Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il producer STABBER che con il suo album “Trueno” uscito il 15 marzo ha portato “scompiglio” nella scena musicale. Questo perchè è riuscito ad affiancanre artisti provenienti da mondi molto diversi e gli ha servito un sound che “sbanda” un pò qua e un pò là, come lui stesso ha detto. Andiamo a scoprire cosa ci ha raccontato.
La prima cosa che si nota scorrendo la tracklist di “Trueno” è la varietà degli artisti che sei riuscito a coinvolgere, dai rapper più underground a cantanti che sono in vetta alle classifiche con canzoni pop. Come sei riuscito a coadiuvare talenti così diversi e come hai deciso i vari abbinamenti?
Ad essere onesto è stato tutto molto naturale, un produttore dovrebbe fare questo e cioè trovare un senso anche a cosa che non sembrano averne. Sapevo chi avrei voluto coinvolgere dall’inizio ed altri sono venuti fuori in modo spontaneo man mano che sviluppavo il disco. Una cosa che ho sempre voluto come obbiettivo è fare delle canzoni e non delle raccolte di strofe quindi ho dovuto mettere un filo di attenzione in più anche per far sì che tutti gli artisti coinvolti fossero soddisfatti di quello che stava accadendo.
Immagino che già in tanti ti avranno mostrato tanto amore per aver riunito il progetto “Artificial Kid” nello straordinario pezzo “Il profumo delle rose”. Possiamo sperare in altre release future o questa “reunion” rimarrà un caso isolato?
Intanto per noi è sempre emozionante sapere che, a distanza di 15 anni, ci sono sempre più persone affezionate a quel progetto. Non è una cosa scontata. Per quanto riguarda la possibilità di un capitolo successivo posso solo dirti che io sono a disposizione ma non dipende solo dalla mia volontà. “Il profumo delle rose” è una finestra su quel mondo magico che è stato Artificial Kid e la potenza con cui è stato accolto dimostra che Numero 47 in un certo senso è stato un album seminale.
Nonostante la tua carriera sia iniziata già tanti anni fa e tu abbia collaborato con tantissimi artisti, questo è il tuo primo progetto ufficiale. Perché pensi che sia arrivato il momento giusto per farlo?
In realtà non so se sia stato giusto farlo, sento però che è stato un passo importante per me e per quello che voglio fare in futuro. Ho dimostrato, in primis a me stesso, che sono in grado di dire ancora qualcosa con la mia musica e questo è importante.
E’ curioso pensare che qualche anno fa hai lavorato ad un progetto per rapper emergenti mentre ora esci con un album che contiene vere e proprie star del panorama musicale italiano. Quali sono le differenze che hai riscontrato lavorando con queste due tipologie diverse di artisti?
L’unica differenza che ho riscontrato è la professionalità e la cognizione di quello che si sta facendo. Lato mio ci ho messo lo stesso entusiasmo.
Quando lavori ad una strumentale la costruisci già pensando se sarà destinata ad un rapper, ad un cantante oppure non fai questa distinzione pensando solo alla tua musica?
Se so che sto lavorando per qualcuno cerco di costruire la musica in modo quanto più adatto alla persona a cui è destinata tenendo bene a mente il loro modo di cantare/rappare, l’attitudine e le caratteristiche. Diversamente vado a ruota libera senza avere mai un modo predefinito. Mi piace farmi sopraffare da quello che succede e dall’istinto.
Già dal primo ascolto di Trueno ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa di diverso da tutti i producer-album usciti negli ultimi anni. Come è stata accolta dagli artisti che hai selezionato questa coraggiosa scelta?
Essendo praticamente tutti miei amici, gli ospiti coinvolti sapevano benissimo a cosa sarebbero andati incontro. Devo dire che non ho ricevuto alcuna resistenza anche da quelli e quelle che invece non conoscevo ma che rispettavo artisticamente ed avrei voluto nel mio disco. Devo dire che si sono divertiti tutti.
Abbiamo tanti esempi in Italia in cui i producer lavorano per molti anni fianco a fianco con lo stesso rapper formando coppia fissa. Se tu dovessi scegliere al momento un artista con cui ti piacerebbe lavorare per progetti a lungo termine o perlomeno ad un album intero, chi sarebbe?
Questa è una domanda a cui non so dare una risposta, mi spaventa un po’ l’idea di dover essere il braccio destro di qualcuno a lungo termine. Non credo che sia sano dal punto di vista creativo, Anche RZA dopo 5 anni ha dovuto mollare le redini del suono del Wu-Tang…
Parlando ancora della varietà di suoni che compongono la parte musicale di Trueno, non riesco ad inquadrare un target di ascoltatore a cui può essere destinato il tuo lavoro, credo che sia il più “trasversale” di quelli usciti negli ultimi anni. Lavorando a questo progetto a quale tipo di ascoltatore hai pensato di rivolgerti principalmente?
L’ascoltatore modello a cui mi sono riferito sono io. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto ascoltare un disco fatto così, pieno di citazioni, che oscillasse e sbandasse un po’ qua e un po’ là. Io sono fatto così, ascolto tanta musica di ogni tipo e mi affascinano un sacco di cose e credo di non essere l’unico. Credo che chiunque apprezzi la musica trovi qualcosa di interessante nel mio disco, non tutto ma sicuramente qualcosa.