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I Bambini Fanno Mob: Low Kidd ci parla del 333 Mob

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Dopo i numeri raggiunti con i primi progetti usciti e la vittoria al Red Bull Culture Clash il 10 giugno scorso a Milano, è ormai chiaro a tutti che Non fotti col Mob.

E’ da un po’ di tempo che sentiamo parlare del 333 Mob, “Non fotti col Mob” e “I bambini fanno Mob” le abbiamo cantate tutti a squarciagola, quelle rime di Lazza, Salmo e Nitro ci sono ormai entrate talmente in testa da essere diventate nostre.

Mob, una parola di tre lettere che ci riporta subito alla mente l’A$AP MOB, un modello americano trasportato in Italia e costruito da zero nel nostro paese da artisti italiani. Il 333 Mob è un collettivo e un’etichetta discografica, la cui direzione artistica è curata da Low Kidd e Dj Slait, un duo decisamente non qualunque.

Quasi un anno fa, Lazza nella sua “Super Santos” ci aveva annunciato tramite una produzione e una strofa che avrebbe dato del filo da torcere alla scena rap italiana e così è stato. Proprio in quel pezzo, Lazza annunciava il collettivo 333 Mob di cui fa parte tutt’oggi. Ma è con “DDA” che Low Kidd e Dj Slait lanciano ufficialmente il loro nuovo collettivo, il 333 Mob del quale, ad oggi, oltre a Lazza, fanno parte il rapper Zuno e il grafico Moab.

La forza del 333 Mob rispecchia appieno il modo di lavorare di Low Kidd e Dj Slait, cofondatore di Machete, che da sempre ci hanno abituati a scelte artistiche controcorrente e ci hanno fatto capire l’importanza di queste scelte con i numeri poi raggiunti. La cosa che più di tutte mi ha sempre colpita del loro modo di lavorare, oltre alla loro indiscutibile bravura nel creare basi e produzioni, è come loro credano fortemente nei loro progetti e pensino al lungo periodo e non al raggiungimento di grandi numeri nell’immediato. Questo, oltre ad essere sintomo di serietà e lungimiranza, fa capire quanto entrambi, come del resto tutto il team Machete, creda fortemente in quello che fa e negli artisti che decide di produrre e non è poi così comune un tale modo di lavorare.

Low Kidd foto di Roberto Graziano Moro

Nei mesi scorsi ho avuto l’opportunità di intervistare sia Lazza che Zuno e di vederli live prima all’evento di Nike tenutosi ad aprile in occasione del Salone del Mobile di Milano e poi sul palco del Red Bull Culture Clash, oltre ad avere una personale ammirazione nei confronti del loro lavoro e del loro modo di fare, la cosa che più di tutte mi ha colpita è stata vederli sul palco insieme ai ragazzi di Machete e trovarmi di fronte a qualcosa che non avevo mai visto prima in Italia: una crew fatta e finita di professionisti, ognuno con le proprie peculiarità e talento, che, insieme, offrono uno spettacolo di altissima qualità.

Da lì, la mia curiosità nei confronti del 333 Mob è aumentata e ho deciso di fare qualche domanda a Low Kidd per saperne di più.

Com’è nato il progetto?

“Il progetto nasce a Milano, in zona Risorgimento/XXII Marzo, da me, Tony Molina e Slay, che è un mio amico di infanzia. Dopo un paio di anni e una collaborazione sempre più assidua con Machete, parlando con Slait, abbiamo deciso di rendere 333 un’etichetta vera e propria, di trasformarla da una situazione di piazza, di canne, di compagnia a una realtà professionale. Diciamo che con l’aggiunta di Slait, che è il mio socio, si è ribaltato tutto: abbiamo unito le forze per rendere 333 quello che è ora”.

Come mai avete deciso di chiamare Zuno che, a oggi, è ancora poco conosciuto, e non magari un nome già più noto?

