Caparezza on the microphone…Nel futuro proiettato come Tron… Come cristallo sono stato fragile, colpa mia se mi hanno steso come un pugile poco agile; facile starsene cieco come un vicolo, muto fottuto pupazzo per il mio ventriloquo. Qui c’é un equivoco signori della corte, resuscito se la mia sorte é una condanna a morte; fortemente volli farmi i calli tra i folli per capire che non ero tra quelli ma tra i ribelli. Faccio il mea culpa di una situazione che mi aveva tolto la gioia di vivere, mea culpa mea culpa, ahimee. C’era chi mi spacciava dosi di business tossico, mi credeva un pesce lesso dal lessico anoressico, io scontato come il chili in Messico ci stavo, non rischiavo, buono e bravo, uno schiavo ritratto in un contratto controproducente,
la patente per guidare i gusti della gente; per chi non si pente non é per niente semplice andar via, non chiedermi come concedermi l’eutanasia, ma mettiti nei miei panni, prendi questi anni e dalli ai cani, vedrai, nelle vene avrai vulcani e nelle mani piani su piani, segreti strani tipo CIA, consapevole che sarà sempre colpa mia. Faccio il mea culpa di una situazione che mi aveva tolto la gioia di vivere, mea culpa mea culpa, ahimee. Questo é quanto, come imputato ammetto il mio reato, spero che non mi abbiate condannato, spero di essere stato chiaro più di qualsiasi indizio, confido in un rinvio a giudizio e non é che l’inizio di un nuovo capitolo, mi metto in gioco come un gatto col gomitolo, pronto a superare ogni ostacolo, a scongiurare ogni oracolo, a strappare a morsi ogni tentacolo. Faccio il mea culpa di una situazione che mi aveva tolto la gioia di vivere, mea culpa mea culpa, ahimee.