Recensire il nuovo disco di Common – “Black America Again” – il giorno in cui Donald Trump viene eletto 45° presidente degli Stati Uniti è decisamente strano.
L’album in questione on è carico di riferimenti politici e contro il razzismo – di cui il rapper di Chi-Town è sempre stato “combattente” in prima linea – e con featuring di Marsha Ambrosius, Bilal, BJ the Chicago Kid, Tasha Cobbs, John Legend, PJ, Syd tha Kyd, and Stevie Wonder.
Le produzioni sono affidate a musicisti del calibro di Robert Glasper, Esperanza Spalding, Karriem Riggins, J-Rocc, James Poyser, Robert Hurst, Theo Croker e Roy Hargrove.
Chi conosce Common sa di non aspettarsi bangers da club, ma piuttosto un suono soulful raffinato, nonostante si possano trovare brani che ti fanno muovere la testa: su tutti l’omaggio alla sua città natale (Chicago) in “Home” dove il beat di Karriem Riggins completa alla perfezione il rap di Common ed il cantato di Bilal.
Tutti i brani del disco si ascoltano facilmente, sarebbe impossibile presentarveli uno ad uno, ma la title-track, con Stevie Wonder è un pezzo che potrebbe essere manifesto del movimento “Black Lives Matter”.
L’influenza di J Dilla è chiara in molti dei beats utilizzati, specie da Karriem Riggins: d’altronde Common ha in passato collaborato assiduamente con il produttore di Detroit.
Altro brano decisamente importante nel disco è “The Day Women Took Over“, omaggio del rapper alle donne di colore che hanno fatto la storia americana in un brano dal sapore decisamente jazzy:
Il nuovo disco di Common è fondamentalmente un messaggio di speranza per quelle generazioni che negli Stati Uniti hanno ultimamente sempre più disagi ed allo stesso tempo un disco di denuncia.
Non è al livello di suoi “capolavori” precedenti come “Like Water for Chocolate”, ma è un album che – a mio parere – dovreste ascoltare attentamente (con la testa e con il cuore).