Drammachine é il nome del nuovo progetto di Apoc, Blob/b e Mastino, tre artisti che sicuramente avrete imparato ad apprezzare singolarmente e che ora si sono uniti in questa avventura congiunta.
Nella nostra intervista abbiamo parlato con loro di Drammachine (omonimo album), della musica on-line e dei baffi disegnati di Apoc!
Com’è che tre artisti come voi hanno deciso di unirsi in questo progetto?
B: Innanzitutto per stima reciproca. Conoscevo Mastino da tempi non sospetti e con Apoc avevamo in cantiere già da tempo un progetto assieme. Il tutto è diventato sintonia musicale e umana. Ora è una bella amicizia arricchita dal fatto che abbiamo un progetto da tenere vivo insieme.
M: …la sobrietà che traspare a prima vista, soprattutto.
E in cosa consiste esattamente Drammachine?
B: Drammachine è la voglia di fare musica cruda e cattiva, senza mezzi termini, senza ritornelli del cazzo per far bagnare le sedicenni, senza dover per forza dire qualcosa di costruttivo o di protesta contro lo stato o il sistema. È pura voglia di fare rap e schiaffeggiare un po’ di culi con le nostre barre.
M: Cioè, bordello cazzo!
Cosa ci fanno un londinese e un newyorkese nell’album dei Drammachine? Sembra l’inizio di una barzelletta, e invece…
M: Siamo irresistibili.
B: La parola ad Apoc…
A: Sono artisti con cui ho contatti io. Gli ho fatto sentire il progetto e gli ho chiesto di partecipare. Con grande piacere si sono uniti a noi!
L’album è uscito qualche mese fa; ma, citando la nostra recensione su Hano del collega Luca J Douze Martorelli, “Drammachine è un disco crudo con beat che pestano” ed io non posso che dirmi d’accordo. Secondo voi funziona ancora questo genere di rap in Italia? Come alle medie, poi, motivate la vostra risposta!
B: Si, perché è un genere di rap che non morirà mai. Anzi, meglio: morto questo genere muore tutto. La trap, per esempio, non esisterebbe senza il rap “tradizionale” (mi fa cagare questo termine ma è per capirsi), come quest’ultimo non verrebbe scoperto se i più giovani non venissero attirati da quello che sentono in radio e/o va per la maggiore. Aggiunto al fatto che c’è una bella fetta di 25/30enni con un background diverso che ascolta rap e lo preferisce alla Drammachine maniera.
M: La domanda è tendenziosa sò, non fare il finto tonto (rido, da solo). No davvero, ha sfavato ‘sta storia di dividere il rap in generi. Il rap è il rap, con tutte le sue sfaccettature. Al massimo puoi chiedermi “ma ancora ci credete?”. Dammi un microfono che ti mostro quanto.
Come si lavora in tre? Come va il vostro rapporto di ménage à trois?
M: Come vedi dalla copertina, il più fortunato è Blodi… Ma non vale, perché l’ha disegnata lui.
B: Si lavora benissimo. Il disco è stato scritto e prodotto in quattro giorni. Ho detto tutto. Capita pochissime volte una magia simile. A parte che con Mastino abbiamo gusti quasi diametralmente opposti in fatto di musica. Ma questo è anche il nostro bello.
A: Molto bene. Bisogna solo trovare le persone giuste sulla stessa lunghezza d’onda.
Il principale canale di distribuzione del cd è on-line; qual è il vostro rapporto con i social media? Quanto usate internet?
M: Il vinile sta andando forte e lo vendiamo principalmente dal vivo, che secondo me è la dimensione più divertente. Non attaccherò pipponi retrò… il web è un mezzo che va saputo usare: la prevendita online del disco ci ha quasi coperto le spese di stampa, per dire. Il non buono è quando la rete diventa l’unico posto in cui contate qualcosa. Perché se dal vivo siete delle seghe noi vi sradichiamo le vertebre.
