La Trap, i Minipony e le Treccine… Ma il flow?!
Oggi ho ascoltato “per sbaglio” il pezzo (La danza dell’ambulanza) di Young Signorino – 19 anni con presunti problemi alle spalle, figli e chi più ne ha più ne metta – sempre con il fine di catturare l’attenzione delle masse e mitizzarlo.
Chi mi conosce sa che sono un “conservatore” nel Rap e c’è chi mi accusa di esserlo addirittura troppo. Dopo essermi fatto sanguinare le orecchie con il pezzo sopra citato, da parte mia e di The Golden Edge c’è la consapevolezza che la musica Rap/Trap italiana (o almeno quella che viene spinta dal cosiddetto Mainstream) versi in uno stato ormai moribondo.
Personaggi tatuati in faccia, vestiti da donna, pagliacci senza un minimo talento rovinano tutto quello per cui centinaia di persone hanno lavorato prima di loro.
Personalmente non mi sento di incolpare Fish: il Dio Soldo è quello che comanda, specialmente al giorno d’oggi (lo dicevano anche i Wu-Tang nel lontano 1993 “C.R.E.A.M.”).
Tutti (o quasi) stanno puntando il dito contro il produttore ex-Sottotono che oggi stesso ha rilasciato una intervista a Rolling Stone Italia, assicurando di aver visto intelligenza e determinazione (che secondo noi non è comunque del talento) in Signorino, decidendo di produrlo.
Ed è assolutamente inutile che tentiate di precisare che la Trap non ha nulla in comune con il Rap perché si, avete ragione (e lo sappiamo noi, che di Rap ne parliamo e ne ascoltiamo da anni, nonostante sia nata come una branchia del Rap, diventato poi Southern o Crunk), ma purtroppo, molte testate giornalistiche cartacee, web e televisive, etichettano la Trap come Rap e il ragazzino di 10-12 anni che ascolta Young Signorino & Co non lo capirà mai, continuandolo ad associare alla nostra “amata” Cultura.
Il Rap, quello vero – o per lo meno quello che intendo io come tale – è fatto da gente come Fabiano Ballarin ed il suo collettivo Rap-Pirata, è fatto da DJ FASTCUT, è fatto da Kento (ascoltatevi il suo ultimo pezzo “Mia (Ode alla Cultura Hip-Hop)”), è fatto da tutte quelle persone che lo fanno per passione, mettendo in primo piano l’amore per l’Hip-Hop.
La nostra speranza è quella che ci sia sempre gente in grado di riconoscere “il vero” e di non far morire quello che ci ha cresciuti.
HIP-HOP NEVER DIES.
“Quattro elementi: terra, acqua, fuoco e aria
mia cultura, fai paura a chi ti vuole mercenaria
sei nel suono, il movimento, la parola ed il graffito
noi due eterni, come verbi coniugati all’infinito”.