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Viene dal Marocco e guarda l’Europa. Maruego, la novità più fresca della musica italiana (Intervista)

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Io facevo il macellaio. E mentre lavoravo, cantavo“. Sembra la solita storia del ragazzo che fa un lavoro umile sognando di fare il cantante. Ma non è così. “Ramadan… certo. È una sfida conciliare Italia e Marocco. Sentimenti che si contrastano“. Sembra la solita storia dell’immigrato di seconda generazione che vive in Italia. Ma non è così. Oggi Maruego è fuori con ‘Che ne sai‘, un disco voluto e prodotto dal team di produttori più caldi del momento, i 2nd Roof. Sembra la solita storia del Rap italiano, la moda del momento. Ma non è così. È di più. Più complesso, più bello. Una strada piena di sorprese. Alti, bassi, curve. Ma partiamo dall’inizio.

Maruego Che Ne Sai Copertina

(Cover del disco in free download)

Maruego, il nome che si è scelto non lascia dubbi, è nato a Berrechid, Marocco, ma a 40 giorni era già in Italia. “Io mi sento sia marocchino che italiano“. Canta in italiano, infatti. Ho voluto conoscerlo perché sono rimasto molto colpito dal brano Click Hallal guardando il video su Youtube. Mi è sembrato così fresco, nuovo, fatto bene. E mi sono convinto che dietro questo ragazzo si nascondesse una storia interessante, piena di colori e sapori. Oltre che di talento. Ci vediamo in Brera, centro Milano, luogo storicamente di artisti e passione. Puntuale io, puntuale lui. Un sorriso grande e l’atteggiamento tipico del rapper. Ma si vede subito che non è tutto lì. Gli offro da bere. Ma siamo in periodo di Ramadan. Stupido io. E allora cominciamo subito a parlare di Marocco. Italia e Marocco.

In cosa si mischiano le due anime?
Maruego: Non si mischiano, vorrei dire che si completano, ma la realtà è che si contraddicono. Si scontrano. Perché vorrei fare il marocchino, solo che c’è questa parte italiana che mi svolta tutto il resto. Crescendo qua vedi delle cose che non vedi in Marocco. È un flash continuo. Un po’ uno scontro tra Oriente e Occidente. Fidati, è difficilissimo mischiare marocchino e italiano perché son due cose diverse, molto diverse.

Parlare di cultura e religione non è mai facile. Passiamo alla musica. In ogni caso le anime di Maru si intravedono continuamente nei gesti, nei commenti, i movimenti.

Come ti sei avvicinato alla musica? O alla musica Rap?
Maruego: Tramite un mio amico. Un giorno è venuto con un pezzo scritto su un foglio. Ho visto le lyrics e ho detto ‘bello mi piace, sei bravo, anche a me piacerebbe farlo’ poi ho scoperto che era una strofa copiata da una canzone dei Gemelli DiVersi! Ma ormai mi era venuta la fissa di scrivere qualcosa anche io. Avevo 12 anni.

I Gemelli DiVersi? E lui lo spacciava per suo?
Maruego: Si! Il pezzo era ‘Un attimo ancora’, andava molto all’epoca, ma io non l’avevo mai sentito. Ma semplicemente perché non ascoltavo musica. Ho cosi iniziato a cercarmi canzoni simili. Poi ho scoperto che esisteva l’Hip Hop italiano più in generale grazie a Mondo Marcio, ascoltando il brano Dentro alla Scatola. Allora ho cominciato ad andare su eMule scrivendo ‘Mondo Marcio’ e usciva Fabri Fibra. Allora mi scaricavo canzoni di Fibra e nelle ricerche usciva il nome di qualcun altro e così via. Non avevo un PC. Compravo dei CD vergini, andavo a casa di un amico e gli dicevo ‘vengo da te mi scarico un po’ di canzoni!’.

Maru è nato nel ’92 ed ascoltando la sua sorpresa nello scoprire i rapper penso come sia strana, ma normale, questa situazione per i ragazzi più giovani. Quelli della mia età hanno visto la nascita del Rap italiano e quindi è strano sentir dire di aver scoperto canzoni vecchie. Per noi è tutto da un punto in poi. Ma grazie a internet ovviamente oggi e molto più facile recuperare (è un po’ il suo bello, un po’ il suo brutto).

