‘Quando qui in redazione è arrivato il nuovo disco di Nex Cassel, Rapper Bianco, eravamo tutti eccitati e curiosi; soprattutto visto la cartella stampa che accompagnava il CD e che recitava: un disco Hip Hop al 100%.
Così, dopo aver ascoltato l’album, abbiamo deciso di andare in studio da Nex per farci raccontare da dove arrivano le idee per questo disco, della musica rap italiana, di Salmo, di moda e tanto altro!’
Rapper Bianco è un titolo curioso; perché questa scelta?
Volevamo mettere l’accento su “Rapper” per dire che è un album Rap; “bianco” invece è perché, va bé, io sono bianco, poi è un titolo un po’ ironico perché qui in Italia è quasi ovvio che uno sia un rapper bianco, quindi era un modo per dire “Ci sono solo io, io sono l’unico rapper bianco in Italia”.
Un altro motivo è che adesso è il momento di tanti rapper di seconda generazione, che magari fino a qualche tempo fa non erano molto forti, che iniziano ad essere bravi.
Per tutti questi motivi ho scelto di chiamare così il disco.
So che sei anche in giro con degli ‘In Store’.
Si ne sto facendo qualcuno, non molti, comunque su Facebook c’è tutta la lista con In store e Showcase. Però guarda ti dirò: di in store non ho nemmeno tutta sta voglia di farne un milione, vado solo in certi posti e basta.
Ecco la lista dei prossimi appuntamenti
- 20.02 instore @ Tcb Bassano Bassano Del Grappa
- 24.02 Showcase @ Time Out Seregno MILANO
A proposito di In store: non so se hai visto la piccola polemica scatenata da Salmo che si lamentava dicendo “inutile che rompete perché ci sono i ragazzini agli In store, gli In store sono fatti proprio per i ragazzini che non possono venire ai live”.
Si tieni presente che gli In Store che faccio io sono completamente diversi da quelli che fa Salmo. Io ho un pubblico, intanto, infinitamente più ridotto di quello di Salmo, e anche decisamente più vecchio, quindi anche ai miei In Store non trovi i ragazzini minorenni, proprio no, anche perché lui ha un pubblico molto più grande. Gli In Store miei sono un altra cosa, più un ritrovo di persone, con ritmi decisamente diversi, si beve qualcosa, si fa un po’ di festa e si sta assieme.
Qui a Milano c’erano anche Esa e gli altri; diciamo che io li faccio per incontrare anche le persone del posto, dove sono miei amici.
Stai preparando anche un tour?
Si, stiamo accumulando tutta una seria di date che faremo, ma non abbiamo ancora annunciato nulla. Sulla mia pagina di Facebook ci sono tutte le date segnate e si potranno vedere da lì, in continuo aggiornamento.
Ieri ero a Brescia, il 24 a Seregno, al Time Out ma tutte le date verranno segnate li.
Parliamo un attimo di Noyz: è la collaborazione che più salta all’occhio nel tuo disco, la più forte; la canzone Black Market è una citazione a Rick Ross?
No No No, sinceramente il pezzo l’abbiamo fatto prima di sapere che Rick Ross avrebbe chiamato il disco così. Poi io non sono per niente fan di Rick Ross che era una guardia carceraria, e con loro non ci vado molto d’accordo. Anzi, sono contento che ha dovuto ritirare il disco dal mercato, speravo non uscisse proprio! Con Noyz abbiamo fatto tante canzoni nel corso degli anni, e quando gli ho chiesto di fare una collaborazione per questo disco è venuto qua in studio e l’abbiamo fatta.
Ci sono anche Ensi, E-Green, Esa e un sacco di altra gente.
Si ci sono un sacco di feauturing con rapper hardcore. Con Esa la collaborazione l’abbiamo fatta perché volevamo un ritornello raggae, così ci siamo detti, proviamo a chiedere ad Esa che è sicuramente il più forte a farlo: è venuto qua, ha spaccato, ed in 20 minuti abbiamo fatto il pezzo
I video?
Di video ne ho fatti uscire già tre, ne sta per uscire un altro ma finchè non sarà ultimato non voglio dire nulla! Comunque ne usciranno almeno altri 2, ma forse di più, e poi usciranno sicuramente molti remix.
