Dopo l’atmosfera “malinconica” del pezzo “Maldafrica, il rapper di origine senegalese F.U.L.A. (al secolo Oumar Sall) pubblica un pezzo dal sapore più allegro e scanzonato, ovvero “Sabar“.
Infatti il “Sabar” da cui prende il titolo la canzone, è la tradizionale jam di strumenti, danze tipiche e colori senegalesi nella quale si sprigiona l’energia che F.U.L.A. vuole raccontarci in questo pezzo.
E’ chiara l’analogia della “festa” del Sabar con l’immagine che F.U.L.A. vuole rappresentare della sua terra, il Senegal. “Guarda che qui stiamo bene, tutti variopinti come ste piroghe” dice infatti in uno dei passaggi chiave del brano.
«Il Sabar è un luogo senza tempo dove puoi alleggerire la tua vita. Il posto perfetto per liberarsi dei propri demoni – racconta l’autore a proposito del nuovo brano e dall’idea che l’ha spinto a scriverlo.
E questo pezzo è anche un pò una fusione tra questi suoni tipici del Senegal e il “nostro” rap, ricordiamo infatti che F.U.L.A. vive in Italia e in ogni pezzo dichiara l’affetto che lo lega al nostro paese.
Il video di “Sabar”, che trovate su Youtube, è diretto da Megan Stancanelli, e parla di una coppia di amici che visita uno dei luoghi più rilevanti dei dintorni di Dakar: l’isola di Gorée, anche conosciuta come l’isola degli schiavi. Luogo, inutile dirlo, ritenuto molto importante per F.U.L.A. che anche da questa terra ha preso ispirazione per la composizione del pezzo.