Dopo “Ciao Brain 2” pubblicato nel 2020 è ora il momento per il rapper bolognese di pubblicare il nuovo album.
“Il Signore delle mosche” è un lavoro di 10 tracce, quindi non moltissime, ma non mancano di certo i contenuti e le collaborazioni di spicco.
Oltre a quella con Wiser Keegan infatti, già visto nel singolo uscito come anticipazione, troviamo nel progetto Vashish, Ugo Borghetti, RollzRois, Gast e Murubutu con le produzioni di Kiquè Velasquez, Boiled Master e Benzaiten.
Proprio le produzioni sono un punto saliente di questo album, infatti Brain decide di discostarsi dal suono classico del boom bap e sperimenta molto su basi quasi “dubstep“, che personalmente mi hanno ricordato il primo Salmo. Ovviamente non stiamo parlando di tutti i pezzi, ad esempio il brano con Murubutu (bellissimo tra l’altro) deve per forza di cosa avere una base più classica, adatta anche allo storytelling del prof.
Ma in linea di massima bisogna dire che non siamo di fronte ad un disco di rap classico, il che rappresenta anche una sorta di sfida per Brain, che ne esce alla grande.
I pezzi hanno quasi tutti un mood piuttosto “incazzato“, il genere è hardcore in linea con il carattere e il Brain che siamo abituati a sentire. Un paio di volte Brain menziona il divorzio, pur senza approfondire l’argomento, ma la sensazione è che in questi testo un pò di astio sia generato anche da vicende familiari vissute in prima persona.