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Etichetta: Unlimited Struggle Records Distribuzione: Audioglobe Anno: 2013 Torna Egreen dopo Brick&hammers il rapper targato Varese porta un suo album ufficiale. Tempo fa lo recensimmo spendendo buone parole, scrivendo che se avesse iniziato ad usare anche strumentali fatte su misura avrebbe fatto grandi cose: eccolo qui. Ad oggi Egreen sfonda le porte dell’olimpo della scena italiana e prende posto a sedere. Tecnicamente ineccepibile, flow vario, precisione nella scrittura. Schietto, diretto, autocelebrativo all’ennesima potenza, Egreen conferma il suo stampo forte, spigoloso. Le produzioni sposano il filone classico della strumentale campionata, di altissimo livello (tra i producer Dj Shocca, Dj 2P, Squarta, Dj Tsura, quasi tutto il top in italia) e di ottimo supporto al cantato. Se dovessimo paragonare i beats ad un abito, sarebbero una rassegna di completi su misura. Egreen, come detto sopra dimostra di essere tra i migliori di questi ultimi anni, in quello che è l’ambito più vicino al rap tradizionalista. Tecnicamente ottimo, incontestabile sotto tutti gli aspetti. Tecnica perfetta e completa, flow mai monotono, diversa intenzione vocale a misura della tematica del brano. Si può fare poco di più. C’è maturità, studio, esperienza. Le collaborazioni sono da gran disco: Bassi Maestro, Primo, Ensi, Jack the smoker, Ghemon, Mistaman. Inutile sottolineare la resa finale globale, ottima sotto tutta la linea, anche se personalmente mi aspettavo un po’ di più da Mistaman e Ghemon. Le tematiche sono le stesse di sempre, auto proclamazione, il modo di vivere e vedere questa musica, il quanto il far musica per Egreen sia fondamentale, e dolorosamente vitale sia viverla e farla, le parole ed i racconti per gli amici e la famiglia in accorate dediche, le proprie esperienze personali. Egreen ha la magia di essere crudo e “terra-terra” mentre disegna il profilo di passioni ed affetti in modo intimo e dettagliato. Questa volta E-Green non risparmia nessuno nella scena. Nuova e vecchia scuola: Underground e “mainstream“, ha una “buona” parola per tutti. Perché forse i puristi, i grandi mostri sacri che si autoproclamano la via delle origini e delle cose fatte bene, che demonizzano il successo e l’innovazione degli altri artisti, si rimbocchino le maniche e si impegnino a rinnovarsi, aumentare il livello, o andare in pensione. Egreen parla di “scendere dal piedistallo“, e non mi sento che dargli piena ragione. Sono contento che il lavoro, la costanza nel tempo, il non volersi piegare alle logiche delle mode di terzi stia dando i suoi frutti sia alivello di seguito che credibilità, ma voglio essere opportunamente critico: Egreen ha il suo modo di rappare, raccontare, è aggressivo nei modi e molto schietto, ma per quanto ottimo tecnicamente, per quanto cresciuto, affronta gli stessi temi ormai da tempo. È apprezzabile la coerenza, ma deve fare molta attenzione a non cadere nello stesso calderone di chi a sua detta non ha la capacità di fare qualcosa di nuovo. Il disco è in vendita su tutte le piattaforme digitali ed in copia fisica (da Amazon ed Unlimitedstruggle.com, oltre che negli store). In modo assolutamente obiettivo è un disco da tenere in seria considerazione. Buon ascolto. Ciroga |