13 domande per svuotare il sito: l’intervista ai Microspasmi!
E’ una mattinata piovosa in quel di Milano e mi ritrovo a fare quattro chiacchiere con Meddaman e Goediman, anche conosciuti come Microspasmi, gruppo storico dell’hardcore Rap Milanese.
E’ notizia di qualche settimana fa che il duo ha deciso – tramite una campagna di crowdfunding su Musicraiser – di stampare il loro primo album storico “13 Pezzi per Svuotare la Pista” in doppio vinile, uno dei dischi hip-hop italiani più ambiti dai collezionisti del genere.
1. Salvatore e Diego AKA Medda e Goedi AKA Microspasmi. Quale migliore occasione di un evento del genere per venire a rompervi le palle! Inanzitutto, grazie per aver deciso di pubblicare nuovamente una pietra miliare come il vostro primo album. Da dove arriva questa necessità?
M. Quando usci “13 Pezzi” erano tempi un po’ duri per il Rap, sopratutto quello “undergound” come il nostro e non ne stampammo tanti; in più il vinile stava lasciando il posto al cd, quindi all’epoca non ci abbiamo neanche pensato. Col passare del tempo però ci siamo resi conto che la gente cercava ancora quel disco e ogni tanto ci dicevamo che avremmo dovuto ristamparlo magari in vinile ma era solo un idea che ogni tanto tornava.
I fan di Microspasmi hanno iniziato a chiederlo e nell’ultimo periodo anche insistentemente quindi abbiamo pensato che forse era arrivato il momento di farlo. Abbiamo fatto delle valutazioni e alla fine abbiamo pensato che quella di Musicraiser fosse la soluzione giusta perché abbate le solite barriere artista/fan ed eccoci qui, siamo in piena campagna!
2. Era il 2003, la scena Hip-Hop italiana era discretamente solida e “13 pezzi per svuotare la pista” è stato un disco fortissimo. Facciamo un po’ di “back in the days”: raccontateci come l’avete costruito, sia musicalmente che per i testi.
M. Eravamo infottatissimi arrivavamo da un periodo dove ogni settimana c’era una Jam o una serata! Con questo spirito abbiamo iniziato a lavorare sui pezzi nuovi, volevamo spaccare. lo spirito competitivo era altissimo, ci sfidavamo di continuo!
Goedi si mise sotto a produrre come un pazzo e tiro fuori il beat per “Il mio Attacco e La Mia Guardia” (G.: con il sample semi-irriconoscibile dalla colonna sonora de “Il Giustiziere della Notte”); quel beat definì quello che sarebbe stato il suono dell’album e di conseguanza ne uscirono i testi.
Volevamo un suono diverso da scena vera, che aveva sonorità più jazz ed “allegre” cosiì Goedi si buttò a capofitto nel funk e nelle colonne sonore alla ricerca di sample più “cupi” e diretti.
Io scrivevo poco ma rappavo tantissimo avevo la testa sempre impegnata a fare rime, l’80% dei pezzi di quell’album non li avevo neanche scritti, li sapevo e basta! Quindi fu un lavoro molto istintivo!
3. Quali sono stati e quali sono gli artisti che influenzano i Microspasmi? Medda sogna ancora “solo jam con Jay Z e Roc-A-Fella” e Goedi cerca ancora i samples da vecchi vinili impolverati?
M. Per noi il gioco non è cambiato, nel senso che siamo ancora infottati, ma e’ cambiato il modo con cui ci si approccia alle cose. Internet ha flippato tutto, non per forza in peggio, ma e’ diverso.
Prima per forza di cose dovevi beccarti fisicamente con le persone, non che adesso non si faccia ma ora i sono i tempi ad essere cambiati. Comunque si, sogno ancora mega Jam, magari adesso con Pusha T o Kendrick Lamar!
4. Qual’è, se ce n’è una, la canzone dell’album alla quale siete più legati? Riascoltando il disco ultimamente, alcune delle cose che dite possono essere considerate molto attuali.
M. Io personalmete sono molto legato a “I Miei Piedi” perché è un pezzo che racconta una fase della mia vita dura ed intensa. E’ stato come fare una seduta di psicanalisi.
G. Io sono legatissimo alla ghost track che trovate dopo “La Palestra”, compare dopo quasi un minuto e mezzo di silenzio… Ricordo che fu una della basi più sperimentali che feci per l’Hip-Hop italiano soprattutto in periodo, quindi per me è una sorta di ‘manifesto’ produttivo di tutto il disco.
5. C’è un motivo per il quale il numero contenuto nel titolo del disco riporta sempre al numero di pezzi contenuti? E’ una specie di rito? Un portafortuna?
M. Questa cosa dei numeri è nata con “13 Pezzi” e l’abbiamo tenuta anche per le cose succesive, si possiamo dire che e’ una sorta di rito.
G. Esatto: ricordo che la cosa nacque dal titolo di un film con Jack Nicholson: “5 Pezzi Facili”. Noi volevamo dare un segnale, come dire, siamo in pochi? In quattro gatti? E noi facciamo una cosa ancora più scura e underground.
6. Torniamo ora ai giorni nostri e parliamo di Musicraiser e delle campagne di crowfunding. Sempre più artisti spingono i propri lavori solo con le proprie forze e con il sostegno dei propri fans. Come avete deciso di utilizzare questo canale?
