È da qualche anno ormai che seguo con un certo interesse le avventure del non più giovanissimo Terence Thornton, in arte Pusha T, e quello che mi era parso di capire era che fosse un artista apprezzato da tutti, ma amato da nessuno.
Famoso soprattutto per essere parte della coorte del re folle Kanye West, Pusha T è un rapper dalle indiscusse qualità tecniche, a volte un po’ lascivo nei contenuti, ma che è sempre stato in grado di reggere in confronto con i grandi, senza, tuttavia, riuscire mai nel conquistarsi un’ampia fetta di super aficionados.
O almeno così pensavo prima di andare ad un suo concerto.
In data 9 ottobre 2018 ho assistito a qualcosa che mi ha lasciato tanto allibito quanto perplesso, ma procediamo per gradi.
Ad aprire la serata del rapper di GOOD Music ci hanno pensato due conoscenze nostrane: Priestess e Nitro, che, in particolar modo il rapper vicentino, hanno avuto il merito di sapere scaldare a dovere un pubblico giovane ma preparato.
Proprio la partecipazione del pubblico è stata una delle sorprese più gradite.
Diversi anni fa ho avuto modo di assistere ad una lezione di teatro da parte di uno dei più grandi attori italiani, Elio De Capitani, che parlava dell’importanza del pubblico in una performance artistica.
Durante un’esibizione live, che sia un concerto rap o una mise en scène di Arthur Miller, il pubblico diventa parte integrante dello spettacolo: le sue reazioni, gli applausi, l’attenzione, collaborano nel costruire uno show completo e gratificante, la performance artistica si intreccia e dipende dalle reazioni emotive di chi vi assiste.
Ecco perché posso dire con sicurezza che il concerto di Pusha T al Fabrique di Milano è stato un successo e, nonostante la brevità dell’evento (45 minuti spaccati), ha lasciato soddisfatti la maggior parte degli avventori.
Il non pienissimo Fabrique ha ballato, cantato, e si è scatenato creando un’atmosfera piacevolissima per tutti gli avventori del club milanese.
L’esibizione di Pusha T è iniziata gasando il pubblico con “If you know you know” e con i recenti successi di Daytona, a mio avviso uno dei migliori dischi di questo proficuo 2018, ed evidentemente anche per Pusha, che non ha mancato di ricordarlo più volte durante la serata, per poi continuare con le sue strofe più famose, da Mercy in Cruel Summer a quella in Runaway di Kanye West, chiudendo con i grandi classici come Numbers on the board, My name is my name e la hit dell’anno Santeria.
In questo tripudio di hip hop gli spettatori, tra cui sorprendentemente tanti giovanissimi, non hanno fatto mancare il loro affetto al rapper di NY, cantando tutte le canzoni dalla prima all’ultima e reagendo ai pochi momenti di speech (alla faccia di chi ci accusa di non sapere l’inglese). Gran parte del merito va data però a Pusha T, capace di catalizzare l’attenzione di tutti anche senza un apparato scenografico degno di particolare nota, con il solo supporto di un dj e la presenza tra il pubblico in pista di diversi esponenti della scena rap italiana, venuti come fan, partecipanti o semplicemente, spero, per imparare come mettere in piedi uno spettacolo da ricordare in soli (e veramente pochi) 45 minuti.
Servizio fotografico completo:
9 Ottobre 2018 – Fabrique MilanoFoto di Roberta Marciello RMPHApertura concerto Nitro Wilson e Priestess•
Pubblicato da Hano.it su Mercoledì 17 ottobre 2018