A tre anni dal suo ultimo album Nesli è tornato con il quarto volume della saga Nesliving, un album che come dice lui stesso è stato creato senza pensare ad alcuna regola di mercato, ma affidandosi in pieno alla propria creatività.
Il risultato è un album crudo, sofferto e lungo (22 tracce) ma anche ricco di ospiti che accompagnano al meglio Nesli in questo viaggio che vi invitiamo a percorrere insieme a lui.
La saga dei Nesliving arriva al quarto episodio con questo album, in cosa differisce dagli altri 3 e soprattutto come è cambiato Nesli a partire dal primo capitolo fino ad oggi?
In realtà tutto è cambiato e niente è cambiato. Voi lo sapete bene, il primo Nesliving è uscito con voi, nel vostro sito in free download e oggi dopo una vita il volume 4 esce solo in digitale e streaming., quasi la stessa cosa se ci pensi. Io sono cresciuto, ho tante esperienze alle spalle ma sono sempre lo stesso.
Rispetto ai canoni attuali “Nesliving 4” è un album molto lungo, ben 22 brani… immagino tu avessi molte cose da dire. Non hai paura che una tracklist troppo lunga comporti a molte persone di non ascoltare l’album per intero?
Sarò onesto, il disco non si pone per essere accomodante nei confronti di chi lo ascolta, il disco è una serie di schiaffi in faccia e a volte “l’arte” serve a questo, provare a farti riflettere e lasciarti di merda. Se non lo ascolti tutto a me non importa, se non ti piace, a me non importa.
Oltre al fatto del numero delle tracce anche nel tuo modo di fare musica credo che tu ti sia sganciato da ogni tipo di legge di mercato, questo a mio avviso è uno dei punti di forza del progetto… Quanto è stato importante lavorare a questo disco ragionando, diciamo così, “liberamente”?
E’ stato fondamentale produrre e pensare questo album liberamente, andava fatto solo così, è lo spirito della saga Nesliving
Che significato ha il sottotitolo “Il seme cattivo“?
Il seme cattivo sono io, siamo noi. Ognuno ne ha dentro uno, io l’ho solo esternato
Quanto è stato importante per te, oltre ad aver scritto le canzoni ovviamente, produrre tutti i pezzi dell’album? (con la collaborazione di Prince Vibe)
Mi ha dato lo stimolo per pensare e creare questo progetto, è stato come essere regista di questo film messo in musica.
Nel bellissimo pezzo “Lazarus” parli del rapporto con i tuoi familiari, in particolare mi ha colpito la frase “non ci sarà mai un trovarsi”. La pensi ancora così?
Si, per questo ho voluto metterlo nel brano.
In qualche passaggio del disco affermi di avere fatto degli sbagli, quali sono secondo te quelli che hanno influito maggiormente nel tuo percorso? Se tornassi indietro nel tempo vorresti cambiare qualcosa?
Beh si, cambierei molte cose. Ho fatto degli sbagli di valutazione a volte, portando avanti idee sulle quali non credevo abbastanza.
Nel pezzo “La Mente+Autostop”, che reputo uno dei più intensi di tutto l’album, dici “Non è per la fama, non è per la gloria, non è per i soldi…è solo per non impazzire, tanto viviamo per essere morti“. Spiegaci cosa vuoi dire con queste parole…
Il bello e il brutto di questo disco è che quello che dico è quello che voglio dire. Non ci sono molti giochi di parole e i concetti non lasciano intendere altro. Per questo è crudo.
Visto che c’è ancora un po ‘ di strascico di Sanremo nell’aria, tu hai partecipato nel 2015, parlaci di questa esperienza, cosa ti ha lasciato e ti ri-presenteresti in futuro?
E’ stata una delle esperienze più belle e formative, penso che ogni cantante dovrebbe misurarsi con quel palco. Rifarlo sarebbe un dono!!!