“Dopo un pò” è il titolo piuttosto esplicativo del nuovo album di Shark Emcee uscito proprio oggi venerdì 14 aprile per l’etichetta Dischi Rurali.
Infatti nonostante la lunga militanza nell’ambiente hip hop del rapper sannita questo è il primo album ufficiale, arrivato quindi dopo un pò, ed in questa intervista Shark Emcee ci spiega (tra le altre cose) il perchè di questa lunga attesa.
L’album è stato anticipato dal pezzo “Quello che so” che abbiamo pubblicato due settimane fa e vede la partecipazione di Valerio Jovine nella traccia “Si ce stai tu“.
Questo in realtà non è la tua prima pubblicazione. Come mai consideri “Dopo un po’” come il tuo primo disco ufficiale?
Vero, ho già pubblicato altro, nello specifico due album con il mio vecchio gruppo ed un Ep. “Dopo un po‘” è però il primo progetto da solista, nonché il primo a venire prodotto da un’etichetta (Dischi Rurali). A tutti gli effetti è il mio esordio da solista con un album.
Si può dire che non vedi di buon occhio le nuove leve che pubblicano dischi a ripetizione? Credi che dovrebbero dare più importanza alla pubblicazione dei dischi?
Assolutamente no, parto dal presupposto che in musica ognuno è libero di fare ciò che vuole e non esiste una formula perfetta. Puoi spaccare lanciando un singolo al mese o un disco ogni tre anni. Per quanto mi riguarda dopo tanti singoli sentivo l’esigenza di racchiudere la mia musica in un progetto.
Un po’ di anni fa hai pubblicato il pezzo (di gran successo) “Orgoglio Sannita”, quanto sei attaccato alla tua terra e quanto è importante per la tua musica?
Beh non è un segreto quanto sia attaccato alla mia città! Quando ho cominciato a fare Rap uno degli obiettivi era quello di darle importanza nella scena e di conseguenza diffondere la cultura Hip Hop in città e ad oggi credo di essere riuscito in entrambi gli obiettivi. Vivere qui mi permette di osservare da un punto di vista distaccato l’ambito musicale e mi offre anche tanti spunti di riflessione osservando gli atteggiamenti della vita di provincia.
Guardando indietro al tuo importante percorso musicale, hai qualche rimpianto? Nel senso, pensi che forse in qualche ambito potevi fare di più? O avresti meritato più attenzione? Magari di fare il “grande salto” che poi non cè stato?
Non ho grossi rimpianti, anzi, se guardo da dove sono partito e cosa ho fatto in questi anni sono molto orgoglioso. Ho portato la mia musica e la mia faccia in contesti impensabili riuscendo sempre a farmi notare in positivo. Non ho l’ossessione del “grande salto“, se dovesse arrivare sarebbe una conseguenza del duro lavoro e dell’impegno, e non è mai troppo tardi per farlo. L’unica cosa che mi amareggia un po’ è l’essere stato prettamente da solo ed aver dovuto contare sempre e solo sulle mie forze per tanti anni. Se qualcuno avesse creduto in me forse avrei potuto fare ancora di più, ma ripeto, non è mai troppo tardi.
Non è una domanda provocatoria. Vorrei solo capire e vorrei in qualche modo che si sollevasse il tema. Questo disco ha otto tracce, alcune delle quali sono state pubblicate negli anni scorsi. Perché così poche tracce per un disco che consideri il primo ufficiale?
L’uscita dei singoli che hanno anticipato il disco mi ha aiutato a ritornare gradualmente sulla scena dandomi il tempo di curare la sua chiusura con più tranquillità. Avevo altri brani pronti che avrei potuto inserire nell’album, ma ho preferito seguire una linea coerente a livello di sonorità e tematiche piuttosto che avere in tracklist brani fuori fuoco. Ci tengo che il lavoro sia fruibile e non stanchi, uno degli obiettivi è quello di far ascoltare il progetto per intero tutto d’un fiato, da questo è nata la scelta della tracklist.
Oltre a te anche altri artisti stanno usando l’hip hop come mezzo per aiutare ragazzi in “difficoltà”, perché secondo te una cultura come l’hip hop è adatta a questo tipo di attività?
