Testi CanzoniDargen D'Amico - Amico immaginario (Testo)

Dargen D’Amico – Amico immaginario (Testo)

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Restavo fermo pomeriggi interi
mani nelle mani dita sui bottoni a fare click clack
A schiacciare forte la fronte sul vetro
Per sentire la febbre alla città
Poi nuotavo sul divano
E disegnavo qualche itinerario al cioccolato
con le dita sporche sullo stradario
Contavo le figurine, le automobiline
Quanto restava nel salvadanaio
Ma una volta finito questo (questo)
E finiva sempre troppo presto (presto)
Sentivo le mancanze
per esempio di un amico più grande per parlare del resto
Così provavo a parlare con gli oggetti col muro
Con gli oggetti sul muro
E gli dicevo non sono stato io a inchiodarti forse neanche la nonna lo giuro

RIT:
Ho fatto tanto per diventare grande
Ho fatto tanto per diventare vero
Ho fatto finta di non temere il buio
Come hai fatto a crederci sul serio
Amico mio, amico mio chiunque sia
Amico mio, amico mio se tu vai via
Almeno lasciami la luce accesa
O la lucina che si attacca alla presa

Per anni fui terrorizzato
Pensavo che morendo sul più bello sarei finito all’inferno
Perché non sono battezzato e le chiese
E le chiese ne avevo viste 5, 4 volte dall’interno
Ma nonostante ciò avevo già sentito uomini inutili come mio padre parlare di Dio
E questo mi bastò per dedurre che chiunque avesse le iridi azzurre parlasse con Dio
Così provai anch’io e neanche un mese dopo
Ci rispondevamo a vicenda all’appello
Per il resto parlavamo poco giusto all’ingresso e all’uscita
Ma sempre con lo stesso bidello
In classe ognuno aveva l’amichetto sacrosanto
Per non sentirmi solo io mi immaginai il mio
A correre in corridoio fuori era quasi buio
Vado, ciao, a domani, addio

RIT:
Ho fatto tanto per diventare grande
Ho fatto tanto per diventare vero
Ho fatto finta di non temere il buio
Come hai fatto a crederci sul serio
Amico mio, amico mio chiunque sia
Amico mio, amico mio se tu vai via
Almeno lasciami la luce accesa
O la lucina che si attacca alla presa

Nessuno si offenda
Se ricordo che dopo merenda tenevamo un diario
un paio di volte mi è sembrato fiero come una leggenda
Di avere uno come me come amico immaginario
Poi non so mica cos’abbia combinato nella vita
Se si rivede in queste canzonette,
forse si riflette unicamente sulle superfici plastificate di certe immaginette
Se la giornata era bella solata,
suonavano la campanella ma noi restavamo fuori
Gioiosi, irrispettosi e rubavamo i motorini ai rispettivi fratelli maggiori
Prima guido io J poi guidi tu
Oh dio no prima io dai poi tu
Qualsiasi cosa facessi era con me
Anche quando registravo i primi rap col canta tu


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