E dall’ascoltare, al fare, quanto tempo è passato?
Maruego: A 15 ho conosciuto Ghali (Ghali Foh, altro giovane rapper della scena milanese, anche lui di origini nordafricane) e con lui ho cominciato a fare le prime robe. Avevamo un gruppo che si chiamava Rap & Roll. Abbiamo fatto delle serate, ma nulla di ufficiale. Poi ci siamo separati.

Maru a questo punto mi racconta che dopo queste prime esperienze la sua storia, artistica oltre che personale, ha subito un cambiamento. È andato a lavorare, una pausa, un buco e, probabilmente, è stato giusto cosi. Ma a quanto pare è tornato più forte di prima. E, in poco tempo, è già riuscito a far parlare di sé.

Parliamo dell’album, ep, street album, come devo chiamarlo?
“Street album perché non c’era una grossa promozione”, interviene Federico uno dei 2nd Roof, produttori del disco, che ha accompagnato Maruego a questa che è, sostanzialmente, la sua prima intervista e, come responsabile dell’intero progetto, ci tiene a precisare. Ma io gli faccio notare subito che la qualità di questo prodotto è molto alta. Suona come un album ufficiale. “Anche secondo me”, annuisce Federico. “Ci abbiamo lavorato molto. Siamo contenti”. Ma non è una cosa insolita parlando dei 2nd Roof (team di produttori ormai famosissimo nell’ambiente del Rap e non solo, avendo lavorato con Gue’ Pequeno e tanti altri), io, infatti, mi sono avvicinato a questo lavoro di Maruego perché ho visto che era una cosa firmata da loro. Così sono andato ad ascoltarlo fiducioso. E non sono rimasto deluso, anzi. Mi è piaciuto tanto. Maruego mischia rappato e cantato con un gusto tutto suo. Io ho quel gusto lì. Musicalità, flow e soul. “Uno che ascolta rap da sempre dice ‘non è il rap di una volta…’ e allora? Lodevole tu che hai colto il senso del lavoro”, chiosa ancora Federico.

Com’è iniziata questa collaborazione?
Maruego: è nato tutto dalla canzone ‘Criminale‘ che avevo fatto tempo fa, Ghali l’ha pubblicato sulla sua pagina Facebook e il pezzo è arrivato alle orecchie di Gue’.
Federico: Siamo a stretto contatto con Gue’, ci sentiamo spesso. ‘Sentite qua, io non ho tempo, altrimenti lo seguirei io‘ ci ha detto un giorno. Allora abbiamo ascoltato e anche a noi è piaciuto, così gli abbiamo mandato un tweet e da li è nato tutto.
Maruego: Sono andato a conoscerli, mi han dato una base e il giorno dopo gli ho detto che avevo il testo pronto. Ed era quello di Click Hallal. È arrivato Pietrino (un altro terzo dei 2nd Roof) a casa, volevo farglielo sentire, ma, fatta la intro del pezzo, mi ha preso per un braccio e ha detto ‘andiamo in studio!’

Come nasce una canzone per te?
Maruego: Devo trovare una base che mi colpisca veramente tanto, con l’atmosfera. Inizio a pensare a cosa vedo in questa musica, me la studio. Cerco di dargli un senso e poi inizio a scriverci sopra.
Federico: Lui è cosi versatile… tanto che alcune robe gliele abbiamo imposte perché siamo convinti che possa stare su più groove. Ad esempio abbiamo lavorato anche a un beat più reggaeggiante… E lui l’ha cavalcato benissimo. Sentirete in futuro…
Maruego: Ma perché a me piace fare tutto. Da piccolo avevo anche un gruppo, suonavo la batteria.
Federico: E come vi chiamavate? (Chiede Federico sorridendo).
Maruego: I Black Panther.
Federico: Beh a nomi, tra Rap & Roll, Black Panther e…. innovativo!

La versatilità l’avevo colta. Si nota ascoltando l’album, ma anche all’interno di un singolo pezzo. Ma scrivi in casa o in studio?
Maruego: A casa, con nessuno affianco. Silenzio, tranquillità. Devo essere a mio agio.