Nelle altre nazioni è già da tempo che la cultura Hip Hop è usata in ambito educativo e sono felice di vedere che anche in Italia negli ultimi anni questo tipo di progetto si diffonda sempre più. Per me l’Hip Hop è un grande strumento educativo soprattutto per i più giovani, in primis perché parla un linguaggio a loro molto vicino, ma anche perché attraverso l’ Hip Hop si possono diffondere messaggi molto importanti anche nella vita di tutti i giorni quali il rispetto, l’uguaglianza, il credere in sé stessi, la determinazione. Da non sottovalutare anche i benefici di fare Rap: dall’ampliare il proprio vocabolario,all’avere una consapevolezza maggiore sull’uso delle parole, dall’avere uno strumento attraverso cui parlare dei propri problemi e condividerli, alla sicurezza di sé stessi che dà l’avere il microfono in mano avanti ad un pubblico.
Perché si dovrebbero ancora comprare dischi e vinili quando abbiamo a disposizione il digitale?
Credo che ascoltare musica digitalmente sia più comodo e fruibile, c’è da dire però che spesso questa semplicità rende l’ascolto più superficiale. Mettere su un vinile o un cd per ascoltarlo vuol dire dedicare del tempo all’ascolto dell’intero progetto, riuscire a coglierne a pieno l’intero viaggio. Avere tra le mani il supporto fisico, inoltre, ti permette di entrare più in sintonia con il viaggio dell’artista, osservandone le grafiche con maggiore attenzione e scoprendo i nomi di tutte le persone che hanno lavorato al progetto.
In merito a ciò, come è cambiato secondo te l’hip hop con il mondo 2.0?
Io attualmente vedo l’ Hip Hop più in forma che mai, complice anche la ricorrenza del 50nario dalla nascita di questa Cultura, sono tantissime le iniziative che ne celebrano la storia. Mi fa molto piacere inoltre vedere tanti giovani appassionarsi alle radici e al lato culturale di questo movimento, e tanti Pionieri impegnati a diffonderne i messaggi. Credo che l’ Hip Hop continuerà a vivere a lungo sempre con maggiore influenza sulla nostra società.
Visto che sei sulla scena da molti anni ti puoi considerare un “veterano”, dal tuo punto di vista come vedi le nuove generazioni di rapper (e trapper) che stanno avendo un riscontro di pubblico clamoroso con la loro musica?
Sono contento della varietà di scelta di ascolti che propone la scena. Davvero ce n’è per tutti i gusti, tra cui tanti nomi che spingono roba di spessore. Le nuove leve hanno più punti di riferimento da sviluppare rispetto a noi, ed una marcia in più a livello comunicativo. Mi fa molto piacere quando c’è affinità tra le varie generazioni, vedere i più giovani rispettosi dei Pionieri, ed i Pionieri meno rigidi ed ostativi nei loro confronti.
Nel disco hai due produttori niente male. Mi dici qualcosa di loro e sul perché sono stati scelti?
Nathys e Darry Bryan sono sicuramente due astri nascenti del beatmaking campano e nazionale, il primo ha già all’attivo varie produzioni di spessore con rappers molto in vista. Essendo anche loro di Benevento, ci conosciamo da anni, ed ho sempre seguito con attenzione il loro percorso artistico. Con Nathys poi abbiamo condiviso varie sessioni di studio per lavorare a musica per altri artisti,mentre Darry Bryan spesso mi inviava delle bozze di beats da ascoltare.Le collaborazioni sono nate in maniera molto spontanea, e sono soddisfattissimo del risultato finale.
Parlaci di Hip Hopera Foundation, quando è nata, quali sono le attività organizzate da questa associazione e cosa avete in ballo al momento?
Hip Hopera Foundation è un’associazione di promozione sociale della Cultura Hip Hop nata nel Dicembre 2018, presente anche con un Chapter UK. Una bellissima realtà che aggrega tante teste Hip Hop di varie età ed attitudini.In questi anni abbiamo organizzato vari eventi, tra Jam, workshops, seminari, dibattiti. Siamo partners di molte realtà importanti quali Tecniche Perfette o l’ Hip Hop Cinefest, rassegna mondiale dedicata alle produzioni video in ambito Hip Hop, che si svolge a Roma. 2 anni fa abbiamo ricevuto una menzione speciale durante questo festival per uno dei progetti più ambiziosi messi in atto dalla nostra associazione: Freshello. Un cartone animato che racconta la storia dell’ Hip Hop, un bellissimo progetto unico nel suo genere, a cui ho avuto il piacere di prendere parte attivamente doppiando la voce del protagonista.