Ora che posso dare ai miei pensieri una voce in più, sono felice di poterti dare il benvenuto in terronia, caro Nicolino. Quella terronia che impiega venti minuti per farti un caffè, ma che poi ti sorride fortissimo e alla fine ne esci felice.
Martedì notte Nitro ha riempito il Praya di Gallipoli. A colorare la serata del SottoSopra Fest, ha iniziato Dani Faiv, che incredibilmente sembra trovare un mini-lui ad ogni suo concerto. Stavolta però il Dani Faiv junior è salito pure sul palco, facendo invidia a tutti coloro che hanno almeno una volta sognato di cantare col proprio idolo. Un desiderio appartenente un po’ a tutti e che qualcuno riesce a realizzare; negli altri rimane la gioia di vedere un ragazzino saltare con gli occhi lucidi.
Di Beba ed Essence invece che dire? Il duo Chicas che ti fa ripensare a quanto spacca, e a quanto di più potrebbe spaccare, il rap femminile. Chicas, siamo la marcia in più, peccato che nemmeno il rap sfugge agli stereotipi di un banale costrutto sociale…
Nitro? Passione, espressione, grinta, rabbia, sincerità.
Un rap schietto, ma che presenta paradossalmente tanti giri e giochi di parole.
“Let me introduce you to the most controversial show of our times“. Pronti e via,
inizia l’infamity show pugliese.
Nicolino esordisce sul palco portando per la prima volta uno strumento non proprio appartenente alla famiglia musicale del rap. Affiancato dal suo amico trombettista Gabriele Blandini, fa il suo ingresso sulle note di una tromba. Era successo anche con Lazza, sul palco con un pianoforte. Una delle tante ragioni per cui bisogna andare ai live, perché riservano sorprese che sarebbe un peccato perdersi.
Un’ora di concerto vissuto a mood alterni, in perfetta coerenza con le multi personalità del cantante. Così se il concerto era iniziato con la carica esplosiva di “Infamity show” ora si conclude col romanticismo di “Pleasantville“, per poter tornare a casa con un dolce ricordo di questo magico tacco d’Italia.
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