In questi mesi e precisamente fino al 26 giugno è in atto a Bologna (Palazzo Pepoli) la mostra di Street Art denominata “Banksy & co – L’arte allo stato urbano”.

Inutile nascondere che questo evento si è “preso” la scena nazionale grazie soprattutto alla cornice che gli si è creata intorno dopo che lo street artist Blu si è recato personalmente a Bologna per cancellare i suoi lavori, proprio con l’intento di non farli finire relegati in questa mostra.
Nonostante le buone intenzioni di Blu qualcosa di suo nelle mura di Palazzo Pepoli ci è finito, ed è stato anche interessante scoprire come, visto che all’interno della rassegna è stata allestita una saletta dove viene trasmesso un filmato che descrive passo passo la procedura di “asportazione” delle opere dal muro con successiva applicazione su un supporto che gli permetta di essere poi esposto in altro luogo.
Praticamente il muro viene prima ricoperto con una pellicola e poi cosparso con una miscela particolare (composta da bitume e altre cose che non ricordo) e viene lasciato ad asciugare. Quando si torna dopo qualche giorno il composto (ormai solidificato) viene rimosso e arrotolato proprio come se fosse la tela di un quadro, e assieme alla pellicola (che è diventata tuttuno con la miscela di bitume) dal muro si stacca anche il primo strato di intonaco, con la sua opera perfettamente intatta…
Interessante no? Con questa particolare procedura non è difficile immaginare in un futuro prossimo intere mostre contenenti opere di street artist “staccate” dai loro muri originali e relegate nei quattro muri di un esposizione a pagamento.
Chiudendo il discorso Blu (che volente o nolente è protagonista nella mostra) dopo una piccola sala dedicata ai “ratti” di Blek Le Rat e Banksy, si accede al salone principale dove a farla da padrona sono giustamente i due graffiti dei “padroni di casa” Dado e Rusty, storici writers bolognesi presenti sulla scena dagli anni 90.
Oltre alle numerose opere di Banksy, Os Gemeos, Dran, Shepard Fairey (leggi Obey) e altri, da segnalare l’esposizione delle assi di legno comprate da una collezionista direttamente da un cantiere di una strada di Parigi sulle quali avevano lasciato il segno alcuni degli street artist francesi tra i più noti:
Presenti anche un area dedicata esclusivamente alle tags (anche qui sono stati asportati finestrini e altri materiali) e una sezione dedicata ai pionieri americani che hanno dato il via a tutto il movimento riguardante i graffiti, ove sono presenti anche fotografie della mitica Martha Cooper.
Chiudo con qualche ultima foto e ricordandovi che avete tempo fino al 26 giugno per visitare la mostra, approfittando tra l’altro per fare un giro nella bellissima Bologna visto che Palazzo Pepoli è in pieno centro storico.