Sono passati 14 anni da “Compagni di sbronze” e Francesco, in arte Grezzo $ lovers, di strada ne ha fatta tanta, macinando album che hanno reso vasto e interessante il panorama dell’underground romano.
Pezzi come Sangue & Poesia e Aspetto il buio hanno lasciato spazio a brani più maturi e introspettivi come Sensi di colpa dall’album Siberia.
Due mesi fa l’uscita dell’EP Post mortem, un album eclettico ed equilibrato, dove ogni traccia rappresenta se stessa e ha un mood proprio non riscontrabile nel resto. Depha beat come produttore, al fianco del Grezzo dal 2014.
Il filo conduttore?
Intanto grazie per la bella introduzione. In realtà nel mio ultimo progetto non c’è un vero e proprio filo conduttore, sono 5 pezzi molto diversi tra loro, l’unico filo conduttore è il periodo in cui ho scritto i pezzi, proprio per questo ho voluto far uscire questo progetto subito, perché rappresenta un periodo della mia vita che volevo condividere e chiudere. Avevo registrato queste tracce e pensavo di fare un disco ma poi ho voluto tirare una linea tra il prima e il dopo, una sorta di pulizia, per poi passare ai progetti futuri a cui sto lavorando.
Per chi non ti conoscesse, parliamo un po’ dei tuoi esordi. Come hai iniziato?
Bella domanda. Ho iniziato in un’altra epoca rispetto ad ora, quando era molto più difficile produrre qualcosa. Quando fare un video era quasi impossibile. Ho prodotto i primi mixtape con il famoso multitraccia digitale… Adesso da una parte è tutto più facile, dall’altra c’è molta più concorrenza, il che da una parte è positivo perché la scena è molto più ricca ma anche molto più superficiale a volte.
Cosa ha influenzato maggiormente i tuoi testi?
Tantissime cose e tantissimi artisti, anche se non saprei dirti cosa o chi mi ha influenzato, soprattutto la vita e le mie esperienze personali.
A quale dei tuoi album sei più legato e perché?
Sono legato a tutti i miei lavori, forse ‘Petrolio’ è il disco più introspettivo e intimo che abbia mai scritto, quindi direi ‘Petrolio’.
Al tuo attivo vanti numerose collaborazioni, con quale artista non hai ancora lavorato e ti piacerebbe collaborare?
Beh sono molti gli artisti che mi piacciono, attualmente l’artista italiano che mi piace di più è Gue… ma non credo sia disponibile.
Parliamo di POST MORTEM, EP che tu stesso hai definito eclettico. Questo poliedricità da cosa è scaturita e perché hai sentito il bisogno di rendere ogni pezzo un singolo a se?
In realtà è stata una cosa spontanea, sono andato in studio e ho registrato queste tracce con l’idea di fare un disco, poi però come dicevo prima, queste 5 tracce mi sembravano una cosa a se, da far uscire, perché appunto come dicevo prima rappresentano un periodo della mia vita ormai chiuso.
In che momento della tua vita arriva questo progetto?
In un momento difficile, sia emotivamente che a livello lavorativo e penso che il pessimismo del momento si senta tutto.
In cosa POST MORTEM è diverso dai precedenti lavori?
Penso in nulla, è diverso dagli altri come anche gli altri sono diversi da PM… Io non sono uno che mette in atto strategie scrivo quello che mi passa per la testa come sempre.
Cosa ne pensi del panorama rap attuale?
Penso che è un panorama molto ricco, pieno di giovani talenti, ma sono anche contento che quelli della mia generazione riescono ancora ad avere un peso specifico e a tirare fuori prodotti eccellenti.
I live sono tra i tuoi punti di forza. Quanto ha pesato in questi due anni l’assenza dal palco?
Ha pesato tanto, anche se purtroppo anche in tempi normali non sono uno che suona molto purtroppo, comunque il live per me è la cosa più bella che c’è, è il momento della verità.
Saluto tutti gli amici di Hano, e vi ringrazio per l’intervista.