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Intervista ad Ape: “I live sono il motivo per cui faccio ancora musica”

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Ape è un rapper che non ha certo bisogno di presentazioni. Protagonista della famigerata scena degli anni ’90/2000 ha pubblicato album che sono diventati pietre miliari, come “Venticinque” e “Generazione di sconvolti“, prima di concedersi una pausa.

Ma se volete approfondire la storia vi rimando a quest’altra intervista, oggi invece siamo qui per parlare del suo ultimo progetto fresco di uscita: l’ep “Numeri complessi“. Si tratta di un lavoro di tre tracce e in questa intervista Ape ci spiega la scelta di un progetto così “compresso” e ci dà un idea dei suoi prossimi passi (contiene anche interventi di Posaman e Bod, che hanno collaborato alla realizzazione di “Numeri complessi”).

Visto che il tuo nuovo ep è dedicato ai numeri, partiamo proprio da questo… perchè solo 3 tracce?

Il linguaggio della musica è cambiato così come i tempi e le modalità di ascolto, non ha più senso (a meno che non si lavori per una major o si punti a quel target) ragionare con la logica degli album. Penso che per un artista indipendente sia meglio pianificare più uscite in un anno sia per avere più occasioni per attirare l’attenzione del pubblico (con gli ascolti e con i live) sia per documentare le evoluzioni nell’approccio e nel gusto alla musica. Partendo da questa logica per me un EP di 3 pezzi è la dimensione ideale perché la riesco a conciliare con tutta una serie di impegni e vincoli che mi portano via parecchio tempo.

Anche nei titoli dei pezzi sono presenti i numeri, come mai hai scelto questo “concept“?

Il primo pezzo che ho scritto è stato “3dici” che è un pezzo che parla del cambiamento della trasformazione e della rinascita, il riferimento al numero è voluto perché tra i vari significati simbolici che ha ci sono gli stessi elementi di cui parla il pezzo. Nello scrivere gli altri due pezzi sono emerse le citazioni ai numeri anche se con motivazioni completamente diverse. In “41minuti” il riferimento è alla durata del live che abbiamo portato in giro lo scorso anno con Ill Papi, una tracklist di 41 minuti totali in cui mischio i pezzi più recenti a quelli classici; ci ridiamo sopra perché ogni volta che prepariamo una data, e magari dobbiamo coinvolgere qualcun altro, il tema dei tempi è la mia prima fissazione…

In “1000paure” che è un pezzo che riprende il tema di “3dici” ma in uno scenario più notturno, più riflessivo e più intimo, la citazione è puramente didascalica e si riferisce alle migliaia di demoni di sfide e di paure che tutti sappiamo di dover affrontare per vivere come vogliamo. Per creare un adeguato filo conduttore il tema numeri è stato poi interpretato da Bod per la grafica e per la comunicazione, la cover non presenta lettere, tutti i testi sono scritti in numeri con le istruzioni per risolvere il rebus sull’obi (la fascetta che avvolge i vinili tipica delle edizioni giapponesi) e come protagonista abbiamo scomodato John Nash che in materia di numeri è abbastanza autorevole!

Cover Numeri complessi

BOD: … e sì decisamente autorevole! aggiungo che appena mi hai detto il titolo, mi è venuta in mente una tua barra di qualche anno fa, una delle mie preferite: “È un blues che dà visioni come John Nash, Un mix di intuizioni, realtà concrete e strani flashback” (da Giorni Matti)

Così è nata l’idea di mettere il matematico in copertina. Ho fatto diverse illustrazioni che sarebbero dovute diventare le cover singole, ma poi quando abbiamo girato le clip per il lancio, sono arrivate le foto di Lara Bordoni fatte sul set e abbiamo usato quel materiale per creare tutta la comunicazione. Lavorare in serenità come ormai facciamo da anni ci permette di accogliere cambi dell’ultimo momento, questa cosa mi piace molto!

Il pezzo 41 minuti è dedicato alla componente “live” del rap, quanto giudichi importante esibirsi dal vivo?

I live sono il motivo per cui ancora faccio musica, sono tutto! Sia per l’adrenalina di stare sul palco e confrontarti direttamente con chi ascolta sia per l’aspetto “on the road” che li rende un’esperienza unica che lega le persone in maniera indelebile.
Nell’ultimo periodo siamo riusciti a creare un bel team con Ill Papi, Posa e Bod e ci siamo tolti la soddisfazione di fare qualche data, ancora poche per i miei gusti ma ci sto lavorando. Per ora abbiamo 2 date fissate il 25 marzo allo Shabba di Cantù ed il 15 aprile al Ca Nostra di Rho, ne abbiamo altre in cantiere quindi chi ha interesse a combinare si faccia avanti!

In uno dei passaggi dell’ep dici “niente palazzetti, niente tour, niente passaggi in radio“. Lo dici con un pò di rimpianto o queste cose non ti mancano affatto?

