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DJ Fede ci racconta la sua nuova avventura con l’etichetta New Rapform

L'instancabile producer torinese ci racconta della sua nuova esperienza nella quale si occuperà della ristampa in vinile di album di rap italiano

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Dj Fede è un artista che non è certo abituato a dormire sugli allori. Basti pensare che nella sua carriera ha già pubblicato ben 14 album, l’ultimo uscito da pochissimo “Still from the ’90s”.

Ma, come ci racconta in questa chiacchierata, ha già diversi progetti in cantiere e per l’occasione ci ha parlato nello specifico del suo nuovo ruolo di “direttore artistico” per la neonata etichetta “New Rapform“, che si concentrerà sulla ristampa in vinile di album di rap italiano.

Dj Fede

Ciao Fede, parlaci prima di tutto di come hai vissuto e stai vivendo il periodo di pandemia.

E’ stato un anno decisamente strano, però devo dire che tra il 2020 e inizio 2021 sono tornato un pò a fare quello che facevo da ragazzino, ovvero avere il tempo per ascoltare tanti dischi, cosa che ultimamente riuscivo a fare solo nei ritagli di tempo. Ho anche prodotto tanto, infatti come sapete è uscito il mio album “Still from the ‘90s”, ma non solo… ce n’è un altro quasi pronto per ottobre. Inoltre sto lavorando anche ad un album insieme a Dafa (Lyricalz) e Maury B, dove ovviamente io produrrò le basi.
Quindi in quest’anno di pandemia si può dire che ho prodotto 3 album, ma non solo… c’è stato anche il tempo di riprendere i contatti con un etichetta che si chiama Za Musica, che si occupa principalmente di ristampe di dischi di artisti come Rettore, Steve Rogers Band, Viola Valentino ecc…

Ecco, da questo incontro è scaturita la tua nuova avventura giusto?

Esatto, il proprietario di questa etichetta ha manifestato la volontà di ampliare la produzione introducendo il mondo della musica hip hop. La primissima collaborazione è stata la pubblicazione proprio del mio album “Still from the 90s”, ma poi da lì si è capito che c’erano le potenzialità per fare di più, ed è nata quindi “New Rapform” che è la parte di cui mi occupo io.

Quali sono le prime cose a cui stai lavorando con la New Rapform?

Io ho portato la mia esperienza nel mondo del Rap per aiutare l’etichetta a costruire un “catalogo” e farlo nel modo giusto, fungendo quindi da direttore artistico della New Rapform. Il catalogo di cui ti accennavo sta prendendo vita, infatti oltre al mio album (che è disponibile con due tipi diversi di vinile e in cd) è uscito il 12” mio e di Dj Double S con 4 rapper americani, uscirà anche il 45 giri del mio pezzo con Danno e Claver Gold che dà il nome all’album “Still from the ‘90s” con la maglia e la copertina disegnata da Luca Barcellona, l’album di Inoki “Basso profilo” che non era mai uscito in vinile… insomma ci sono tante idee in cantiere.
Già contrattualizzati abbiamo il secondo album da produttore di Deda (con lo pseudonimo di Katzuma), “Brava gente” dei Lyricalz, “Tutti gli uomini del Presidente” di Esa, “Tutta sostanza”, il primo album di Sparo aka Il Turco, l’ep di Maury B e Fritz da Cat dal titolo “Torno sulla scena”.

Per un futuro abbastanza prossimo sto pensando ai due album di Inoki “5° Dan” e “L’antidoto”, mi occuperò del vinile dell’album nuovo di Brusco e sto trattando altri lavori di altri artisti di cui però non ti dico ancora niente!

Come scegli gli album da ristampare?

Innazitutto ti dico che l’intenzione è di dare un prodotto esclusivo, tutte le edizione in vinile saranno edizioni limitate e numerate. In pochi casi uscirà anche il cd ma principalmente il nostro obiettivo è stampare il vinile.
Per rispondere alla tua domanda, gran parte dei dischi che stiamo ristampando sono stati pubblicati a cavallo tra il ’98 e il 2002 quindi quel periodo in cui c’è stato l’avvento del cd e quasi tutti stavano smettendo di stampare gli album in vinile. Quindi è un po’ la volontà di dargli una seconda vita, visto che quando sono usciti per la prima volta, il vinile conosceva forse il suo momento peggiore.
A mio parere la “rinascita” del vinile la vedo con la pubblicazione dell’album “Random Access Memories” dei Daft Punk, quello che conteneva “Get Lucky”. Dopo anni che nessuno stampava il vinile, loro sono usciti con questo disco in vinile, e questa cosa fatta da un gruppo così importante ha dato la scossa che lentamente ha riportato in auge questo supporto.
Comunque gli album che stiamo scegliendo di ristampare sono tutti hip hop “classic” come genere, e alcuni non hanno avuto la giusta attenzione quando sono usciti, per svariati motivi… magari l’etichetta non era organizzata, il momento era sicuramente diverso da adesso. Però tanti di quei dischi hanno ancora tanto da dire, sono ancora da scoprire e suonerebbero ancora “contemporanei” e ti cito come esempio “Tutta sostanza” di Sparo che abbiamo menzionato prima.
Il presupposto è che ciò che decido di ristampare deve essere musica solida, di valore, non “commerciale” ma commerciabile. Perché la musica che voglio proporre non ha bisogno di avere numeri pazzeschi per essere considerata valida. Lo scopo è cercare di allargare un po’ quella cerchia che ora è ristretta, riportando in vita album che non hanno avuto la giusta attenzione semplicemente perché chi ascolta hip hop adesso non sa che esistono.
Detto ciò non escludo in futuro di potermi dedicare anche a sonorità più “moderne” (non trap).

Perché questo attaccamento al vinile?

Mi sento di risponderti in due modi diversi. Il primo è perché io considero il vinile come mezzo “immortale” per ascoltare la musica. Se non lo distruggi tu, il vinile dopo 100 anni lo suoni ancora. Tutto è ciclico, il vinile doveva tornare per forza. Prendi il cd ad esempio: ha avuto i suoi 25/30 anni di boom ,ma ora non valgono più niente, non li vuole più nessuno; eccetto rarissimi casi. Il ritorno al vinile ha ancora più valore se pensi che è una cosa che i ragazzi di oggi non hanno ancora vissuto, e quindi lo scoprono adesso per la prima volta.

La seconda motivazione è che ascoltando la musica in digitale non hai in mano niente. La gente ha ancora il gusto del feticcio, vuole avere in mano qualcosa di fisico, il vinile appunto e la copertina, che già di per se racconta una storia. Poi magari non lo scartano neanche e l’album lo ascoltano su Spotify, però ci tengono ad avere la copia in vinile, come fosse una reliquia.

E poi diciamocelo, il vinile è un bell’oggetto, ha un suono caldo che io amo particolarmente, ovviamente dico così perché essendo del ’74 quando ho iniziato io la musica era il vinile, oppure la cassetta (io infatti ho tanto di tutti e due).

Andrea Bastia
Andrea Bastia
Appassionato di cultura hip hop da ormai troppi anni e writer fallito, dopo qualche esperienza in proprio sul web approda definitivamente su Hano. Si occupa della rubrica dedicata agli artisti emergenti e a quella sui Graffiti.

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