Questa è una delle differenze principali con l’album prima, dove poi ho avuto anche diversi problemi con la mia ex etichetta (Unlimited Struggle ndr.) ed i video non sono stati curati; invece questo disco pur essendo undergound, fatto con budget limitato, abbiamo cercato di fare dei video carini, facendo tutto da soli ma accompagnando l’uscita dell’album con dei bei lavori. Tra l’altro uno di questi video è stato fatto da Frank Siciliano, che è anche il mio video preferito, quello di Figlio del padre; anche se è un pezzo un po’ crossover, suonato interamente da una band rock ed immergendoci negli anni ’70, purtroppo non ha avuto molto feedback.
Ma secondo te nella scena Italia di oggi c’è posto per l’hardcore?
L’altro giorno ho sentito il disco di Salmo, e non mi sembra affatto un disco Pop, infatti penso che sia l’unico disco al mio livello. L’unico disco paragonabile al mio è quello di Salmo. Quello è un disco che vende tantissimo, e non è decisamente Pop, dunque non capisco quest’ossessione per fare la roba Pop, visto che lui riesce a vendere e ad avere tutto il successo che ha senza farne non ce n’è bisogno.
Le produzioni di Rapper Bianco, invece, a chi sono state affidate?
Le produzioni le ha fatte tutte St. Luca Spanish, e infatti al disco ci abbiamo proprio lavorato assieme. Sono tutte quante produzioni hardcore, lui è un produttore molto bravo, poi noi abbiamo voluto dare questo taglio al disco ma lui può fare benissimo altre cose.
Infatti per arrivare a decidere il tipo di sound che volevamo ci abbiamo messo un po’, abbiamo dovuto fare un po’ dì esperimenti e poi alla fine siamo arrivati a questo tipo di suono mischiando un po’ di 808 (drum machine ndr.) con campionamenti più stile anni ’90. Dopo vari esperimenti in studio è venuto fuori questo risultato, Luca è decisamente molto bravo.

Il tuo è, appunto, un disco molto Hip Hop!
Si sembra strano nel 2016 sentire una roba con gli scratch, con i Break Beat, però la roba che ascolto abitualmente è fatta in questo modo, quindi in realtà non mi sembrava troppo strano.
Quindi in questo disco ci sono finiti dentro un po’ i miei gusti musicali.
C’è qualche artista da cui ti senti influenzato per questo disco? Italiano e non ovviamente!
Purtroppo sento pochi dischi che mi piacciono dall’inizio alla fine, dunque non potrei dirti un disco solo, ma qualche pezzo qua e là che mi colpisce particolarmente quando esce c’è, comunque si tratta di tutta roba da New York, poi purtroppo dischi belli ce ne sono pochi.
Mi è piaciuta la roba di, per farti qualche nome, Bodega Bamz e Fabolous, ma sicuramente nel disco ci sono tanti rimandi alla roba vecchia che ascoltavamo anni fa.
È un disco che sa un po’ di anni ’90 ma che è comunque attualissimo, moderno e fresco; poi tieni presente che l’Hip Hop si cita sempre, c’è un po’ un ritorno a quella roba là: Wu Tang, Cypress Hill.
Parlando di dischi non posso assolutamente chiederti com’è la tua posizione sul nuovo DISCO DI KANYE WEST?
Kanye secondo me ha influenzato tantissimi rapper odierni, di brutto, però io avrei preferito che facesse solo produzioni, perché non amo il suo modo di rappare…
Occhio che ti dissa..
Ma magari! Sarebbe fantastico!
No, poi ti dico, uno segue gli artisti anche per simpatia, e Kanye West non mi sta troppo simpatico
Per quello penso non sia simpatico a nessuno!
Ma no! Pretende di fare moda e poi si veste di merda, un po’ come tutti quelli che fanno moda infondo. Più studiano moda più si vestono di merda, non si sa com’è possibile! Quando vedi qualcuno qua a Milano vestito di merda puoi dire per certo che quello studia Moda. Quando vedi qualcuno vestito da pagliaccio quello studia sicura allo IED, Marangoni, Naba ecc. Ma che cazzo studi a fare per poi vestirti così?
Una cosa che ho apprezzato nel tuo disco è la presenza di molte collaborazioni: ultimamente si tende a fare i dischi senza chiamare troppa gente per fare un po’ i preziosi, invece sentire voci diverse in un solo album può far piacere!
