Ogni tanto è giusto fare delle piccole variazioni sul tema, cambiare leggermente argomenti per non chiudersi sempre e necessariamente nel purismo dell’Hip Hop.
Oggi vi proponiamo un off-topic (sempre che di off-topic si possa davvero parlare) e vi raccontiamo del nostro incontro con un artista molto interessante.
Livio Cori è un ragazzo napoletano classe 1990 dalle idee fresche ed innovative; il suo stile non si può certo definire Hip Hop (come vedremo anche nell’intervista che ci ha rilasciato) ma non per questo è un artista da sottovalutare.
La quasi totale mancanza di una scena R’n’B in Italia è una questione spinosa che non si può e non si deve prendere sottogamba; ma Livio è sereno e convinto di poter spaccare tutto!
Noi abbiamo sentito i provini del suo prossimo disco Novilunio, ma di quelli vi parleremo poi, intanto gustatevi questa succosa intervista!
Ok Livio ci siamo: da cosa vuoi partire? Io incomincerei parlando del tuo disco presto in uscita, Novilunio.
Cercavo in realtà un titolo che potesse dare l’idea di un inizio di qualcosa ed il novilunio è la prima fase lunare. Sono sempre stato affascinato dalla luna e dallo spazio in generale; sono nato con la luna piena e questa cosa influisce abbastanza.
Però mi serviva più che altro un nome che fosse l’inizio di qualcosa, la fase iniziale di qualcosa.
Poi c’è la questione della notte. È stato un disco che è stato concepito quasi interamente durante la notte e dove ritorna molto l’argomento “notte” (es. Vedi Tutta la notte – Livio Cori ft. Ghemon). Dove non si trova l’argomento notturno puoi star certo che comunque il pezzo è stato scritto nottetempo, il momento in cui riesco ad esprimermi meglio e, soprattutto, l’unico momento che avevo libero durante la giornata. I pezzi gli ho scritti quasi tutti negli ultimi 2 o 3 anni, e non sono stati esattamente un periodo di nulla facenza.
Hai parlato dell’influenza della luna, tu credi nell’astrologia o nell’oroscopo?
Si e no, diciamo che all’oroscopo non ci vado proprio dietro, non ci sto appresso, però ci sono sempre delle persone (tra cui la mia manager) che mi dicono “Ah tu sei pesci, grandi cose per i pesci quest’anno!”, e poi è sempre un anno di merda! Però non mi ci soffermo molto.
Ti dirò la verità, non avevo mai sentito un tuo pezzo finché non è passata in radio Tutta la notte ora mi chiedo: dov’era Livio cori prima?
Io ho cominciato a prendere le cose un po’ sul serio solo qualche hanno fa.
Le prime cose ho iniziato a scriverle nel 2005, avevo 15 anni e le cose erano un po’ così.
Giocavo a Basket a livello agonistico nelle giovanili di serie A e il mio futuro era improntato su quell’opera, però ero comunque in fissa con l’Hip Hop. Poi ascoltando continuamente Rap e R’n’B ho iniziato a sentire la necessità di farlo da solo, anche se solo per gioco!
Nella mia scuola erano tutti musicisti, abbiamo quindi messo in piedi una specie di Band Live in cui ho cominciato a fare le mie prime esibizioni.
In questa band c’era anche il mio attuale amico e Dj Gisa.
Nel 2008 ho registrato una traccia, sempre nell’atmosfera del “proviamoci e vediamo che succede”, senza volerlo fare per davvero; anche perché di non è facile per un ragazzo puntare su una cosa del genere. Oggi forse già un po’ di più ma ad essere realisti che vuoi fare? “Mamma ok, da oggi sono un rapper basta scuola e niente lavoro”.
Le prime tracce andavano su MySpace e facemmo tipo 5000 play soprattutto grazie agli amici, amici di amici e così via; da lì ho incominciato a stringermi un po’ di più con la scena napoletana frequentando club o situazioni in cui c’erano esponenti dell’Hip Hop, anche se, come potrai immaginare, eravamo un po’ gli sfigati della situazione visto che non c’era più nulla una vera e propria scena Napoletana.