Sono uscite un sacco di polemiche sul web. Sul fatto che lo stile di Maruego assomigli a quello di Booba (fortissimo artista francese di origine senegalese). Le critiche, le critiche del web, sono tipiche del mondo e del mondo dell’Hip Hop italiano. L’integralismo imperversa e supportare non viene sempre naturale. Sui forum riguardo alla posizione di Maruego si sta dibattendo parecchio e spesso a sproposito. Ma Maru, qui di fronte a me, se ne viene fuori come non ti aspetti. Normalmente uno risponderebbe infastidito, facendo il duro, il grosso. A maggior ragione i rapper, sempre sicuri e convinti. Invece alla domanda ‘a chi ti ispiri?‘ risponde subito ‘a Booba!‘ ironico, ma in poche frasi poi chiarisce la questione una volta per tutte.
Maruego: Guarda, Booba mi piace molto, ma ascolto tutto. Sicuramente ho un orecchio e un gusto più europeo, mi ispiro a cose fuori dall’Italia. Il cantato mi prende sempre tanto. Non mi piace quando le canzoni sono solo parlato… mi emoziona il cantato di un pezzo. Le canzoni belle sono quelle che mentre le ascolti riesci a farti un viaggione. E se parlano solo, beh, non mi emozionano. Mi piacciono quelle che magari ti fanno pensare al mare, alla spiaggia… Mi piace sognare sulle canzoni. Ma poi basta con questa cosa di dire Booba e mica Booba , a me fa solo piacere. Mi piace essere paragonato a lui, io non è che faccio la sua roba, se vai a vedere i suoi testi non sono uguali ai miei, io non copio niente di nessuno. Mi piace il modo in cui dice le cose. Magari è anche vero che lo stile può assomigliare, ma basta. Non è che gli altri inventano da zero. È il gusto. Poi ci metti del tuo. Ma soprattutto l’importante è che tu sia capace. E se vuoi saperla tutta anche Booba ha un’influenza e questa influenza viene dal Raï (musica araba, il cui nome significa ‘opinione’, che parla di scelte e vita, ma con una storia particolare alle spalle che invito ad approfondire…) e anche Booba ascolta questo genere, come me e solitamente i nordafricani. Il Raï lo senti nei locali e ti fa pensare. Sai, noi (e qui esce il Marocco, ndr) abbiamo le Booba un po’ diverse… qui (in Italia) esci per bere e ridere. In Marocco ti siedi per affrontare un problema. E si ascolta questa musica. E ti fa pensare tanto.

Chiusa la parentesi Booba e di quella parte della scena (tra chi ascolta, ma anche tra chi fa) Hip Hop che vuole vedere il negativo ovunque e non riesce a lasciarsi andare e apprezzare un lavoro un po’ diverso, per suoni e mood, magari nuovo, poco riconoscibile e riconducibile al cliché di rap italiano, c’è da dire che c’è anche una serie di artisti che non solo apprezza e supporta Maruego, ma che proprio, possiamo dire, sia quasi impazzita per lui e lo abbia dimostrato in più modi. Di Gue’ Pequeno abbiamo già detto (e che nell’album trovate come ospite nel brano ‘Nuova Ex’. Ma ancora più entusiasta è sembrato essere Tormento, personaggio storico dell’Hip Hop italiano, ex Sottotono, che ha partecipato al pezzo che da il titolo al disco. E così decido di avventurarmi in un ragionamento che mi ha preso fin dal primo ascolto.

Parliamo del pezzo con Tormento. Io rivedo in te e nel tuo disco un po’ quello che ho visto in Torme 20 anni fa. Non tanto come stile e come sonorità, ma come voglia di fare qualcosa di diverso, più completo, meno in linea con quelli che sono i canoni di questa musica, meno classico, più internazionale, affacciandosi con curiosità verso altri stili, altri suoni, altre possibilità. Provando a mettere tutto se stesso nella propria musica. E infatti anche lui 20 anni fa si è beccato critiche e insulti, spesso gratuiti, spesso vili, sicuramente immotivati, molto rancorosi. Anche lui accusato di essere troppo come qualcun altro, troppo Warren G, troppo Snoop. Oggi, 20 anni dopo, Tormento è ancora qui ed è considerato un king assoluto. Rispettato, da tutti. Tanto da dimostrare come quegli insulti fossero ingiustificati, miopi. Ora è presto per dirlo, ma mi auguro che anche le critiche fatte a te si trasformino in rispetto e supporto. Che sarebbe sempre meglio averli prima che dopo. E, azzardo, la sua partecipazione al brano Che ne sai la vedo quasi come un passaggio di testimone.
Federico: Hai ragione. Completamente d’accordo. Io stesso sono un grande fan di Tormento e di tutta la roba che ha fatto coi Sottotono. Noi non ci avevamo mai lavorato. E stato davvero un grande sfizio che ci siamo tolti.

