30 dicembre 2022, esce “Samsara“. 29 aprile 2023, esce “Ricordo il futuro“.
Due album nel giro di 4 mesi, non due ep… due album. E si tratta di due lavori che sembrano legati tra loro, solo una volta ascoltato “Ricordo il futuro” ho avuto la sensazione che fosse il naturale completamento di Samsara.
Non so se questo fosse davvero l’obiettivo di Jesto (ah si, non avevo detto che i due sopracitati album sono di Jesto) ma questa è stata la mia sensazione. E’ come se i due album fossero “complementari“.
Samsara
Con Samsara infatti Jesto sale in cattedra per quanto riguarda le rime, il flow, le barre, insomma dimostra di saper rappare, se mai ce ne fosse ancora bisogno. Strofe di un minuto e mezzo con la stessa rima, del tipo che quando arrivi a pensare che non possano esistere altre parole che terminino con quella sillaba o assonanza, lui ne tira fuori almeno altre venti.
Per farvi un idea andate ad ascoltarvi la prima strofa di “Resta Tesla”, ma quasi tutto l’album è pieno di queste “prodezze”.
Virtuosismi estetici fini a sè stessi? No, niente affatto. In questo album Jesto trasmette tutto il suo malessere verso la società in cui viviamo. Che epoca di merda è questa? E’ la domanda che si pone proprio nel pezzo “Resta Tesla”.
E’ una situazione ormai irrecuperabile per Jesto che non vede molte speranze di miglioramento. Le cose che gli danno fastidio sono l’egoismo della gente, l’attaccamento agli oggetti materiali e soprattutto il fatto di rinunciare a pensare perchè tanto c’è qualcuno che lo fa per te.
Ricordo il futuro
Con “Ricordo il futuro” Jesto riprende il discorso ma abbandona i virtuosismi al microfono (anche se le rime in questo album sono comunque il triplo di quelle degli album di metà dei rapper italiani). E’ un disco più serio, permettemi il termine.
La visione è sempre quella di un futuro distopico dove l’essere umano non sa più essere umano. Jesto definisce il momento che stiamo vivendo come “l’era più triste di sempre” perchè guardandosi intorno non vede persone contente, tutt’altro.
Ma allora il messaggio trasmesso da questo album è totalmente negativo, pessimista e disfattista? No, è proprio qui che Jesto fa quel passo in più, quello che rende questo album così speciale, che lo rende poeta più che rapper, citando una sua frase.
Infatti Jesto non solo dichiara con veemenza di non volersi arrendere ma si mette sullo stesso piano dell’ascoltatore e gli dice “Se ti senti solo sappi che, io mi sto sentendo solo come te”. Tende la mano ai suoi ascoltatori, gli vuole stare affianco e fargli capire che agendo insieme si potrebbero davvero cambiare le cose. Un cambio di rotta è possibile solo se lo si vuole veramente e solo se ognuno, nel suo piccolo fa la sua parte.
E questa non è mica una canzone
Questo sono solo io che penso ad alta voce
E te non sei solo un ascoltatore
Sei qualcuno a cui sento di dover dire cose
Questo voler coinvolgere l’ascoltatore nelle proprie parole, renderlo parte attiva del messaggio che vuole lanciare, è una cosa che rende unico sia questo album che Jesto come artista.
Concludo semplicemente consigliandovi caldamente di ascoltare “Ricordo il futuro” (e riprendere Samsara se non l’avete ancora fatto) perchè farà qualcosa che gli altri album degli altri rapper non fanno: vi aiuterà.