I venti virano, non controllargli la pressione,
se i vermi non strisciassero andrebbero in depressione.
Anche le rocce erose lanciano al vento cattive occhiate,
amo le rose, hanno le spine per non essere toccate.
Amo viaggiare, fosse per me me ne andrei a Mumbai,
Capo Horn, Dubai, Capo Nord, altri indirizzi.
Amo fumare passeggiando in quelle mattinate
anche se ormai ho più punti Snai che tabaccai qui dai miei vizi.
Amo questo lavoro serio, ti porta più vicino ai sogni
come addormentandoti sopra un aereo.
Amo la droga, anche se non è vero che è un siero,
è una mano nuova che fruga nel tuo pensiero.
Ogni tanto amo fare un salto al cimitero, guido calmo,
il ricordo non è certo in un marmo volto al cielo.
Amo levarle il reggiseno senza girarla di schiena,
e in fondo sotto sotto amo tutto questo sistema.
Capito?
Tanto mi affido ad amici che non esistono,
io rido dietro nemici che non esistono,
ho paranoie su storie che non esistono,
in mezzo angosce e gioie che non esistono.
Mi metto addosso vestiti che non esistono,
vado a votare partiti che non esistono,
mi sento addosso degli occhi che non esistono.
Normale che non mi tocchi, io non esisto.
No.
Ho sempre amato il meccanismo dei soldi di questa intesa
grande quanto l’impresa ora costruita.
Ogni organismo organizza la sua offesa ed è
da un meccanismo di difesa che è sempre dipesa la tua vita.
Amo il cielo incorniciato dal cemento, amo il cemento,
per proteggerci dal cielo è diventato una distesa infinita.
Amo il vostro impegno a opporsi a una coscienza
per l’attesa dei soccorsi che si è arresa, ferita.
Amo camminare su un piano pensando che ho ancora una scelta
tra l’andare in discesa o in salita.
Ho sempre amato il grattacielo dannato di questa musica
crollato giù, ma non per un’ascesa.
Io non lo so il perché, sono il pessimo scultore
che tra angosce si è scolpito male il suo interlocutore.
E’ strano, ma ti amo. Tu mi ascolti più di chi mi conosce
anche se è chi mi conosce che vuole che parli con te.
E’ chi mi conosce che vuole che parli con te.
Tanto mi affido ad amici che non esistono,
io rido dietro nemici che non esistono,
ho paranoie su storie che non esistono,
in mezzo angosce e gioie che non esistono.
Mi metto addosso vestiti che non esistono,
vado a votare partiti che non esistono,
mi sento addosso degli occhi che non esistono.
Normale che non mi tocchi, io non esisto.
No.
E se capissi che l’amore è un’attitudine
forse la smetto di controllare tutti i tuoi sguardi.
E se la scuola insegnasse che dopo un po’
quest’abitudine a pensare con gli occhi porta a accecarti.
E se nel sesso vedi quella polpa del senso di colpa,
è un labirinto, siete in due, prova a cercarti.
E se qualcuno si fosse innamorato di te
a tal punto che farebbe di tutto pur di accerchiarti.
No. Non esistono, i contatti non esistono,
no, i contratti che ho firmato non esistono,
no, ho paranoie su storie passate
poi faccio sesso con donne magre e ubriache che non esistono.
Mi metto addosso vestiti che non esistono,
vado a votare partiti che non esistono.
No. Mi sento addosso degli occhi che non esistono.
Normale che non mi tocchi. Io non esisto.
No.