Anche perché è facile pensarlo di mettere un cantato in un pezzo rap, ma poi farlo col gusto è tutta un’altra questione. Aggiungo io.

Maruego: Tormento sul quel pezzo era perfetto. E anche lui ha fatto il featuring con immenso piacere. Devo dire che tutti quelli con cui ho avuto l’onore di lavorare pensano belle cose di me.

A proposito di collaborazioni, con chi ti piacerebbe lavorare?
Maruego: Sheb Khaled. Artista algerino che fa musica in Francia ed è conosciuto in tutto il mondo. Ha lavorato anche per i Mondiali o ha fatto dei pezzi con Pitbull. E poi è l’autore di Aicha, brano famosissimo a cui sono particolarmente legato. Io andavo in una scuola musicale, solo che a me invece che farmi suonare gli strumenti mi facevano cantare perché si erano accorti che avessi una bella voce e allora al primo saggio ho deciso di cantare Aicha. Col testo in mano e tremavo. Avevo 11 anni.

Non era ancora arrivato il tuo amico col testo dei Gemelli DiVersi quindi?
Maruego: No, ancora no!

Direi che ne e passata di acqua sotto i ponti. Senti, prossimi passi? Live, estate?
Maruego: Esibirmi live mi piace, ma sono ancora timido col pubblico.

Davvero?? Di solito i rapper sono tutti spacconi. Non mi aspettavo una confidenza di questo tipo
Maruego: Non riesco ad essere diretto. Faccio le canzoni il più possibile uguali a come le ho registrate. E poi c’è questa cosa che non riesco a tirare in mezzo il pubblico, ma forse perché ancora è presto. Ci sto lavorando. Sono ancora in quella fase che ho paura a coinvolgere il pubblico, magari di dire ‘Su le mani!’ … e se poi non lo fa nessuno?!

Senti io ti ho conosciuto oggi, per cui di te avevo solo il tuo disco e mi son fatto delle idee, ora dimmi tu se hanno un senso. Ascoltando questo lavoro io ci ho visto: sofferenza, sacrificio e spirito di rivalsa.
Maruego: Vero, io ho ripreso un anno fa a cantare e il mio sogno è sempre stato fare musica. Da bambino mi mettevo davanti allo specchio, come tanti, facevo dei mini live. Poi ho iniziato a lavorare. Facevo il macellaio e mi sono accorto che quando tagliavo la carne io cantavo. Mi piaceva cantare. E molte persone che lavoravano con me continuavano a dirmi ‘basta hai rotto i coglioni di cantare…’ e io rispondevo ‘fidatevi, io con la musica tra un po’ verrò qua fuori dal negozio col Ferrari…’ sono le battute che si fan tra colleghi. E loro mi dicevano ‘tu sogni troppo, guardi troppi film, tu morirai qua dentro… a fare il macellaio‘ e son cose che non mi son piaciute. E questa è la mia rivalsa, ho iniziato a fare le cose seriamente, lavorando per finanziarmi i primi video, le prime cose. E adesso non ho ancora la Ferrari… Ma molta gente che non credeva in me si è ricreduta. Sì, chiamala pure rivalsa.

Maruego sta lavorando alla sua passione e ‘Che ne sai’ è proprio un bel disco. Fresco, innovativo, curato. Ascoltatelo. Ha lottato, sta lottando. Vede i primi risultati e sono certo che non si fermerà qui. Non ancora, non è abbastanza. Sicuramente ci proverà. Io scommetto su di lui. Maruego ha 22 anni, viene dal Marocco, vive in Italia e guarda all’Europa come punto di riferimento. Non ha una Ferrari, però adesso ha una strada.

Maruego e Federico dei 2nd Roof durante l'intervista

(Con Maruego e Federico dei 2nd Roof durante l’intervista. Foto di Laura Di Tella.)

Matteo Fini
Ricercatore e Autore. @matteofinii
Per Hano ha scritto anche:
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