Ogni tanto ci penso e me lo immagino, il palco più grande che ho fatto è stato l’Hip Hop Motel ma anche nei live a Roma del 2018 con Dead Poets di Dj Fastcut sono stati dei bei palchi che hanno dato tante soddisfazioni. Non ho rimpianti, anche se mi piacerebbe averne fatti di più! Fa parte del naturale ordine delle cose, chi oggi sta in quella situazione come Guè, come Marra sono persone che hanno dedicato la loro vita al loro sogno ed hanno assecondato in pieno la loro ambizione grazie al loro talento. Io ho voluto fare altre scelte e va bene così, ho raggiunto obiettivi e risultati importanti in altri ambiti ed il Rap rimane la mia dimensione naturale in cui poter essere me stesso al 100%.

Anche in questo ep continua il sodalizio con Ill Papi, parlaci del tuo rapporto con lui, sia professionale che personale…

Siamo così diversi da essere del tutto complementari, io sono molto schematico e razionale, nell’organizzazione, nei piani di lavoro, negli obj che dobbiamo raggiungere. Lui è molto più istintivo, visionario ed irrazionale. Questo è il segreto che rende il sodalizio vincente, si concretizza quasi sempre in studio, nella fase di registrazione dove rispetto ai testi ed alle idee che porto Pipa è in grado di cogliere sempre quei piccoli dettagli che a me sfuggono, e a lui no, che ci consentono di alzare il livello dei lavori che facciamo. Sulle produzioni è molto bravo non solo nel realizzare le sue ma anche nel mettere le mani a quelle di altri producer per farle funzionare meglio all’interno del progetto di cui fanno parte. Per questo funzioniamo come coppia anche se ci vediamo poco!

Nell’ep c’è anche Posaman con cui tra l’altro hai iniziato il progetto “Brew Brothers” (con anche Royal Damn). A che punto è quel progetto?

Al momento siamo fermi, abbiamo fatto 2 belle bombette, a parer mio potevano funzionare meglio ma il pubblico in Italia non sempre è equo! Ci piace l’idea di essere i primi ad aver ufficialmente sdoganato il tema Birre Artigianali nel Rap e ne siamo fieri! Anzi a dir la verità il primo è stato Posa quindi lascio a lui integrare.

 

POSAMAN: Nel 2018 ho pubblicato la canzone “Hoppy ending dove ho unito le mie 2 piú grandi passioni: rap e birra. Nella canzone cito molti birrifici e birre italiane che mi piacciono molto e metterle in musica e farci un videoclip è stato divertente. La traccia ha avuto un buon successo nel mondo birra e anche grazie a quella canzone è nato il progetto con Ape e Royal Damn che di rap e di birre ne sanno! Aggiungo che dalla seconda settimana di Marzo uscirà “Birra Time con Posaman” la mia nuova web serie dedicata ai birrifici artigianali, in chiave hip hop ovviamente!

Dopo tanti anni come pensi sia cambiato il tuo pubblico? Credi che il tuo “zoccolo duro” si sia arricchito con giovani che ti hanno scoperto solo grazie agli ultimi lavori?

Sul mio pubblico mi stupisco ogni volta che ne scopro qualche dettaglio, sicuramente c’è uno zoccolo duro consolidato a cui devo tutto, ma di volta in volta mi accorgo che si aggiungono persone da qualsiasi fascia di età, sia giovanissimi che miei coetanei ed anche più grandi di me. Penso di fare un tipo di rap che ti arriva per i contenuti e per il mood e cerco di farlo aggiornandomi nei suoni ma senza mai snaturarmi. Questa è la chiave per cui oggi penso di essere trasversale a più fasce di età, il vero segreto è che mi ascolta chi trova se stesso nelle mie parole ed apprezza il fatto di poter condividere delle emozioni e delle situazioni.

Nel 2021 hai pubblicato “Brianza Chronicles” un (bellissimo) album, dicendo che sarebbe stato il tuo ultimo… Cosa pensi adesso a riguardo??

Confermo, non farò più album sulla lunga distanza, preferisco pubblicare progetti più brevi e seriali, ed il primo è “Numeri Complessi” a cui ne seguiranno altri. Se poi avrò modo di stampare qualche special edition in vinile, staremo a vedere!

Progetti per il 2023?

Sto lavorando in prima persona per fissare le date live, per ora ne abbiamo 2, l’obbiettivo è fissarne altre 8, di sti tempi è molto ambizioso ma ci credo e ci provo, quindi per tutti i promoter che leggono l’intervista sentiamoci! Ho già iniziato a scrivere i pezzi del nuovo EP ma è presto per parlare di date, sappiate solo che ci sarò!

Ape

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Andrea Bastia
Appassionato di cultura hip hop da ormai troppi anni e writer fallito, dopo qualche esperienza in proprio sul web approda definitivamente su Hano. Si occupa della rubrica dedicata agli artisti emergenti e a quella sui Graffiti.

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