Nel 2012 mi sono state fatte proposte discografiche indipendenti e dalla EMI Music che prima di sparire voleva produrmi un EP.
Ho realizzato lì che forse avevo qualche possibilità, e da lì mi sono messo a fare le cose un po’ più seriamente facendo uscire anche qualche singolo, uno di questi, Mai, è stato trasmesso anche su Radio Kiss Kiss e la cosa mi ha gasato parecchio perché era il mio primo Network nazionale, poi è arrivata Mtv New Generation ed hanno iniziato a muoversi molto più cose.
Per uno che non ha mai avuto a che fare con delle cose un po’ più grandi, vedersi con il logo Mtv sotto il video ti fa partire a razzo, anche se io ho sempre tenuto i piedi per terra!
Come ti spieghi, da qui, il successo che ha avuto tutta la notte?
Frequentavo tanta gente legata alla scena come Clementino o i Co’Sang, ma a parte questo non sono mai stato legato ad una crew, anche per un fatto di stile, non somiglio chissà quanto ai Co’Sang o a Clementino, io faccio rap in Italiano e a Napoli non è una cosa così diffusa. (Ndr. anche se, confessa Livio, qualche pezzo in Napoletano l’ha provato…).
Il secondo mio singolo uscito in radio è, appunto un pezzo con la collaborazione di ‘Nto dei Co’Sang che si chiama Ora; questo pezzo, assieme a quello per Mtv New Generation che invece si chiama Le foto di ieri, hanno contribuito a farmi creare una rete che mi connetteva con parecchi personaggi, come ad esempio Ghemon, che ho sempre stimato artisticamente.
Mentre preparavo il disco non avevo pensato a Tutta la notte come singolo passabile in radio, ma a Ghemon è piaciuto e nulla, mi sono lanciato. Poi il team che lavorava dietro di me ha identificato il brano come radiofonico e l’ha passato ai network.
Siccome il percorso che sto facendo non è del tutto Hip Hop ma anche una strada più pop abbiamo deciso di provarci, ed ha funzionato!
Ho fatto un po’ i compiti a casa, e leggendo commenti sotto i tuoi video o le tue foto ho trovato una osservazione di un utente su Tutta la notte. Questo ragazzo diceva che se il pezzo fosse stato in inglese passerebbe nelle radio di tutto il mondo e non solo qui in Italia: sia per il fatto che è molto orecchiabile ed entra in testa, sia per il testo, che è tutto tranne che banale…
Infatti non è affatto un testo che incita all’uso della coca, ma anzi è un testo di critica e condanna.
Io nei testi cerco di portare me stesso prima di tutto, non costruisco un personaggio che si deve adattare all’Hip Hop, né come tematiche né come stile di vita. Cerco proprio di riportare la mia realtà, se piace bene, però sono sempre io e non devo recitare una parte per piacere alla gente.
Nel caso di Tutta la Notte parlo di una realtà che avevo davanti agli occhi e che ho deciso di riportare in un pezzo, senza aspettarmi che potesse poi diventare un singolo.
Ghemon è azzeccatissimo su quel testo, ha una ricercatezza nelle tematiche che non fanno di lui il classico rapper da “soldi figa ecc.”; era davvero perfetto per quel pezzo.
Ti vedremo rappare in inglese?
Il primo testo che ho scritto è stato in inglese, ma non mi sono mai permesso di rappare in inglese perché il rap è un fatto personale. Rappa come parli! Però se si riesce a dare la giusta forma senza la presunzione di voler fare l’americano a tutti i costi non vedo perché no; prima sicuramente c’è bisogno di fare un percorso in italiano, poi si vedrà, diciamo che non è semplice.
Facendo un giro sul tuo profilo Instagram noto che nel giro di un anno sei passato da 60 like a 600. Che rapporto hai con i social?
Io di solito seguo chi mi segue, non voglio fare quelle robe tipo con 30 milioni di Like e following 0.
Infatti se tu mi segui, io ti seguo e spesso i ragazzi mi scrivono scioccati “Oddio non posso credere che mi segui”.
