È un sabato pomeriggio qualunque quando, davanti a un caffè, incontro Alvaro Javier Cecchetti a.k.a. Alvaanq, classe ’94, e rimango totalmente travolta dalla sua arte, o meglio, dalla sua Supreme Art.
Alvaanq è noto per le sue illustrazioni, impregnate di creatività e per il modo non convenzionale e fuori dagli schemi con cui ritrae i rapper di fama mondiale.
La Supreme Art, da lui stesso creata, è un mix di horror, thriller, mystery e cartoon che lo porta ad essere protagonista di un improvviso successo dapprima su Instagram e poi tra i rapper da lui stesso ritratti.
Nel 2015, Alvaanq ha creato la coverart del singolo “Poppin Remix” per Chris Brown, French Montana e Meek Mill che lo consacra come Concept Artist. Sempre per Chris Brown, Alvaanq ha realizzato anche le copertine di sei singoli ufficiali, 30 delle sue opere sono state esposte a Roma e prossimamente a Tokyo, durante i concerti del cantante.
“Io immergo i rapper nella mia arte così come loro mi immergono nella loro musica” inzia a raccontarmi Alvaanq. “Ascolto rap da sempre, il mio cantante preferito è sempre stato Chris Brown ed è stato grazie a lui che ho incominciato la mia carriera d’artista. Lui mi ha notato su Instagram, un giorno ho fatto un disegno per lui per pura passione e divertimento e me l’ha ricondiviso, il post ha raggiunto più o meno 200mila like, così ho deciso di interrompere gli studi e dedicarmi all’arte. Chris Brown mi ha poi contattato tramite un suo amico e mi ha chiesto prima di fargli altri disegni e poi la copertina del singolo “Poppin Remix”. Anche per la sua torta di compleanno, che è stata fatta dalla pasticceria più rinomata di Miami, ha voluto un mio disegno, io ero incredulo ed emozionatissimo.
Da lì ho iniziato a collaborare con lui e con il suo team di amici e durante il suo concerto a Roma dell’anno scorso, abbiamo proiettato sul display tutti i disegni che avevo fatto per lui. Mi sono ritrovato nel prive’ con lui e i tutti suoi amici, con 3000 persone davanti a me e con i miei disegni che facevano da sfondo al suo live, è stato un sogno.
Il giorno dopo sono venuto a Milano con loro ed è nata la collaborazione per un altro singolo ufficiale “Leave Broke””.
Ultimamente sei in frequente contatto anche con tantissimi artisti italiani per la realizzazione di nuovi progetti..
“Sì, dopo la collaborazione con Chris Brown, hanno iniziato a notarmi tantissimi rapper anche qui in Italia, tra cui Sfera Ebbasta, Ghali, la Dark Polo Gang, Tedua, Marracash e Guè Pequeno che sono letteralmente impazziti per le mie opere. Attualmente, invece, sto lavorando a un progetto con la Machete.
Parallelamente alla musica, ho sempre portato avanti la mia arte, per ora ho fatto cinque mostre e tutto quello che ti sto raccontando ha preso piede da maggio 2015, in neanche due anni ho avuto contatti con la Corea, gli Stati Uniti, il Sud Africa, Londra, Berlino, mi arrivano complimenti da tutto il mondo in tutte le lingue e ho sempre fatto tutto da solo e a 22 anni è abbastanza tosto”.
C’è qualche rapper italiano che non hai ancora disegnato e vorresti disegnare?
“Gemitaiz, Fabri Fibra, Achille Lauro e Coez, ma più che disegnarli di mia spontanea volontà, mi piacerebbe lavorare con loro. Per me non è dire “mi manca questo da disegnare”, io vorrei collaborare con loro perché li ascolto e alcuni dei loro brani mi sono arrivati in modo particolare, quindi vorrei ricambiare con la mia arte e immergerli in quello che faccio. Io voglio entrare nel mondo della musica attraverso la mia arte”.

Come crei le tue opere?
“Io lavoro con gli strumenti digitali, il computer per me non è un vincolo, ma lo strumento che mi fornisce il foglio, il pennello e i colori. Tutto quello che vedi, è tutta farina del mio sacco, tutte le linee e i colori sono miei. A realizzare un’opera ci metto all’incirca una settimana – una settimana e mezza e, una volta pronta, la stampo con dei materiali ultra moderni.
Il percorso più lungo è quello mentale, una volta che decido cosa fare, mi metto e lo faccio. Cerco il contatto diretto con l’artista, perchè voglio entrare nel suo mondo e mettere nelle mie opere anche tutti quegli oggetti che a lui piacciono maggiormente.
Per ora ho fatto cinque esposizioni a Roma e ora vorrei farne una a Milano perché mi piacerebbe unire il fatto che trovi lo special guest che poi è lo stesso soggetto ritratto nel quadro. Quindi, per esempio, invitare Ghali, Salmo, Marracash e Guè Pequeno e vedere loro fisicamente di fianco alle mie opere. Vorrei trasferirmi entro settembre a Milano e poi in futuro andare a lavorare a Los Angeles”.
“Dal punto di vista artistico”, continua a raccontarmi Alvaanq, “i miei lavori sono caratterizzati dagli occhi e dallo sfondo che sono un’esplosione di colori, il graffio tra il bianco e il nero, la profondità delle luci e delle ombre e la sensazione di un pezzo reale, ma nello stesso tempo thriller e cartoon. Gli occhi rendono l’idea del soggetto totalmente immerso nel mondo.
La mia arte l’ho chiamata SUPREME ART, l’arte suprema, che diventa un altro mondo, nel quale immergo gli artisti e loro diventano miei, così come io divento loro quando ascolto la loro musica”.
A quale opera sei maggiormente legato?
“Quello di Ghali con il fiore, perché ha rappresentato il passaggio tra quello che facevo prima e quello che faccio adesso. Quel disegno è stato il ponte che mi ha fatto cambiare alcune cose nel mio modo di creare ed è sicuramente quello a cui sono più legato”.

Nonostante sia in contatto con artisti di fama mondiale come Chris Brown, Tyga, Drake, Snoop Dog, Diplo, Usher, Alvaanq è un ragazzo estremamente semplice e umile, che viene da un paese piccolissimo della provincia di Roma.
Nel raccontarmi le sue esperienze, mi ha colpito il suo “stupirsi” del suo successo.
Per me è un talento vero e proprio, non serve che racconti la sua arte, la sua Supreme Art parla da sola.
Nonostante la sua giovane età, ha in mente dei progetti molto grandi e ambiziosi, il suo sogno è quello di vedere, un domani, il suo nome menzionato sulle copertine dei dischi che disegna e vederle prime in classifica su iTunes e Spotify.
Prossimamente sarà in mostra a Milano e non vedo l’ora di vedere le sue opere da vivo e a grandezza naturale, senza il filtro di uno schermo.