Cresciuta a Milano, il rap e r&b in cuffia, le lezioni di violino a casa e i Club Dogo per
strada. Lei è Elea, classe 2000: esplicita, espressiva, e svela il suo sentire da donna in modo delicato quanto diretto.
Oggi JB l’ha intervistata per Hano in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo
“Confessioni” feat Nerone, freestyler e rapper della Microfili Click.
Ciao Elea, benvenuta su Hano. Iniziamo a scaldarci con qualche domanda per conoscerti meglio. Raccontaci del tuo background personale ed artistico.
La mia passione per la musica la devo sicuramente a mia madre, che è la figura di riferimento nella mia vita. Ha avuto la capacità di trasmettermi non solo la passione, ma anche la costante ricerca di suoni nuovi e sempre più affini alla mia personalità.
Fin da piccola mi sono avvicinata in diversi modi alla musica, ma il primo vero contatto arriva con le scuole medie: ho iniziato a prendere lezioni di violino. Successivamente ho iniziato a suonare anche la viola e il pianoforte e, purtroppo, per tutta una serie di cose
personali che mi hanno provata molto, ho interrotto gli studi.
Nonostante questa frattura, non ho mai smesso di scrivere e l’ho sempre fatto in più lingue: italiano, francese, soprattutto inglese.
Se c’è qualcuno che devo ringraziare per essermi riavvicinata alla composizione e forse anche per aver capito che potevo far decollare in maniera più costruita e concreta la mia passione, è il mio manager. Mi sta guidando nella costruzione di questo percorso dandomi la possibilità non solo di misurarmi con me stessa ma anche con artisti del panorama nazionale.
Si capisce che per te la scrittura è un’esigenza. Come nascono le tue canzoni?
Sicuramente gran parte delle mie canzoni nascono dalla necessità di mettere nero su bianco ciò che sento. Scrivere una canzone, per me, significa aprire una discussione con me stessa, un po’ per esorcizzare quello che non riesco a gestire. La mia musica apre una finestra sul mondo che vivo, su come lo vivo e condividerla è una scelta forte che mi scuote. Nelle mie canzoni penso ci sia molta sincerità e il bello della musica è che comunque ognuno può leggere nei testi determinate situazioni vissute della mia vita, e percepirle a livello personale, farle proprie.
Quali sono i dischi essenziali che suggeriresti di ascoltare a chi vuole conoscere meglio le tue influenze?
- The miseducation of Lauryn Hill – Lauryn Hill
- 2001- Dr Dre
- Pino Daniele – Pino Daniele
- Innervisions – Stevie Wonder
Menzione d’onore alla scena della Motown per avere le sonorità che mi fanno sognare ogni volta che ascolto dei brani, ad Aaliyah per l’innovazione che ha portato e per tutte le cose che avrebbe potuto insegnarci, ad Erykah Badu per la totalità del suo essere artista.
Nella scena urban si stanno affermando diverse artiste. Come vedi la situazione al momento?
Credo che il crescere di nuove artiste sia una cosa inevitabile visto il momento storico che stiamo vivendo.Da anni ormai il resto del mondo ci supera su questa cosa. Ovunque tranne che in Italia vediamo come ci siano delle artiste colossali che tengono in piedi l’industria musicale, questo dovrebbe insegnarci solo che nella realtà dei fatti non dovrebbe esistere un limite dato dal genere sessuale. L’Italia ha ancora troppo da imparare. Bisognerebbe concentrarsi sulle sonorità e non sull’immagine. Mi sembra ovvio che la strada da percorrere sia ancora lunghissima, e imporsi è necessario, necessario
quanto lasciare che sia il talento ad affermarsi rivendicandoci anche la nostra femminilità n questo game che è il panorama Urban.
Torniamo al tuo progetto, come è nata la collaborazione con Thaurus?
La collaborazione con Thaurus è nata in seguito alla pubblicazione del primo singolo, “Euridice”. É stato ascoltato da Alessandra, che lavora in Thaurus, che l’ha girato subito a Simone Pizzoccolo, ai tempi AR di Thaurus. Il pezzo è piaciuto molto e Christian, il mio manager, è stato contattato e… eccoci qui.
La Thaurus è un’etichetta che mi motiva continuamente, la visione sulla mia musica è comune come lo è anche il mio percorso.
É un’occasione importante far parte del nutrito gruppo di artisti che animano la Thaurus e spero che il rapporto continui e sia proficuo.
Singolo uscito venerdì e pare stia andando molto bene. Stai già lavorando al primo album?
Ci stiamo muovendo con calma su questo fronte; diciamo che le strade sono diverse e crediamo che per questo progetto sia giusto rimanere flessibili. Non ho idea di come debba essere un album, non credo nemmeno di aver raggiunto il primo gradino della maturità musicale e artistica che un artista dovrebbe avere per lavorare ad un prodotto così importante. Penso che il fare musica, così come l’imparare a relazionarsi con la gente che ti ascolta richieda un sacco di allenamento, sono situazioni che impari a conoscere strato per strato, ogni volta che pubblichi un pezzo nuovo.
In sostanza dico che al momento non siamo pronti per un album, ma sicuramente stiamo ragionando sulle diverse formule con cui si può pubblicare e sulle diverse modalità con cui posso esprimermi al meglio.
Cosa dobbiamo aspettarci da Elea?
Sicuramente l’uscita di “Confessioni” rappresenta un passo avanti a livello personale e artistico anche dato dal fatto che ho avuto la possibilità di confrontarmi e lavorare con un artista come Nerone. Per il futuro stiamo lavorando a diverse cose. Sicuramente un ruolo centrale nello sviluppo del progetto è dato dalla necessità di fare in modo che la musica giochi un ruolo predominante nella mia vita.
Ad oggi sono concentrata sullo sviluppo delle mie idee in modo da riuscire a creare un filo conduttore per far si che il progetto possa continuare a crescere e chissà, esplodere.