B: Amore e odio. Utilissimo come mezzo pubblicitario, per conoscere nuove persone e realtà e scambiare conoscenze in fatto di musica, deleterio per coltivare “rapporti umani”, parlare di temi davvero seri. Oltre che un “mangiatempo” per tutte le attività fuori dal computer. Lavorando al computer lo uso molto ma ho imparato a non farmi coinvolgere in discussioni interminabili sui social con gente che non cambierà mai idea per non uscire dal proprio personaggio.
Sempre rimanendo in tema: quest’anno abbiamo visto più di un disco uscire grazie ad un Crowfounding, pensate questo possa essere il futuro della discografia?
B: No. È un mezzo validissimo per chi già negli anni si è fatto un culo così e si è già costruito la propria fanbase. Nessuno regala niente a nessuno. Neanche su internet.
M: La sfera di cristallo mi dice “salcazzo”. Il crowdfounding è un mezzo potente perché ti “costringe” a metterti in gioco davvero avvicinandoti ai tuoi sostenitori. Ho molto rispetto per gli artisti che utilizzano questa forma e personalmente ho acquistato la maggior parte dei prodotti italiani che sono usciti in questa formula, anche se ero presente con delle strofe. Pare strano, eh!?! Merdoni scrocconi! La realtà però è che il futuro della discografia è di chi riesce a intercettare la curiosità del proprio pubblico attraverso il mezzo giusto. Le scelte meglio compiute sono quelle mirate. Ti faccio l’esempio di Egreen: lui ha vinto perché in quel momento era l’uomo giusto nel posto giusto col mezzo esatto e ha parlato in maniera davvero appropriata delle sue ragioni per lanciarsi in quella cosa. Ha fissato l’obiettivo con una lucidità spaventosa perché ha avuto la visione del panorama circostante. Questo è quel che fa la differenza, secondo me. Non il mezzo in sé. Il mezzo cambia ogni stagione. Anche meno.
E adesso? Vinile, tour, e poi?
A: Io ho in ballo qualche Ep e disco con rapper molto talentuosi. Oltre a un mio lavoro personale.
B: Il mio secondo disco solista, un WTF project che sta già prendendo forma, e mettere le basi per un disco ufficiale Maad Block
M: tanta musica con gli altri tre Ep del mio Capitolo dei 4 Elementi e tanti progetti potenti con Street Arts Academy.
Angolo della puttHana: prostituite il vostro disco!
M: Sono il peggior promotore di me stesso. Facciamo che io faccio le inspirazioni a turbina tipo Roberto il Baffo e voi intanto vi sentite il disco, ok?
B: Trenta il vinile, scinque euro il digitale, belo! A parte gli scherzi, parlate meno di cosa dovrebbe essere o non essere il rap e supportate un progetto come questo. Scassate meno il cazzo con le parole, venite ai live e comprate i dischi. Non c’è altra via di scampo per alzare l’asticella del mercato e della musica underground. Porca puttana.
Angolo della sHampista: regalateci un pettegolezzo!
M: I baffi di Apoc sono disegnati.
B: Ogni tanto mi viene una scimmia colossale di andare a fare un massaggio romantico dalle cinesi ma poi mi ricordo che ho una meravigliosa compagna che mi aspetta a casa. Quindi desisto.
Angolo marzulliHano: fatevi una domanda e datevi una risposta!
M: Com’è? Tappò!
B: Molti mi chiedono “Ma tu vuoi diventare famoso?”. Io rispondo COL CAZZO. Voglio dare dignità sempre maggiore a una passione che ha occupato ormai poco meno della metà della mia vita e a cui tuttora sto dando il 90% delle mie energie mentali e fisiche. Live pagati GIUSTAMENTE. Copie stampate che non ti rimangono in uno scatolone a casa. Un pubblico di gente che capisce quanto amore e studio ci vuole per fare sta roba in modo ORIGINALE e a un livello sempre superiore.