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Intervista a NOR: “Recidivo perchè, nonostante tutto, continuo a fare il rap che mi appassiona”

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A febbraio di quest’anno è uscito l’album “Recidivo” ad opera del rapper di Savona Nor, del quale vi abbiamo già parlato proprio riguardo a questo album.
L’attitudine hardcore di Nor ci ha colpito subito e una volta ascoltato l’album abbiamo deciso che per forza di cose dovevamo approfondire il discorso con lui, ed ecco che ha preso forma l’idea di realizzare questa intervista.
Dall’uscita di Recidivo ad oggi Nor ha poi pubblicato altri due video ovvero quello dei pezzi “Sangue Caldo” e “Mangiamorte” che trovate nel corso dell’intervista.
Ma andiamo subito a sentire cosa ci ha raccontato riguardo la sua visione della scena rap, di cosa rappresenta per lui fare questa musica e di tanto altro ancora.

Il tuo nuovo album si intitola “Recidivo”, cosa intendi con questo termine? Ti riferisci al mondo della musica o anche alla tua vita in generale?

In realtà ad entrambi, prettamente sotto un punto di vista musicale ho voluto “sottolineare” il fatto che nonostante i clichè che ci sono ora e le influenze musicali che ci possono arrivare dalle wave americane, io me ne sbatto il cazzo e continuo a fare rap nel modo che mi appassiona, che mi fa avere una valvola di espressione e che mi fa dire la mia sul mondo e su ciò che mi circonda.
RECIDIVO, ovviamente, si puo anche abbinare alla mia vita personale per il mio talento nel perseverare, sia nel bene che nel male, a compiere azioni che mi portano fondamentalmente ad essere sia l’artista che la persona che sono.

Questo è il tuo quinto disco da solista, per chi non ha mai ascoltato i precedenti, cosa diresti che c’è di diverso in questo album, in cosa sei cambiato tu e la tua musica?

Sicuramente nell’esprimere concetti tramite metafora in maniera piu lineare, precisa e d’impatto.
Altra sfaccettatura per me molto importante è in fase di registrazione, in cui in questo disco mi sento personalmente molto maturato, avendo sviluppato un controllo maggiore della mia voce e, soprattutto, della sovrapposizione tra: voce principale, doppie e sporche. Personalmente, mi sento di aver trovato una perfetta alchimia tra queste ultime tre, facendo avere un impatto maggiore al primo ascolto delle tracce, rispetto a quelle dei dischi precedenti; ciò è dovuto anche alla più accurata decisione delle strumentali.

Nei tuoi pezzi spesso ti scagli contro l’opinione pubblica, il cittadino medio ecc… Cosa pensi ci sia di sbagliato nella società che viviamo e nel comportamento delle persone?

Probabilmente un buon 80% di quello che può essere definito un sistema venduto come “salutare ed efficente per la popolazione” è studiato a tavolino per spremere il piu possibile energie, soldi, tempo ma soprattutto libertà (sia di pensiero che di espressione).
Le persone vittime di questa gabbia con le sbarre d’oro, sono piu cattive, arriviste e tremendamente poco empatiche. Ognuno di noi pensa a sè stesso ed al proprio “emergere” in mezzo alle onde di questo immenso mare di merda, in cui tutti noi stiamo lentamente annegando e nella maggior parte dei casi manco ce ne rendiamo conto.

Il fatto di fare musica (rap) ti aiuta nel rapporto con le altre persone, per scaricare la tensione, insomma… nella gestione della tua routine quotidiana?

Diciamo che è parte della mia vita dal 2010 ad adesso.
La rendo parte integrante e fondamentale di ogni mia giornata 365 giorni l’anno.
Non passa giorno in cui non pensi a come organizzare le uscite, scegliere i beats, decidere quali progetti fare, che persone coinvolgere in essi, quali grafiche utilizzare, come spingere la roba e SCRIVERE, SCRIVERE, SCRIVERE, a lavoro, a casa, mentre guido, mentre sono in giro… sempre. Quest’ultima secondo me è la parte fondamentale.
Il processo creativo in fase di scrittura è il momento di stacco da tutto e tutti, in cui ci sono solo io, il beat ed il foglio: la mia pausa dalla vita quotidiana.

