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Intervista a Not Good: “Devo molto a Emis Killa. Mi piacerebbe collaborare con Marracash”

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Not Good è sicuramente uno dei giovani talenti più promettenti della scena hip hop italiana e con il suo nuovo ep “Vero Liricista” ha confermato questa impressione. “Scoperto” da Emis Killa e Zanna il giovane rapper milanese ha dimostrato infatti di non essere solo una meteora ma di saper contare sulle proprie forze e sulla propria capacità di “liricista” appunto, parola dalla quale partiamo per la nostra intervista.

Not Good

Ciao, nel titolo del tuo ep hai messo la parola “Liricista” che secondo me è molto importante… e forse sta perdendo un pò di significato in alcuni artisti usciti ultimamente. Quanto è importante per te essere un liricista?

Per me, molto! Ho un attaccamento viscerale alle parole e rivendicare l’importanza col tempo è diventato un “marchio di fabbrica”

Come hai scelto i produttori delle basi di “Vero Liricista”? In particolare mi piacerebbe sapere com’è nata la collaborazione con i due producer di fama internazionale 2nd Roof…

Io e i 2nd Roof ci conosciamo dal mio vecchio progetto, abbiamo lavorato molto insieme. Tutto è nato due anni fa quando Zanna ed Emis me li hanno presentati, io sono sempre stato super fan e loro quando hanno sentito le prime cose si sono gasati subito quindi diciamo che iniziare è stato quasi naturale.

A proposito di produttori, in questo ep hai dimostrato di saperti muovere su varie sonorità, ma quali sono le basi su cui ti trovi più a tuo agio, dove dai il meglio di te?

Premesso che il meglio di me provo a darlo sempre, non lo so, non è un quesito che mi sono ancora posto. A livello di sound la cosa che mi piace davvero è cambiare, non mi piace fermarmi a un suono, mi sembra di stagnare.

C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare, ma che al momento rimane ancora un “sogno”?

Non ho mai nascosto di essere un grande fan di Marracash.

E’ nota la tua collaborazione con Emis Killa, quanto è stato importante incontrarlo e ricevere la sua approvazione per il tuo percorso artistico?

Molto! Sia artisticamente che umanamente. Il lavoro che abbiamo fatto e che stiamo facendo è sempre molto delicato perché siamo prima di tutto artisti. Gli sono molto grato perché insieme agli ottimi consigli mi sta insegnando a essere un po’ più “sgamato” in questo ambiente.

Parlaci anche dei due featuring presenti nell’ep, due artisti molto diversi tra loro: Chadia
Rodriguez e Vegas Jones…

Artisti diversi per esigenze diverse! È stato invece molto naturale per me, mi piace mischiare le carte, non fermarmi al risultato “scontato” . Ho chiamato due artisti che tra l’altro avevano recentemente anche collaborato insieme quindi mi è sembrato davvero naturale come passaggio. Poi loro sono due professionisti che non hanno fatto altro che agevolare questo mio passaggio.

Quale risultato ti piacerebbe raggiungere con il tuo ep, non parlo solo di vendite ma intendo proprio anche come messaggio lanciato verso il tuo pubblico…

Con questo EP mi piacerebbe confermare le mie doti appunto da liricista, per il resto non ti nascondo che non mi sono prefissato obbiettivi, sono in una fase in cui posso ancora permettermi di fare musica “fine a se stessa” e ho intenzione di avere questo mood quanto più tempo possibile.

Fino a quando pensi che un artista possa essere considerato “emergente”? Al momento dove ti collochi, visti anche gli importanti consensi (e collaborazioni) che stai ottenendo?

Un artista è emergente fin tanto che ha bisogno, per l’appunto, di emergere. Finché è una necessità discografica oltre che umana.
Io adesso mi colloco tra i ragazzi che in Italia spaccano a fare Rap.
Le etichette non mi interessano molto, saranno gli altri a collocarmi, mi auguro.

Andrea Bastia
Appassionato di cultura hip hop da ormai troppi anni e writer fallito, dopo qualche esperienza in proprio sul web approda definitivamente su Hano. Si occupa della rubrica dedicata agli artisti emergenti e a quella sui Graffiti.

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