Si diciamo che i featuring in un disco possono rovinarlo: quando sono troppi portano fuori strada; invece noi abbiamo cercato di chiamare artisti non in base al nome, ma in base alla funzionalità del progetto. Dunque la scelta è stata orientata in base alle loro caratteristiche, poi siamo stati anche fortunati perché i pezzi sono stati fatti insieme in studio, qui in delle session, e sono usciti tutti bene, perché, sai, non succede sempre. Lavorando qui abbiamo cercato di trascinarli all’interno del tipo di cosa, di risultato che volevamo avere, infatti sono venuti qua tutti, abbiamo ragionato e alla fine ce l’abbiamo fatta.
Il pezzo con Noyz, per esempio, è un remix, perché l’avevamo registrato su una base completamente diversa; qualche tempo dopo è tornato qua, ha sentito un altra base e ha detto “proviamo ad usare questa” è così è uscito il pezzo che trovate nel CD. Sono cose che si possono realizzare solo lavorando in studio assieme e non in maniera diversa, le idee nascono in una maniera ma poi possono evolversi.
Per te che sei rimasto sempre lo stesso com’è stato andare avanti nella scena, osservandola oggi cos’è cambiato?
Anni fa c’è dovuta per forza essere un po’ di rottura con quella che era la vecchia scuola, perché non si riusciva ad andare avanti negli anni 2000, non riuscivamo ad emanciparci. Poi con quella generazione un po’ più vecchia della mia come Inoki, i Club Dogo e Noyz siamo riusciti a fare un cambio generazionale, ma è stato parecchio difficile. In quel periodo là avevamo decisamente un sound di rottura, invece, adesso, ho sempre la fissa di fare robe super nuove, ma voglio farle utilizzando elementi più classici.
Nel momento in cui c’era bisogno di fare qualche passo in avanti perché la situazione era un po’ stagnante, abbiamo fatto quel tipo di cose, oggi che il rap sta diventando troppo pop abbiamo cercato di fare robe hardcore.
Tu che sei un veterano hai consigli da dare a chi arriverà domani? Che ne sarà dell’Hip Hop?
Purtroppo l’Hip Hop si è allargato troppo come genere, come anche il rock, e alla fine… Per capire il futuro dell’Hip Hop basta vedere la storia del Rock che ha qualche anno in più. Sembra che nel rock adesso si siano dei gusti più settoriali: c’è chi ascolta l’Hard Rock, chi il Rockabilly, chi il metal, e la gente si prende il suo genere preferito ed ascolta quello. Anche nell’Hip Hop succederà questo. Io non ascolto più tutti i generi di rap come facevo una volta, perché questa cosa si è allargata così tanto che ormai non tutto quello che c’è mi piace, ci sono cose che con i miei gusti non hanno niente a che fare. Io spero che vada tutto a puttana e ci settorializzi. Certe volte vai ad una serata Hip Hop e di Hip Hop non ne senti.
Ci sono anche certi network che si definiscono Hip Hop che però non lo sono, ed io non riesco a capire questa cosa, sono fuorvianti per l’utente che accende la TV, legge Hip Hop e poi ascolta Pop, anche molti siti purtroppo sono così è molti artisti vengono buttati in mezzo anche se non c’entrano niente.
Poi Hip Hop dovrebbe essere il nome della cultura e il Rap del genere musicale…
C’è troppa confusione! Una volta si diceva che i giornalisti volevano etichettare la musica e i musicisti non volevano, io invece sarei favorevole, sono semplicemente nomi per definire le cose!
Diamo un etichetta al tuo disco allora!
Un disco rap del 2016 in stile newyorkese.
Ok, passiamo alle domande Hano, quelle preferite dai rapper!
Angolo della puttHana: prostituisci il tuo disco.
Consiglio a tutti di comprarlo perché spacca!
Penso sia un disco che durerà negli anni e la gente sarà contenta di averlo nella libreria di casa, non sarà usa e getta, poi questa è la prima stampa… Pensate a quanto lo rivenderete in futuro!
Angolo marzulliHano: fatti una domanda e datti una risposta
D: Come mai il disco è mixato così bene Nex?
R: Perchè io sono un tecnico di musica interattiva per le arti digitali, ho studiato a Saluzzo, in provincia di Cuneo
Angolo della sHampista: regalaci un pettegolezzo.
Bè quando studiavo lì in Piemonte avevo un barbone tipo hipster molto prima che la barba da hipster andasse di moda!