, sì, lui c’è ed è ben visibile ma non si è mai capito cosa stesse esattamente facendo.
Epica fu sicuramente l’apparizione a Sanremo di Eminem nel 2001. Il rapper americano, che si è presentato sul palco con la sua crew D12, ha scatenato non poche polemiche e indignazioni all’epoca. Lui con la sua musica sicuramente poco “cuore/amore”, che a stento rivolge la parola a Raffaella Carrà (presentatrice di quell’edizione), non è stato particolarmente gradito dal pubblico della kermesse rivierasca.
Evento, che, per noi hip hop addicted, invece, è stato epico e indimenticabile.
Quella del 2014 è stata sicuramente l’edizione più rap di Sanremo. Dargen D’Amico era giudice nella sezione giovani, vinta da Rocco Hunt con “Nu juorno buono“, Coez ha partecipato (alle selezioni) con “Chiama me” e Frankie hi Energy con “Un uomo è vivo“.
Anche l’edizione del 2016 è stata abbastanza rap, con Clementino “Quando sono lontano” e Rocco Hunt che con “Wake up” è riuscito a svegliare per pochi minuti il pubblico mummificato dell’Ariston.
Paradossalmente a quanto succede nel panorama musicale italiano, che oggi più che mai vede il rap protagonista, l’edizione di Sanremo di quest’anno è decisamente poco rap. C’è ancora Clementino per il secondo anno consecutivo, che, con la sua “Ragazzi fuori” scritta a quattro mani con l’amico Marracash, porta un po’ di rap all’Ariston e Raige in coppia con Giulia Luzi e la loro “Togliamoci la voglia“.
C’è stato poi ti caso in cui un rapper, pur non partecipando al Festival di Sanremo, ha vinto comunque. Tutti sanno che nel periodo pre/post Sanremo è rischioso far uscire dischi, perchè è da folli mettersi in competizione con la kermesse ligure, tutti lo sanno, appunto, tranne Salmo che l’anno scorso proprio in quei giorni con il suo Hellvisback era al quarto posto delle classifiche.
Rap 1 Sanremo 0.
Forse Sanremo e rap non si piaceranno mai, forse le sonorità della musica hip hop si sposano ben poco con l’ambiente musicale melodico, con la cornice sfarzosa e con il pubblico che circonda la kermesse ligure di febbraio. Forse Sanremo ha “la puzza sotto il naso” e ritiene questo genere troppo da strada o non adeguato e sicuramente molti rapper lo snobbano e se ne guardano bene dal salire su quel palco pieno di fiori, magari se al posto dei fiori ci fossero le fiamme le cose sarebbero diverse, ma chi lo sa.
Fatto sta che quello che viene cantato all’Ariston a febbraio, non è quello che la maggior parte degli italiani ascolta in macchina o nell’Ipod.
Sarebbe stato bello vedere Dargen D’Amico sul palco al posto che in giuria, oppure Mondo Marcio che ha scritto un brano del nuovo album di Mina e Celentano o Marracash insieme a Clementino, o volendo esagerare Ghali e perché no anche Fabri Fibra, Guè Pequeno e Sfera Ebbasta.
Ma forse è meglio così, è meglio che Sanremo resti Sanremo con i suoi cantanti e le sue canzoni che in pochi poi si ricordano e che il rap resti fuori dalla TV e rimanga nelle nostre cuffie, nelle nostre auto e sul web.