MS. In questo momento piu’ che mai sono le fanbase la forza di un artista, il cosidetto “zoccolo duro”, e noi staimo facendo le cose per questo e infatti la campagna non punta solo alla vendita’ del vinile o della maglietta ma anche ad esperienze legate alla musica di Microspasmi: c’e’ la giornata di digging o l’esperienza di beatmaking con Goedi, la giornata in studio a lavorare su un pezzo insieme e l’ascolto in anteprima del disco. Trovate tutto qui sulla pagina di Musicraiser dedicata!
7. Il vinile sembra diventato ora una moda. Un sacco di gente si vanta di collezionare dischi senza nemmeno avere un giradischi e solo per postare qualche foto sui social. Cosa ne pensate a riguardo?
MS. Mah, guarda.. Le persone “a traino delle mode” ci sono sempre state, ma se servissero a tenere viva la cosa non la vedo cosi negativa, tanto i fake ci saranno sempre (risate).
8. A proposito dei giorni nostri e della scena Hip-Hop attuale: Salvatore cosa ne pensi dei testi rap odierni? E Diego delle produzioni?
M. Secondo me il gioco non e’ cambiato tanto, sono cambiati i giocatori, sento sempre la competizione in molti e c’è sempre chi fa pezzi per le ragazze (risate) e per fare soldi, tanto più che ora l’attenzione sul Rap è alta: manca però il senso – passatemi il termine – “rivoluzionario” che non e’ per forza fare solo pezzi contro il “sistema” o essere incazzati a tutti i costi, e piu’ una sensazione di adattamento alle cose cosi come ci vengono date in pasto. A mio avviso pero’ il livello si e’ alzato, ma queste sono questioni di gusto.
G. Come già detto da Medda, trovo che siano semplicemente cambiati i tempi: adesso si potrebbe dire che tutti fanno la ‘trap’… Bhé e allora? Del ’96 si potrebbe obiettare che tutti producevano scimmiottando Premier, Sermon e compagnia bella, quindi sticazzi. Di gente brava ce n’è un botto in giro, Tha Supreme ad esempio è uno che mi piace molto.
9. Com’è stato tornare a fare musica dopo 11 anni? “Come 11 Secondi” è uscito 2 anni fa per Unlimited Struggle, con un sacco di amici importanti. Cosa avete fatto nel frattempo?
M. Io ho fatto due dischi da solista e ho messo su famiglia: non ho mai smesso di fare robe. Ci siamo sentiti qualche volta con Goedi ed una sera ad un live di Bassi Maestro abbiamo fatto due chiacchiere sulla possibilità di fare un nuovo disco come Microspasmi e due settimane dopo ero in studio da Diego a sentire un po’ di beats. Abbiamo ritrovato l’intesa velocemente e stato tutto molto naturale.
G. Non ho mai smesso di fare musica in realtà, ma più nel mondo broket beat, jazzy ed elettronica, poi ho seguito la direzione artistica di diversi locali milanesi (in ordine temporale: Sottomarino Giallo, Tunnel Club ed attualmente Santeria Social Club)
10. Una cosa che ha sempre caratterizzato Salvatore è il suo modo di scrivere i testi, la cosiddetta “scrittura creativa”. Cosa distingue un emcee come Medda da altri?
M. Mi piace molto scrivere per immagini e cerco sempre di essere originale anche se a volte so di esagerare: ultimamente ho anche cercato di fare cose piu’ semplici. Cerco anche di scrivere in modo che le cose possano durare nel tempo – almeno concettualmente – facendo il modo che il mio Rap sia fluido: scrivo solo per fare pezzi Rap non ho mai avuto il diario segreto!
11. Chi sono gli artisti con i quali vi piacerebbe lavorare in futuro?
M. farei volentieri un bel pezzo con Nitro!
G. Mi piacerebbe lavorare in studio con Low Kidd.
12. 5 pezzi Hip-Hop che non possono mancare nella playlist dei Microspasmi (ma non litigate, mi raccomando)
MS. In effetti abbiamo iniziato a litigare e per non metterci le mani addosso ne abbiamo selezionati 8, anche se sono solo alcuni di quelli che volevamo mettere!! (risate)
“Hard To Earn” – Gangstarr
“Drop” – Pharcyde
“Kick in The Door” – Notorious B.I.G.
“Fuck LA” – Schoolboy Q
“Immigration To The Rap” – Belly
“Oh My God” – ATCQ
“Whateva Man” – Redman
“Inside My Love” – Minnie Riperton
“A Me Me Piace ‘o Blues” – Pino Daniele
13. Quali sono i nuovi progetti dei Microspasmi? Nuovi dischi? Nuove ristampe? Anticipateci qualcosa.
MS. Sicuramente qualcosa di nuovo! E se dovesse andare bene la campagna Musicraiser potremmo pensare di stamare qualche altra cosa in vinile!
Non ci resta altro che ringraziare Salvatore e Diego per questa chiacchierata. Vi invitiamo a supportare il progetto Microspasmi su Musicraiser sperando di raggiungere l’obiettivo sperato e di poter suonare “13 pezzi per svuotare la pista” sulle nostre piastre.
Al momento mancano ancora 46 giorni ed il progetto ha già realizzato il 37% di adesione!
“Se fossero le vostre so che voi ci capireste”.