“Perché il nostro obiettivo è proprio quello di crescere insieme ai nostri artisti, non di farci trascinare su, attaccandoci a nomi già conosciuti. 333 nasce da zero e da qui vuole partire, quindi crediamo tantissimo in Zuno, perché è molto giovane e ha un potenziale enorme, che tra l’altro ancora non è stato capito, tanto è vero che la sua roba a volte viene infamata, criticata in malo modo, proprio perché incompresa… ma questo, chiaramente, non ci ferma e puntiamo dritti al nostro obiettivo continuando a credere molto in lui”.

Ve lo aspettavate l’exploit di Lazza, invece?

“Per certi versi sì, per altri no, perché non ci sono mai certezze. Però sappiamo che lavorando con costanza e assiduità su qualcosa, i risultati arrivano. È una questione di team e noi su Lazza abbiamo lavorato e stiamo lavorando tanto”.

Perché la scelta di inserire un grafico, Moab? Mi sembra una scelta che finora nessuno mi risulta abbia mai fatto

“Moab è stato il primo grafico a seguire 333 con me quando mettevo i freestyle su internet, circa un anno e mezzo fa… forse due. Eravamo io e lui, all’epoca poco conosciuti, e abbiamo iniziato a collaborare dopo che avevo visto i suoi lavori su Instagram apprezzando il suo stile. Lui, da subito, ha deciso di seguirmi, c’è dal giorno 1, insomma, e quando 333 si è consolidata, ovviamente la collaborazione e il suo coinvolgimento sono diventati ufficiali. A prescindere poi dal ruolo che la persona ricopre nel mob, può entrare chiunque spacchi in quello che fa, come Lello 333, per esempio, che è il nostro parrucchiere”.

 Quali sono i vostri progetti futuri?

“Abbiamo tantissimi progetti in ballo… non voglio svelare molto. Il primo sarà il Bloody Vinyl 3: con Slait ci stiamo lavorando da un po’, abbiamo già delle tracce pronte, insomma è ufficialmente avviato. Anche a livello di artisti nuovi, ci saranno news”.

Come vivete i vostri ruoli da dj producer e direttori artistici?

“Il motivo per cui, a volte, leggete molti nomi di producer sotto un pezzo dipende dal fatto che abbiamo una dinamica di produzione musicale molto aperta… c’è molto interscambio da ruolo a ruolo e questo è un aspetto che ci piace e che viviamo bene anche perché con Slait siamo molto coesi, abbiamo un rapporto solido, ci capiamo al volo e spesso non dobbiamo neanche parlare perché abbiamo già la stessa idea o lo stesso input. È tutto molto naturale: io traggo molto da Slait sotto l’aspetto del djing, lui trae molto da me per il discorso produttivo, e lo stesso accade con Lazza. Siamo tutti collegati e ci scambiamo quello che ci serve: idee, pareri, opzioni… Lavoriamo così, con questo interscambio”.

Low Kidd foto di Roberto Graziano Moro

Credo che trovare delle persone giovani, dotate di talento, ognuno con il proprio, che riescano a combaciare, completare e mixare i propri rispettivi talenti creando una forza comune, sia assolutamente raro e prezioso e lo è altrettanto trovare dei professionisti come Low Kidd e Dj Slait che investono e credono nel talento di artisti “sconosciuti”, scegliendo di fatto la strada più “scomoda” per trasformarla, giorno dopo giorno con lavoro e fatica in quella vincente.

Noi milanesi e io in primis stiamo aspettando con ansia il 3 novembre, giorno in cui Lazza si esibirà ai Magazzini Generali di Milano, lui, che non dice quasi niente, ma lo dice bene, sono sicura che, quella sera, su quel palco, ci regalerà grandi emozioni insieme ai suoi amici e colleghi.

Valeria
Valeria
Classe '81, ascolto il rap da quando nell'89 ho abbandonato Cristina D'Avena per la prima cassetta di Jovanotti "La mia moto" e da lì non ho più smesso.

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