In un tuo post hai scritto rivolto ai tuoi followers: “il mio unico ufficio stampa siete voi“. Perchè hai scelto di non rivolgerti a questo tipo di servizio? Credi che il social se usato con i giusti criteri possa sostituire l’ufficio stampa in tutto e per tutto?

A dirla tutta, per RECIDIVO avevo pensato e contattato un ufficio stampa ma poi, sfortunatamente, questioni mie personali ed economiche non mi hanno reso possibile farne uso, anche se penso che al giorno d’oggi sia essenziale ed utilissimo per spingere un progetto.
Tuttavia, penso anche che se si ha il supporto, la stima ed un rispetto molto solido da parte della propria fanbase, soprattutto nell’undrground, con i social e le varie possibilità di ricondivisione delle uscite, un prodotto musicale può girare moltissimo.
Per quanto riguarda i social, siamo tutti vittime dell’arma a doppio taglio che quest’ultimi rappresentano, sono molto utili per la promozione e la pubblicità, ma distaccano completamente dalla sola cosa che nel mio caso conta: la musica.
Viene impacchettata e proposta con un tempo limite di ascolto, un formato obbligatorio, un clichè d’immagine. I social col tempo hanno reso più importante la scatola che il contenuto, svalorizzando il prodotto stesso e la sua genuinità.

In quale rapporto sei con i tuoi colleghi della scena underground, come vedi il livello raggiunto negli ultimi anni e il confronto con la parte “mainstream“?

La maggior parte dei miei colleghi sono AMICI (lo scrivo in maiuscolo non a caso), con cui ho un rapporto che va oltre quello di amicizia e di rispetto. Penso che per fare musica fatta come cristo comanda, nel mondo underground, ci debba essere una forte connessione che va oltre al feeling musicale, almeno per quanto riguarda la mia ottica ed il mio modus operandi.
Per quanto riguarda il livello degli ultimi anni, penso che ci sia sempre stato un effetto “montagne russe” in cui si alza e si abbassa; la stessa cosa vale anche per il confronto tra scena underground e scena mainstream. A volte tra quest’ultime sembrerebbe esserci un distacco netto sia dal punto di vista idealistico che musicale, altre invece si va a creare un  interconnessione da tutti i punti di vista; questo dipende un pò da che aria tira e da cosa conviene fare ai vari artisti per tirare piu acqua possibile al proprio mulino.
P.s.: io me ne tiro fuori, preferisco essere RECIDIVO e seguire un percorso che, giusto o sbagliato che sia, rimanga perlomeno il mio, non lo scimmiottamento di quello di qualcun altro.

Il tuo rap è sicuramente di matrice hardcore, quali sono i rapper a cui ti sei ispirato, quelli con cui sei cresciuto e magari facci qualche nome di qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare…

Essendo di Savona non potevo non prendere ispirazione ed influenza dai Dsa Commando, che oltre ad essere un gruppo coi controcoglioni e colonne portanti del rap hardcore italiano sono anche amici miei.
Altra influenza altissima c’è stata da parte di tutti i componenti del Truceklan, soprattutto da Noyz Narcos, la punta di diamante.
Potrei aggiungerti anche Kappa O e Virux, che da quando vivo a Bologna, sono diventati come fratelli per me; stessa cosa vale per Vashish, con cui adesso ho in programma un bel pò di live. Sono tutti Mcs che hanno influenzato e continuano ad influenzare il mio percorso musicale.

Andrea Bastia
Appassionato di cultura hip hop da ormai troppi anni e writer fallito, dopo qualche esperienza in proprio sul web approda definitivamente su Hano. Si occupa della rubrica dedicata agli artisti emergenti e a quella sui Graffiti.

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