Ndr. Il il following a Livio Cori l’ho messo, ma per ora 0 segni di vita
Può essere un arma a doppio taglio, ma io non voglio creare questa divisione tra le persone che mi ascoltano e me, non sono diverso da loro.
Posso capire se sei una star mondiale con miliardi di follower che non riesce a star dietro a tutti, ma io onestamente trovo sempre il tempo, perché dovrei fare quello che non scrive o che non ritwitta.
Ho trovato anche un video in cui tu suoni il piano; quindi non sei solo un rapper ma anche un musicista!
Ho frequentato una scuola di musica dove ho imparato le tecniche vocali, le armonie e a mettere le mani sugli strumenti. Da qui a dire che suono il piano c’è un abisso, suonare è una cosa seria. Comunque alcune delle produzioni che ci saranno nel disco sono fatte da me, perché mi sono messo io al pianoforte a farle, ma non ho la presunzione di definirmi un pianista o un chitarrista. Certo che se parliamo di Musica, ho comunque studiato, posso dire la mia.
Da piccolissimo, 12 o 13 anni ho preso lezioni di chitarra, e quello è stato proprio il mio primo approccio. Poi la scuola di musica l’ho fatta perché sentivo l’esigenza dì migliorare io come artista; se devo cantare devo studiare le tecniche vocali, non basta solo saper rappare ma bisogna conoscere il proprio strumento, nel mio caso la voce, quindi ho perfezionato la tecnica vocale.
Ma tu sei un rapper?
Anche; però penso che ormai nessuno è più un rapper.
Quando c’è la moda del rap tutti a definirsi rapper, adesso che sta un po’ scemando si tirano tutti indietro.
Io poi non smetterò di essere un rapper, come non smetterò di essere un cantante, uno scrittore, un grafico. Mi definirei più artista in generale.
Sono rapper perché mi va dì esserlo, anche se magari faccio un disco R’n’B non è che smetto con l’Hip Hop; nel mio album ci saranno entrambe le cose.
Non temi mai le critiche della scena per questo tuo essere ibrido?
Io non mi sento affatto parte della scena, non ho nessun legame.
L’idea che mi sta venendo è che, non essendo parte di questa scena e non dovendo dar conto a nessuno nella scena Hip Hop, io vorrei creare proprio un altra cosa.
Il Non voglio sottostare a delle regole; per esempio una scena R’n’B in Italia non esiste, però non so se conosci l’alternative R’n’B, PBR,&B che sta andando adesso, tutta la scena che va da Drake a Party Next Door che sta esplodendo adesso; e tutti adesso stanno cercando di prendere un po’ da lì.
Solo che non tutti sanno cantare, e si, puoi mettere auto-tune finchè vuoi nel disco, ma poi ai live, è lì che si capisce la differenza.
Creare un’altra strada è difficile, ma almeno provarci sarebbe figo e mi troverei più a mio agio, perché non ho legami con la scena.
Parliamo un attimo delle tue collaborazione: Ghemon, Co’Sang, insomma artisti a poli opposti.
Per me le collaborazioni sono importanti e si basano sia sul rapporto di reciproca stima musicale, però io ho fatto delle collaborazioni con personaggi che conoscevo personalmente.
Io i Co’Sang li conosco da quando avevo 15 anni, erano idoli assoluti che hanno fatto la storia del rap, però per quanto fossero idoli non ho mai cercato di imitarli ma li stimavo sia artisticamente che personalmente, come persone.
Il pubblico magari non vedo queste robe, ma conoscendo personalmente certe persone la stima viene in automatico.
Altre collaborazioni nel disco saranno Lucariello, altro rapper della scena campana che ha collaborato anche con Gomorra, ShaOne, dello storico collettivo La Famiglia e Jovine, che è stato a The Voice e ovviamente Luchè con il pezzo appena uscito, Veleno.
Ho cercato di tenere delle collaborazioni Campane, perché con ognuno di loro ho un legame anche personale.
Io e Ghemon ci siamo trovati grazie alla mia manager nel tour estivo con il tourbuss della RedBull, abbiamo fatto due o tre date assieme ed è nato un bel rapporto.
Parliamo un po’ dei Talent show: sei un ragazzo giovane e quest’anno c’erano altri due ragazzi di Napoli che hanno sfondato in un talent, gli Urban Strangers; tu non c’hai mai pensato?
Io ho rifiutato due talent, mi avevano chiamato dal talent stesso per farmelo fare.
Io non ho niente contro i talent, non direi mai ad un ragazzo che non ha altre possibilità di non farlo.
Però io avevo studiato un percorso diverso e nel momento in cui mi è stato proposto un talent ho pensato che seguire il percorso che mi stavo costruendo sarebbe stato meglio rispetto ad altre scelte.
Anche perché è complicato, non ne esci sempre bene da un talent, andare in TV non ti dà necessariamente una visibilità positiva. Poi i ho sempre odiato l’essere concorrente, nella musica non si deve essere concorrenti, l’Uomo Gatto di Sarabanda è un concorrente, perché devi avere la fama dell’uomo gatto se stai facendo arte?
Poi io non ho la presunzione di dire “sto facendo arte” però sto cercando di esprimere quella che è la mia visione musicale, portarla in un ambiente di competizione non mi sembra una buona idea.
Le produzioni di novilunio saranno per la maggioranza elettroniche?
Le influenze sono molte.
Nel disco sono presenti sia Noon che si è occupato della maggior parte delle produzioni, sia Dead Boy D, che sarebbe QD che si è evoluto tipo Pokemon. Loro hanno prodotto rispettivamente anche Tutta la notte e Veleno.
Io ho prodotto poi due tracce, Ora, con N’to e un altro pezzo che sarà presente nell’album.
Le atmosfere sono un Mix tra musica Soul e musica elettronica, dire EDM mi sembra sbagliato perché è un calderone enormemente ed è un nome che mi dà quasi fastidio!
Poi ci sono sicuramente delle sonorità R’n’B e dell’Hip Hop indefinibile sull’Urban/Black.
Poi sai, è sempre difficile mettere delle etichette, perché quando ci sono delle produzioni la batteria può avere un suono trap, l’arpeggio più elettronico ed è difficile definire i pezzi adesso, perché sono costantemente influenzati dai sound del momento, anche se io sicuramente mi sto orientando su un discorso R’n’B elettronico con me come strumento sopra, che poi può essere rap o cantato.
È qualcosa di nuovo che non si è mai sentito, anche se esistono delle micro realtà, sono davvero micro ed è una scena tutta nuova, da creare.
Ci sono artisti a cui ti ispiri?
Sicuramente il sound che mi piace di più di è quello di Drake e compari, che hanno produttori come 40 che a livello di suoni ti fottono completamente il cervello. Poi possiamo definirli un mix tra un Hip Hop R’n’B quasi psichedelico, una roba difficile da definire…
Quant’è difficile definire cosa fai!
Angolo della puttana, prostituisci i tuoi singoli
Ascoltatemi perché sto creando qualcosa di nuovo che non c’è, un filone nuovo.
So che ci saranno persone a cui sta roba farà flippare, noi siamo figli della melodia.
Angolo MarzulliHano: fatti una domanda e datti una risposta.
Questa è complicata…Marzullo non l’avevo considerato…
Perché in Italia non è ancora arrivata questa roba?
Arriviamo sempre dopo alle cose perché tutto quello che è arrivato qui è stato grazie al Web, non ci siamo arrivati prima perché è solo ora che adesso sta dominando tutto, anche dal punto di vista discografico.
Sia le radio che le etichette discografiche sono legate ai classici e agli standard tipici, mentre invece in Francia ed Inghilterra c’è molto più scouting e ricerca, non aspettano che le cose arrivino dal cielo ma vanno a capire cosa funziona e cosa no.
Oggi con i Social c’è più connessione con gli altri paesi, io confido nella rete!
Angolo della shampista, regalaci un pettegolezzo.
Sono stato contattato da un talent nel 2013… Non posso dire che talent ma vi dico che era l’anno di Moreno… il talent dei Talent… Dalla super signora… Direi che avete capito!